{"id":61017,"date":"2021-06-14T18:35:38","date_gmt":"2021-06-14T16:35:38","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=61017"},"modified":"2021-06-14T18:37:00","modified_gmt":"2021-06-14T16:37:00","slug":"messa-in-suffragio-del-vescovo-baldi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/messa-in-suffragio-del-vescovo-baldi\/","title":{"rendered":"Celebrata dai Vescovi umbri la messa in suffragio di mons. Baldi"},"content":{"rendered":"

La terra umbra, che ha dato i natali a mons. Ivo Baldi (1947-2021), vescovo di Huari in Per\u00f9, deceduto nei giorni scorsi a seguito del Covid-19<\/a>, lo ha ricordato affidandolo al Signore con la celebrazione della santa messa in suo suffragio nella cattedrale di Citt\u00e0 di Castello, presieduta dal card. Gualtiero Bassetti<\/strong>, arcivescovo di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve e presidente della Cei, e concelebrata da altri vescovi e sacerdoti umbri e non solo. Il vescovo diocesano mons. Domenico Cancian<\/strong>, all\u2019inizio della celebrazione, ha tratteggiato alcuni aspetti significativi della vita e personalit\u00e0 del Pastore defunto, come anche alcune caratteristiche della sua esemplare attivit\u00e0 pastorale in terra di missione.<\/p>\n

Cancian: “Esemplare testimonianza di vita”<\/h2>\n

“Il grande dolore per la morte improvvisa del nostro carissimo Vescovo di Huari Ivo Baldi Gaburri – ha detto mons. Cancian nel suo saluto – \u00e8 confortato dalla sua esemplare testimonianza di vita da tutti riconosciuta. \u00c8 doveroso ricordarla. La numerosa partecipazione a questa messa di suffragio si pone in stretta comunione con la Messa esequiale celebrata domenica a Piscobamba. Con questa nostra celebrazione eucaristica vogliamo dire il nostro grazie al Signore che ha ispirato e guidato la storia di vita evangelica e missionaria a tutto tondo del nostro carissimo don Ivo, cos\u00ec eravamo soliti chiamarlo. E anche per dire il sincero grazie a lui, nostro concittadino e confratello che rimarr\u00e0 nel cuore di tutti i tifernati, e di tantissimi altri, per la sua personalit\u00e0 mite e coraggiosa, semplice e creativa, gentile e a volte anche ironica, dedita in modo appassionato alla missione in Per\u00f9 per ben 45 anni. Qui si \u00e8 profondamente inculturato fino al punto che aveva deciso di rimanerci in vita e dopo la morte. Com\u2019\u00e8 avvenuto, purtroppo in una modalit\u00e0 che forse non prevedeva lui, tanto meno noi”.<\/p>\n

Don Ivo, una vita a servizio dei poveri<\/h2>\n

Mons. Canciano ricorda ancora il vescovo Ivo come “castellano doc, ha studiato al Pontificio Seminario regionale umbro ‘Pio XI’. Fu ordinato sacerdote il 9 ottobre 1971 (per cui fra poco avrebbe compiuto il 50\u00ba di Sacerdozio). Dopo soli quattro anni di ministero qui a Castello, convinse il vescovo mons. Cesare Pagani a lasciarlo partire per la missione, per breve tempo in Brasile e poi definitivamente in Per\u00f9. Incontra e sostiene l\u2019Operazione Mato Grosso, condividendo il carisma del salesiano padre Ugo de Censi, morto da poco, assistito proprio da don Ivo. Diceva che padre Hugo era la persona che pi\u00f9 aveva inciso nella sua vita soprattutto nella dimensione della fede.<\/p>\n

Vescovo prima a Huaraz e poi a Huari, diocesi che ha iniziato il suo percorso con lui, territorio vasto con piccole cittadine, tante parrocchie e un migliaio di ‘caserios’. Il suo lavoro ordinario era quello di essere sempre sulla strada per far visita alle tante comunit\u00e0, incontrare i sacerdoti, aiutare e sostenere le piccole comunit\u00e0 povere di risorse ma ricche di fede, portando ovunque il conforto umano e spirituale. Quasi sempre in viaggio su strade impervie (velocit\u00e0 di crociera 25 km\/h), territorio che lui conosceva palmo palmo e che, su richiesta, ti descriveva in modo poetico e coinvolgente. Era diventata la sua terra: in mezzo alle montagne, quasi sempre da solo, meditava sulla bellezza della natura, sulla Parola di Dio e teneva vivi i contatti con tutti, come un padre premuroso e affezionato. In questo
\nmodo ha realizzato un ministero straordinariamente umano ed evangelico”.<\/p>\n

Il vescovo Domenico ricorda alcuni passaggi delle lettere scritte di recente da don Ivo, anche molto toccanti.\u00a0\u201cIl lockdown \u00e8 un lusso che i poveri non possono permettersi – scriveva mons. Baldi nel marzo scorso -: noi siamo semplicemente nelle mani di Dio pi\u00f9 che dei vaccini… questi arriveranno qui chiss\u00e0 quando”.<\/p>\n

