{"id":60555,"date":"2021-05-07T19:18:19","date_gmt":"2021-05-07T17:18:19","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=60555"},"modified":"2021-05-07T19:19:57","modified_gmt":"2021-05-07T17:19:57","slug":"storie-di-imprenditori-giovani-che-creano-lavoro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/storie-di-imprenditori-giovani-che-creano-lavoro\/","title":{"rendered":"Storie di imprenditori: giovani che creano lavoro"},"content":{"rendered":"

Giovani e lavoro, due parole che insieme portano ad altre importanti questioni, come quella della famiglia, che \u00e8 poi la base della societ\u00e0.<\/p>\n

Da questo punto di partenza \u00e8 stato organizzato l\u2019incontro \u201cGiovani e lavoro: un cantiere aperto<\/em>\u201d,<\/a> promosso dalla Commissione regionale per i problemi sociali e il lavoro della Ceu in occasione del Primo Maggio.<\/p>\n

L\u2019iniziativa ha voluto stimolare la riflessione a partire proprio dai giovani e dalle loro storie di resilienza e di intraprendenza. Resilienza perch\u00e8 quasi tutti sono stati provati dalla pandemia in corso ed alcuni il lavoro l\u2019hanno perduto. Intraprendenza perch\u00e8 si tratta di persone, giovani appunto, che il lavoro lo stanno creando, anche per altri.<\/p>\n

Tommaso, ingegnere cresciuto in oratorio<\/h2>\n

Come Tommaso Vicarelli<\/strong>, ingegnere informatico di 33 anni che 5 anni fa ha fondato una start up di sviluppo software<\/em> e data analysis<\/em>.<\/p>\n

\u201cQuesta scelta non \u00e8 stata affatto facile. Soprattutto i primi anni avviare qualcosa da zero \u00e8 stato difficilissimo. Mi sono sentito spesso solo (eh, non si hanno tanti amici che hanno un\u2019impresa e dei dipendenti a 30 anni), e tante cose purtroppo vanno sperimentate sulla propria pelle, come la perdita di qualche dipendente che decide di cambiare lavoro\u201d ha raccontato Tommaso.<\/p>\n

\u201cMi ritengo per\u00f2 fortunato perch\u00e9 dal punto di vista professionale ho sempre potuto scegliere, e questo grazie alla formazione che ho ricevuto: sia tecnica sia manageriale. Mi sono laureato in ingegneria informatica, che anche oggi \u00e8 un settore in crescita, ma ho fatto tante esperienze in oratorio e in Pastorale giovanile che hanno permesso di formarmi non solo da un punto di vista tecnico, ma anche manageriale\u201d.<\/p>\n

Leggi il racconto dell’incontro e guarda il video<\/span><\/span><\/a><\/span><\/h5>\n

Da qui la scelta di rimanere a Perugia, nella sua citt\u00e0 natale, per lavorare sul e con il territorio. \u201cQuesta possibilit\u00e0 di scegliere mi ha permesso di fare scelte importanti, come quella di rimanere a Perugia. La societ\u00e0 in cui ho fatto la tesi, a Roma, mi aveva proposto di rimanere, cos\u00ec come avevo ricevuto offerte da un paio di societ\u00e0 di consulenza a Milano. Ho scelto di rimanere perch\u00e9 sono legato a questo territorio, perch\u00e9 penso che il mio territorio mi ha dato tanto, ed \u00e8 giusto che io restituisca un po\u2019 di quello che ho ricevuto\u201d.<\/p>\n

Tommaso \u00e8 anche sposato e padre di una bambina: \u201cDue parole su fare l\u2019imprenditore e avere una famiglia \u2013 ha aggiunto -. \u00c8 una lotta continua contro il tempo, che spesso perdo. Ma anche qui il segreto che ho sperimentato \u00e8 vivere quel tempo come un dono. Il tempo dedicato alla famiglia non \u00e8 \u2018tempo rubato al lavoro\u2019 e viceversa, ma sono entrambi un tempo che mi \u00e8 stato donato per fare del mio meglio per gli altri. A volte ci riesco\u201d.<\/p>\n

Lorenzo e Ilaria, dall’Australia \u2026 allo zafferano<\/h2>\n

Dal settore informatico a quello agricolo con la testimonianza di Lorenzo e Ilaria<\/strong>, coppia originaria dei Castelli romani, che dopo un\u2019esperienza di lavoro in Australia, ha deciso di tornare in Italia, pi\u00f9 precisamente a San Pellegrino di Norcia.<\/p>\n

