I Barnabiti a Perugia: pochi, ma buoni. E anche… tipi tosti. Perfino il serio archivista della loro congregazione, padre Giuseppe Cagni, non ha esitato a definirli ‘spigliati’ e ‘sportivi’, durante la conferenza di comme- morazione dei 400 anni di presenza dei Barnabiti nel capoluogo umbro. L’incontro si \u00e8 tenuto in sala dei Notari il 26 maggio, alla presenza del superiore generale dei Barnabiti, padre Giovanni Villa, e dell’arcivescovo Giuseppe Chiaretti; la carrellata storica \u00e8 stata inoltre inframmezzata da canti eseguiti dalla corale di Santo Spirito di Perugia. Manca lo spazio per riportare in dettaglio la documentatissima relazione di padre Cagni, che del resto tra breve sar\u00e0 resa disponibile insieme a tutto il materiale storico necessario. Qui baster\u00e0 raccogliere qualche impressione, insieme a qualche evento di particolare rilievo. Anzitutto, a che cosa si riferivano quegli aggettivi: ‘sportivi, spigliati’? Allo stile che i religiosi fondati da sant’Antonio Maria Zaccaria hanno saputo mantenere in questi quattro secoli. Secoli spesso tutt’altro che pacifici. Eppure loro hanno continuato a portare avanti la loro missione – educazione della giovent\u00f9, direzione spirituale, studio – imperterriti, senza scoraggiarsi di fronte alle avversit\u00e0. Che non sono mancate. Basti pensare che, oltre alle soppressioni degli Ordini religiosi volute prima da Napoleone (1811) e poi da Cavour (1855), in Umbria ce ne fu una extra, nel 1860: ‘un regalo dei massoni’, ha specificato padre Cagni. Le persecuzioni, per cos\u00ec dire, hanno riguardato anche l’acquisizione da parte dei Barnabiti della chiesa che li ha resi cari ai perugini, quella del Ges\u00f9. L’edificio in origine apparteneva ovviamente ai Gesuiti; con la soppressione dei seguaci di sant’Ignazio di Loyola, decisa nel 1773 dal Papa per pressioni politiche, la chiesa del Ges\u00f9 venne affidata ai Barnabiti. Si tratt\u00f2 per loro stessi di una scelta difficile, dove si rischiava di fare la figura degli ‘avvoltoi’ piombati sui beni altrui: tant’\u00e8 vero che i Barnabiti agirono sempre alla luce del sole, lasciando che fossero le autorit\u00e0 ecclesiastiche a dirimere l’intera questione. Ci\u00f2 non imped\u00ec una campagna denigratoria contro di loro, con processi civili e con diffamazioni trasmesse anche da storici perugini ideologicamente schierati. A fronte di questi episodi poco piacevoli, sono emerse alcune figure di grande rilievo. A partire da mons. Napoleone Comitoli, cos\u00ec entusiasta dei Barnabiti da trasferire a loro praticamente tutti i suoi beni; fino a religiosi di alto profilo come i fondatori della comunit\u00e0 di Perugia nel 1607, padre Carli e padre Ricci, o padre Giuseppe Orlandi nella prima met\u00e0 del Novecento. L’augurio, espresso tanto dal Superiore generale che da mons. Chiaretti, \u00e8 che i Barnabiti continuino a dare a Perugia quel ‘di pi\u00f9’ di spiritualit\u00e0 che ha sempre contraddistinto la loro missione, anche quando il loro numero era ridotto a 2 persone. E la chiesa del Ges\u00f9 continua a essere una delle pi\u00f9 frequentate della citt\u00e0.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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