{"id":6076,"date":"2007-08-31T00:00:00","date_gmt":"2007-08-31T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=6076"},"modified":"2007-08-31T00:00:00","modified_gmt":"2007-08-31T00:00:00","slug":"la-martinicca","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-martinicca\/","title":{"rendered":"La martinicca"},"content":{"rendered":"
Era il freno a mano dei veicoli a trazione animale: martinicca. Met\u00e0 degli anni 40. Alla guida del carretto trainato dalla Cecca, annosa cavalla paziente, da Isola Fossara veniva a Scheggia Augusto, a ritirare la posta e quant’altro; parcheggiava ‘a Cecca all’ombra e tirava la martinicca al carretto. M’\u00e8 venuta in mente, la martinicca, la sera di sabato 25 agosto, quando nell’ambito di Life in Gubbio, l’Amministrazione Comunale della mia Citt\u00e0 ha conferito il primo ‘Premio Lupo di Gubbio’ per la riconciliazione a Edh\u00ec Abd\u00f9l Satt\u00e0r. 86 anni, da oltre quattro lustri Satt\u00e0r vive a totale servizio dei pi\u00f9 poveri del suo poverissimo Pakistan, condividendone senza riserve il quotidiano. Satt\u00e0r detto parole di straordinaria semplicit\u00e0 e di straordinaria profondit\u00e0. La voce era flebile, la barba bianchissima si muoveva appena, ma la spiritualit\u00e0 che emanava dal suo discorso andava diritta al cuore. Tutta incentrata su Dio come Presenza Dinamica irresistibile nel suo espandersi nella vita del singolo e in quella delle comunit\u00e0 umane, e non prevede martinicche di sorta. E io in cuor mio lodavo, il Dio di Ges\u00f9, il Dio di tutti; Lui che, tramite coloro che lo seguono senza conoscerlo, provoca duramente e interpella noi che lo conosciamo senza seguirlo. Poi ha parlato Sergio Zavoli. Il grande Sergio Zavoli. Il suo discorso fluido e profondo s’\u00e8 incentrato sul cuore duro della nostra crisi di uomini del post\/moderno. Noi che, secondo la desolata denunzia di ‘ontale, possiamo al massimo dire quello che non siamo e quello che non vogliamo, abbiamo perso per sempre la possibilit\u00e0 di dirci l’un l’altro quello che siamo e quello che vogliamo. ‘Non chiederci la parola che mondi possa aprirti’.’A questo punto io mi aspettavo che Zavoli, il credente che intervistando le suore di clausura entra in totale sintonia con loro, parlasse di Dio e di Cristo. Chi non riesce a sapere quello che vuole, lo chiede a qualcun altro. Chi non riesce a sapere chi \u00e8, lo chiede a qualcun altro. I Cristiani, compreso Zavoli, l’Altro a cui chiederlo ce l’hanno. L’Altro, con l maiuscola. Ma Zavoli aveva la martinicca tirata, e il discorso \u00e8 rimasto a mezz’aria. Come succede a troppi intellettuali. Come successe un giorno al suo grande amico Fellini: Nel film ‘La strada’ c’era una scena di struggente bellezza. ‘Il Matto’ consolava’Gelsomina,. una Giulietta Masina stralunata, dipinta e vestita da pagliaccio, tutta occhi, sulle labbra l’accenno ad un singhiozzo.. In tanti l’avevano usata, nessuno l’aveva trattata da persona. Era disperata, e non sapeva nemmeno perch\u00e9, Gelsomina. E il Matto le diceva, con un sassolino in mano: ‘Vedi, se questo sassolino non ha un suo posto nel mondo, vuol dire che, un posto, non ce l’ha niente e nessuno’. Ho cercato la continuazione di quella scena in tutti i film che Fellini ha fatto dopo ‘La strada’. Niente. Martinicca tirata. Tante cose belle, ci ha detto il grande Federico, ma quel sassolino, grazie alla martinicca tirata, \u00e8 rimasto solo sulla punta delle dita del Matto. Solo, il sassolino, mentre la vita diventava un macigno.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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