\u201cInizialmente eravamo molto euforici dell\u2019Australia, tutto organizzato, stipendi alti, tasse basse. Pian piano per\u00f2 ci siamo resi conto di quante cose avevamo lasciato. Come la spiritualit\u00e0 del lavoro, quel tramandare una semplice ricetta, il curare l\u2019orto di casa\u201d racconta Lorenzo.<\/p>\n

\u201cCos\u00ec abbiamo deciso di rientrare e siamo andati a San Pellegrino, un posto meraviglioso dove il tempo rallenta e le persone si conoscono tutte. L\u00ec poi avevamo a disposizione circa 3 ettari di terreno della famiglia di Ilaria e abbiamo aperto un\u2019azienda agricola.<\/p>\n

Tutto \u00e8 cominciato con la coltivazione dello zafferano, era l\u2019inizio del 2016. Da l\u00ec a pochi mesi \u00e8 arrivato il terremoto\u201d. Lorenzo e Ilaria hanno attraversato una tempesta, ma hanno anche sperimentato il valore di quella comunit\u00e0 che tanto mancava loro.<\/p>\n

\u201cCi siamo ritrovati in un luogo dove non sapevamo ancora muoverci, famiglia e amici erano lontani, e non sapevamo cosa fare. Dopo il terremoto e i primi giorni di smarrimento siamo andati dai vigili del fuoco perch\u00e8 la struttura dove custodivamo circa 40 quintali di bulbi di zafferano, il nostro investimento, era danneggita e in parte crollata. Gli abbiamo chiesto se si poteva puntellare la struttura per recuperare i bulbi, ma non era possibile. Per\u00f2 i vigili del fuoco non ci hanno abbandonato e sono entrati nella struttura, facendoci anche preoccupare, per recuperare tutti i bulbi.<\/p>\n

Poi un\u2019azienda agricola ci ha permesso di poter stoccare i bulbi temporaneamente perch\u00e8 non potevano prendere la luce del sole. Nel periodo della raccolta, ad ottobre, \u00e8 arrivato il secondo terremoto. Non avevamo la possibilit\u00e0 di fare una mondatura e raccogliere i fiori in un impianto grande come il nostro. Allora \u00e8 arrivata la gente del paese a lavorare con noi, senza che li avessimo invitati, solo per aiutare.<\/p>\n

Ecco, vorrei rivivere il senso di unit\u00e0 e solidariet\u00e0 di quei giorni. Non \u00e8 il Covid che mi spaventa, sono pi\u00f9 le persone\u201d.<\/p>\n

Marco, dall’olio \u2026 ai cosmetici<\/h2>\n

Anche Marco Manni<\/strong>, da Terni, \u00e8 un giovane nel campo dell\u2019agricoltura. La sua filosofia, come imprenditore, \u00e8 quella della trasformazione. \u201cL\u2019idea \u00e8 quella di trasformare i prodotti della terra in qualcos\u2019altro. Per questo dall\u2019olio abbiamo creato una linea di cosmetici naturali\u201d.<\/p>\n

Dopo un inizio cauto, con la vendita dei prodotti solo in alcune farmacie locali, l\u2019azienda prende piede, ma subisce un arresto con la pandemia. \u201cNon ci arrendiamo e stiamo sfruttando questo tempo di stop per reinventarci\u201d.<\/p>\n

Marta: il bar senza slot \u201cchiuso\u201d dal Covid<\/h2>\n

C\u2019\u00e8 poi chi non \u00e8 riuscito, nonostante gli sforzi, a resistere al terremoto della pandemia. Marta Rossi<\/strong>, 35 anni, dal 2014 gestiva insieme ad alcuni suoi coetanei un circolo territoriale con un parco e un bar a Foligno.<\/p>\n

\u201cSono laureata in Metodi e tecniche del Servizio Sociale, quindi mi sono buttata in un campo che non era proprio il mio con questo lavoro\u201d ricorda.<\/p>\n

\u201cPoi per\u00f2 siamo riusciti a ridare valore sociale e significato a un luogo, rendendolo polmone verde del nostro territorio \u2018distrutto\u2019socialmente (droga e malavita notturna ed anche diurna).<\/p>\n

Abbiamo rinnovato il bar dove abbiamo rinunciato alle slot machine e al loro guadagno, come segno di pulizia, chiarezza, trasparenza. Dopo sei anni per\u00f2 la nostra gestione \u00e8 terminata a causa del Covid\u201d. E con amarezza ammette: \u201cSe fossimo stati sostenuti dalle istituzioni avremmo continuato\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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