{"id":60414,"date":"2021-04-30T12:45:08","date_gmt":"2021-04-30T10:45:08","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=60414"},"modified":"2021-04-30T13:40:08","modified_gmt":"2021-04-30T11:40:08","slug":"non-ci-sono-tralci-senza-vite","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/non-ci-sono-tralci-senza-vite\/","title":{"rendered":"Non ci sono tralci senza vite"},"content":{"rendered":"
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Il Vangelo di questa domenica ci propone l’immagine della vite e dei tralci con la quale Ges\u00f9 spiega ai discepoli il rapporto tra lui (noi) e il Padre.<\/em><\/p>\n

L’identit\u00e0 del Signore<\/h2>\n

\u201cIo sono\u201d (Gv 15,1) \u00e8 il nome di Dio. Ce lo rivela il libro dell\u2019Esodo. Mos\u00e8 chiede a Colui che si \u00e8 rivelato nel roveto ardente (Es<\/em> 3,1-6) la sua identit\u00e0. Dio gli risponde: \u201cIo sono\u201d (Es<\/em> 3,13-15). Il termine non indica affatto un soggettivismo e individualismo estremo. Il Signore si era rivelato a Mos\u00e8 gi\u00e0 come \u201cil Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe (v. 6) e aveva definito Israele \u201csuo popolo\u201d (v. 7). Nell\u2019inviare Mos\u00e8 a liberare il suo popolo, non lo lascer\u00e0 solo: \u201cIo sar\u00f2 con te\u201d (v. 11).<\/span><\/p>\n

Il Signore, mentre definisce la sua identit\u00e0, d\u00e0 un\u2019identit\u00e0 anche a chi rimane in Lui, e crea un legame non di possesso, ma di amore liberante: \u201cCome il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore\u201d (Gv<\/em> 15,9). Mentre afferma la sua identit\u00e0 di Pastore Bello (\u201cIo sono il Buon Pastore\u201d, Gv<\/em> 10,11), Ges\u00f9, definisce noi come il suo gregge (v. 14-15), per il quale d\u00e0 la vita. Ce lo ha ricordato il Vangelo di domenica scorsa (Gv<\/em> 10, 11-18).<\/span><\/p>\n

Nel Vangelo che leggiamo in questa domenica<\/a>, mentre si autodefinisce, \u201cio sono la vite\u201d, d\u00e0 il nome a ciascuno di noi: \u201cVoi siete i tralci\u201d (Gv<\/em> 15,5). Non solo definisce la relazione con noi: gregge e tralci, ma ci lega in stretta connessione anche con il Padre, a cui d\u00e0 il nome di agricoltore (Gv<\/em> 15,1).<\/span><\/p>\n

L’immagine della vigna<\/h2>\n

Dall\u2019immagine legata alla pastorizia, Ges\u00f9 passa a descrivere le relazione con il Padre e con noi attraverso le immagini contadine legate alla vigna. Essa rappresenta fin dalla tradizione profetica l\u2019immagine del popolo di Israele. Isaia descrive questa rappresentazione nel \u201ccanto della vigna\u201d al capitolo 5: \u201cVoglio cantare per il mio diletto il mio cantico d\u2019amore per la sua vigna\u201d<\/span> (5,1).<\/span><\/p>\n

Una vigna amata di cui il Signore \u00e8 il custode: \u201cIn quel giorno la vigna sar\u00e0 deliziosa \u2013 cantatela!<\/span> \u2013 Io, il Signore, ne sono il guardiano, a ogni istante la irrigo; per timore che la si danneggi ne ho cura notte e giorno\u201d (Is<\/em> 27,2-3). <\/span><\/p>\n