Il ‘grazie’ della Chiesa tifernate e umbra<\/h2>\n

“In questo ultimo tempo – ha aggiunto Cancian – don Ivo in modo saggio ha chiesto e ottenuto dal Papa, motivando molto bene la richiesta, la nomina del vescovo ausiliare come suo successore (che poi fu mons. Giorgio Barbetta di Gubbio), un vescovo che fosse disposto a vivere nelle montagne in mezzo alla gente povera e a prendersi a cuore l\u2019Omg che tanto si \u00e8 radicata nella diocesi di Huari, con una significativa presenza anche di nostri laici, dando molti frutti e tanta speranza per un nuovo futuro. Grazie don Ivo: con la tua testimonianza hai dato gloria a Dio e servito con passione la Chiesa, in particolare la Chiesa di Castello, Huaraz e Huari, con lo spirito missionario che Papa Francesco sta chiedendo a noi tutti. Le nostre pi\u00f9 vive condoglianze alla zia Lina, alla cognata Pierina, ai nipoti Francesco, Valeria e Marco e ai pronipoti Giulia e Giacomo. Dal cielo don Ivo, dove ti pensiamo insieme ai tuoi cari genitori Domenico e Anna, e al tuo amatissimo fratello Fabio, che con la sua morte improvvisa ti ha recato tanto dolore, intercedi per i tuoi cari e per noi”.<\/p>\n

Bassetti: “Vero credente e figlio dell’Umbria”<\/h2>\n

Il cardinale Bassetti, nell\u2019omelia della celebrazione in suffragio, commentando il passo evangelico \u201cAndate e fate discepoli tutti i popoli\u201d, ha ricordato quanto mons. Ivo abbia preso alla lettera questo invito di Ges\u00f9, dimostrandosi di essere “un vero credente e un figlio di questa terra umbra, come san Francesco d\u2019Assisi. Il Poverello, infatti \u2013 ha commentato l’arcivescovo \u2013, dopo aver ascoltato alla Porziuncola il discorso missionario, tratto da questo invito, cap\u00ec che doveva annunciare il Vangelo, e lo fece soprattutto con la vita, e poi con le parole che sapeva rivolgere a ogni categoria di persone”.<\/p>\n

Bassetti si \u00e8 soffermato sulle parole del vescovo Baldi riguardo al tempo della pandemia in Per\u00f9, dalle quali si coglie, ha detto il cardinale, “il suo atteggiamento davanti al pericolo del virus che causava cos\u00ec tanti morti”. Parole che esprimono “la piena coscienza di ci\u00f2 che questo pastore si sentiva chiamato a fare, anche a rischio della vita: ‘Non possiamo vivere senza andare a lavorare – scriveva mons. Baldi – e spesso penso e vedo come sia realmente possibile poterne morire'”.<\/p>\n

Un pastore buono e un vero evangelizzatore<\/h2>\n

Prendendo spunto dalla Lettera ai Romani, proclamata durante la celebrazione, Bassetti ha detto del vescovo defunto: “Senza mai risparmiarsi, ben consapevole di quello che poteva accadergli, mons. Baldi ha accettato anche la ‘spada’, perch\u00e9 sapeva che nemmeno questa l\u2019avrebbe allontanato dall\u2019amore di Cristo. Ora, restituito alla ‘madre Terra’, in cui \u00e8 stato sepolto, Lui – un vero pastore che ha speso la sua vita per le sue pecore – \u00e8 totalmente consegnato al ‘Pastore grande delle pecore’ (Eb 13,20), dico grazie al Signore e a mons. Ivo per essere stato per la sua Chiesa di Huari, nel lontano Per\u00f9, il pastore buono, che chiama le sue pecore ad una ad una, le cerca senza stancarsi, le raccoglie e le passa in rassegna, non fugge di fronte al lupo, precede il gregge nel cammino della salvezza. Il pastore buono d\u00e0 la vita per le sue pecorelle. Don Ivo si \u00e8 speso per Cristo, si \u00e8 prodigato per la sua gente, si \u00e8 consumato per i suoi figli”.<\/p>\n

“Grazie, fratello vescovo, per l\u2019eredit\u00e0 che lasci alla tua diletta Chiesa, di cui sei stato un vero evangelizzatore \u2013 ha proseguito il cardinale \u2013, con l\u2019ansia di portare a tutti la lieta notizia della salvezza, chiamando tutti, anche i laici, uomini e donne, a farsi testimoni e annunciatori del Regno. Caro don Ivo, ora che i tuoi occhi sono illuminati dalla luce che non tramonta mai, aiuta il popolo di Huari a credere che n\u00e9 morte, n\u00e9 vita, n\u00e9 presente n\u00e9 avvenire, n\u00e9 potenze, n\u00e9 creatura alcuna, potr\u00e0 mai separarci dall\u2019amore di Dio in Cristo Ges\u00f9, nostro Signore. Cos\u00ec, anche questo commiato che ti diamo, non esprime il pianto senza speranza di chi ti ha perduto per sempre, ma piuttosto la certezza serena nella fede che, partito da questo mondo e approdato definitivamente a Dio, tu accompagni per sempre il nostro cammino verso il Signore. Ti sei lasciato attrarre. Hai compiuto – nella tua parte di vescovo – quanto mancava alla passione di Cristo per la salvezza del corpo che \u00e8 la Chiesa. Ora attiraci dietro di te con il profumo forte del tuo esempio \u2013 ha concluso il cardinale Bassetti \u2013, perch\u00e9 la Chiesa di Huari e di Citt\u00e0 di Castello, che piangono la tua dipartita, si sentano sostenute e rafforzate”.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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