{"id":60114,"date":"2021-04-08T18:16:51","date_gmt":"2021-04-08T16:16:51","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=60114"},"modified":"2021-04-08T18:19:26","modified_gmt":"2021-04-08T16:19:26","slug":"angelo-dal-carcere-alla-cucina-grazie-a-frontiera-lavoro","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/angelo-dal-carcere-alla-cucina-grazie-a-frontiera-lavoro\/","title":{"rendered":"Angelo, dal carcere alla cucina grazie a Frontiera lavoro"},"content":{"rendered":"
Dal concorso in omicidio, al carcere, al lavoro nel settore ristorazione. Ingredienti: fiducia.
\nUna storia di riscatto che passa per la speranza: la speranza di poter di nuovo credere in te stesso perch\u00e9 qualcuno ha creduto in te.<\/p>\n
Da qui parte la nuova vita di Angelo, arrestato a soli 23 anni a Salerno, condannato a una pena per concorso in omicidio, passando dal carcere di Benevento, Avellino, e arrivando infine a Capanne a Perugia. Non una vita semplice per Angelo, un passato turbolento con risse e aggressioni – e in un Paese in cui gli istituti di pena sono sinonimo di marginalit\u00e0 e non di reinserimento, il suo destino sembrava segnato per sempre.<\/p>\n
Poi l\u2019occasione di una rinascita all\u2019interno del nuovo complesso penitenziario di Perugia, dove partecipa al progetto \u201cIntra\u201d realizzato da Frontiera lavoro, cooperativa che da vent\u2019anni si occupa di favorire processi di integrazione sociale.<\/p>\n
Tra i tanti progetti, che hanno permesso di formare 420 detenuti, l\u2019ultimo solo in ordine di tempo \u00e8 \u201cIo riesco\u201d, applicato in quattro istituti penitenziari dell\u2019Umbria, che dar\u00e0 modo a 30 detenuti di scontare gli ultimi 18 mesi di detenzione in una struttura ricettiva di Perugia.<\/p>\n
Dopo 300 ore in aula e cinque mesi di pratica previsti dal corso per addetto alla cucina, Angelo, grazie al suo impegno, si guadagna un contratto a tempo indeterminato in un prestigioso ristorante di Perugia.<\/p>\n
Tutte le mattine esce dall\u2019istituto alle 6.30 per farvi rientro alle 20.30, essendo in regime di \u201carticolo 21\u201d, legge sull\u2019ordinamento penitenziario.<\/p>\n
\u201cSono stato selezionato tra i detenuti per partecipare al corso, imparando tante cose nuove anche grazie all\u2019aiuto di chef bravissimi – racconta Angelo. – Quando ho iniziato, non sapevo fare nemmeno una frittata. Imparare un mestiere mi ha fatto crescere e ho iniziato a dare il giusto valore alle cose\u201d.<\/p>\n
Poter assecondare le sue passioni ha permesso ad Angelo di comprendere che si pu\u00f2 sbagliare, ma che ci si pu\u00f2 anche rialzare.<\/p>\n
\u201cTutte le persone che mi hanno aiutato, da Luca Verdolini [responsabile dell\u2019area Giustizia di Frontiera lavoro] agli chef e agli educatori del carcere, mi hanno sempre trattato come una persona, prima ancora che come un carcerato. Hanno creduto in me prima ancora che lo facessi io. Non mi sono pi\u00f9 sentito solo e abbandonato\u201d.<\/p>\n
Dopo il corso inizia l\u2019esperienza\u00a0 fuori Capanne. \u201cHo iniziato con una borsa lavoro nel ristorante, dove sono stato accolto con grande umanit\u00e0 anche dal mio capo (che non vuole che lo chiami cos\u00ec, una volta mi ha detto \u2018il Capo sta in cielo, io sono solo Marco\u2019). Mi sono emozionato\u201d.<\/p>\n
Una possibilit\u00e0 che lo riporta a una parvenza di normalit\u00e0. \u201cLa prima volta che sono uscito dall\u2019istituto per andare a lavoro, ho pianto, un pianto liberatorio. Uscito dal cancello ho visto la realt\u00e0 oltre le sbarre, le macchine che passano in strada, la gente che viveva una vita normale: mi sono sentito uno di loro\u201d. L\u2019impegno e la passione fanno guadagnare ad Angelo la stima dei suoi colleghi e del titolare del ristorante, che gli offre un lavoro stabile. \u201cNon ci potevo credere. Non credevo davvero che potesse succedere a me, ma tutti mi dicevano \u2018te lo meriti\u2019.<\/p>\n
Da quel momento ho iniziato a crederci anche io. Ho continuato, e continuo, a impegnarmi perch\u00e9 mi piace quello che faccio, e la fiducia che ripongono in me mi d\u00e0 forza\u201d. Inizia cos\u00ec una nuova vita per Angelo, anche se, una volta finito il turno, \u00e8 il momento di tornare in carcere.<\/p>\n
\u201cNon mi sono ancora abituato a questa nuova vita – commenta – , anche perch\u00e9 la sera torno sempre in istituto. Per\u00f2 questa esperienza mi permette di tornare, in parte, a una vita normale. Tutti nella vita possono sbagliare: io ho sbagliato, e sto giustamente pagando per i miei errori. Prima del carcere, non avevo sentito questa stessa fiducia nella mie potenzialit\u00e0. Grazie a questo progetto ho sentito, per la prima volta, di non essere solo. Mi sentivo vuoto, non avevo speranza, non avevo consolazione, poi ho incontrato tante persone che hanno saputo valorizzarmi. Solo quando capisci di non essere pi\u00f9 solo, trovi la forza di cambiare vita, anche se hai fatto tanti sbagli, anche gravi. Finalmente ho ritrovato il sorriso\u201d.<\/p>\n
Un percorso che non \u00e8 ancora finito per Angelo. \u201cNon ho ancora scontato la mia pena, per\u00f2 so che non voglio la vita di prima. Se potessi tornare indietro, non rifarei gli stessi errori. Ogni giorno non vedo l\u2019ora di aprire gli occhi al mattino per venire a lavorare. \u00c8 facile sbagliare, ma \u00e8 anche difficile rimediare, e io pian piano ce la sto facendo. Ce la sto facendo perch\u00e9 ho visto che c\u2019\u00e8 un mondo diverso fuori dal carcere, e ho trovato una nuova speranza\u201d.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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