La cura della vigna e la cura del Signore per noi<\/h2>\n

La cura della vigna \u00e8 una perfetta simbologia della cura che il Signore ha nei confronti del suo popolo e per ciascuno di noi.<\/span> Se non rimaniamo in Lui, perdiamo la nostra vita; se ci separiamo da Lui, la linfa vitale che ci tiene in vita non ci raggiunge pi\u00f9. Il testo descrive questo legame nel rapporto vite\/tralci: i tralci hanno vita e producono i grappoli d\u2019uva solo se rimangono innestati nella vite.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n

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Cos\u00ec i nostri frutti<\/span> di bene sono possibili solo se in profonda comunione con Lui. Affinch\u00e9 si producano frutti abbondanti, come la vite ha bisogno della potatura, cos\u00ec la nostra vita redenta ha bisogno di continua cura (Gv<\/em> 15,2-3).<\/span><\/p>\n

Le prove che sperimentiamo nella nostra vita di credenti accrescono la nostra capacit\u00e0 di amare, amplificando le nostre opere buone. <\/span><\/p>\n

L\u2019opera dell\u2019agricoltore esprime la cura per la vigna non solo con la potatura, affinch\u00e9 la vite porti pi\u00f9 frutto, ma anche con il taglio netto dei rami che sono diventati secchi. Non portano pi\u00f9 frutto perch\u00e9 la linfa vitale, che procede<\/span> dalla vite al tralcio, ha trovato un ostacolo. <\/span><\/p>\n

Nella vita di fede, se ci lasciamo andare, se non curiamo pi\u00f9 il legame vitale con il Signore, siamo come i rami secchi: morti, incapaci di generare nuova vita.<\/span><\/p>\n

La vita di Paolo frutto della “potatura” del Signore<\/h2>\n

Nella Parola di questa domenica troviamo uno dei frutti pi\u00f9 belli della potatura del Signore: Paolo di Tarso<\/strong>. Si definisce fariseo quanto alla legge, persecutore dei cristiani quanto allo zelo (Fil<\/em> 3,5-6), e la sua fama era rimasta anche dopo la conversione: \u201cVenuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui\u201d (At<\/em> 9,26).<\/span><\/p>\n

Ma l\u2019incontro con il Cristo risorto lo rende cieco alla sua pretesa di vedere (At 9,3-9). <\/span><\/p>\n

Paolo ha iniziato invece a vedere con occhi nuovi, e lo stesso zelo si \u00e8 trasformato nella passione per il Signore e per l\u2019annuncio del Vangelo. Il legame con Cristo, per Paolo, \u00e8 divenuto inscindibile dalla sua stessa vita: \u201cNon vivo pi\u00f9 io, ma Cristo vive in me\u201d (Gal<\/em> 2,20).<\/span><\/p>\n

Ges\u00f9 ha preso possesso della sua vita, rendendolo veramente libero. Per questo, Paolo pu\u00f2 affermare: \u201cCristo ci ha liberati per la libert\u00e0! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavit\u00f9\u201d (Gal<\/em> 5,1). Ma anche Paolo, innamorato di Cristo, tutt\u2019uno con Cristo, ha bisogno della Chiesa per verificare la verit\u00e0 del suo amore per Cristo. Ha bisogno di verificare se il suo insegnamento su Cristo non sia magari sua \u201cinvenzione\u201d (Gal<\/em> 2,2). <\/span><\/p>\n

Infatti la<\/span> prima lettura ci dice <\/span> che Paolo \u201caveva predicato con coraggio a Damasco\u201d e nello stesso tempo \u201candava e veniva da Gerusalemme\u201d per stare con gli altri apostoli (At<\/em> 9,27-28).<\/span><\/p>\n

Amore per Cristo e amore per la Chiesa<\/h2>\n

L\u2019amore per Cristo \u00e8 inscindibile dall\u2019amore per la Chiesa: l\u2019amore per la Chiesa \u00e8 prova dell\u2019amore per Cristo. Il rimanere in Lui \u00e8 reso possibile dal rimanere con la Chiesa: solo cos\u00ec si \u00e8 discepoli di Cristo, e quindi tralci ricolmi di grappoli maturi.<\/span><\/p>\n

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