{"id":5911,"date":"2007-06-01T00:00:00","date_gmt":"2007-05-31T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5911"},"modified":"2015-08-05T16:45:43","modified_gmt":"2015-08-05T14:45:43","slug":"accolti-nella-famiglia-di-dio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/accolti-nella-famiglia-di-dio\/","title":{"rendered":"Accolti nella famiglia di Dio"},"content":{"rendered":"

Celebriamo oggi il mistero pi\u00f9 originale e profondo della fede cristiana, quello che apre la strada alla comprensione delle altre verit\u00e0 del nostro Credo. Senza la Trinit\u00e0, tutto diventa inspiegabile. Noi professiamo Dio uno in tre Persone. Quando confessiamo il Dio unico escludiamo ogni tipo di numerazione; sant’Agostino dice: “Dio non si moltiplica, Dio \u00e8 uno solo e unico e vero”. Ma Dio \u00e8 anche trinit\u00e0 di Persone. Il numero 3 della Trinit\u00e0 non \u00e8 un numero matematico, che indichi tre oggetti messi uno accanto all’altro per essere contati. Forse per questo rischio della conta, e ancor pi\u00f9 per l’allergia ai concetti astratti, nel Nuovo Testamento non si usa mai la parola “Trinit\u00e0”.<\/p>\n

Parliamo di tre Persone divine perch\u00e9 non abbiamo altro linguaggio umano pi\u00f9 adeguato per esprimerci. Con i 3 vogliamo esprimere l’unit\u00e0 nella differenza e la differenza nell’unit\u00e0. Se Dio fosse solo uno, sarebbe solitudine e incomunicabilit\u00e0. Se in Dio ci fossero due Persone, ci sarebbe separazione ed esclusione, l’uno sarebbe non solo distinto dall’altro, ma anche separato dall’altro; tutt’al pi\u00f9, i due starebbero faccia a faccia in contemplazione narcisistica. Il fatto che le Persone divine siano tre lo ricaviamo dalla rivelazione portataci da Ges\u00f9. E cominciamo a capire perch\u00e9: il 3 \u00e8 una realt\u00e0 aperta, una triangolazione di rapporti, la possibilit\u00e0 di guardare al di fuori di se stessi. Il che impedisce a Dio di chiudersi nella sua solitudine e nel narcisismo della sua autocontemplazione e del suo autocompiacimento. E sono proprio questi rapporti che fanno esistere la Persone divine come uguali e distinte, eternamente uno nell’altro, l’uno per l’altro, mai l’uno senza l’altro.<\/p>\n

\u00c8 cos\u00ec assicurata l’identit\u00e0 del Padre, la differenza del Figlio, la comunione dello Spirito santo. Lo Spirito \u00e8 il sospiro di amore del Padre in direzione del Figlio e il soffio di amore del Figlio nei confronti del Padre. Dio allora \u00e8 famiglia, famiglia divina tenuta insieme dall’amore. Questo \u00e8 il messaggio che ci viene portato nel breve brano del Vangelo di oggi, uno spezzone di quel lungo dialogo intessuto da Ges\u00f9 nel cenacolo con i suoi discepoli prima della passione e continuato dopo la risurrezione. Quel dialogo \u00e8 una specie di trattato sulla Trinit\u00e0 divina. Ges\u00f9 aveva cominciato col dire: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conosceste me, conoscereste anche il Padre, perch\u00e9 io sono nel Padre e il Padre \u00e8 in me, le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che \u00e8 in me compie le sue opere” (Gv<\/em> 14,8-11).<\/p>\n

Poco prima, durante la festa della dedicazione del tempio di Gerusalemme, aveva affermato solennemente la sua identit\u00e0 divina con parole simili a queste: “Io e il Padre siamo una cosa sola’ Se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perch\u00e9 sappiate e conosciate che il Padre \u00e8 in me e io sono nel Padre” (10,30.38). Viene in mente l’immagine di san Giovanni Damasceno: “Nella Trinit\u00e0, a somiglianza di tre Soli, ogni Persona divina \u00e8 contenuta nell’altra, in modo che vi sia una sola luce nell’intima compenetrazione di tutti con tutti”. Per far capire che non esiste solo un rapporto di unit\u00e0 tra lui e il Padre, Ges\u00f9 annuncia la presenza e la venuta dello Spirito santo, l’altro Paraclito (Consolatore), che il Padre dona dietro richiesta del Figlio per continuare la sua opera di salvezza: “Io pregher\u00f2 il Padre ed egli vi dar\u00e0 un altro Consolatore, perch\u00e9 rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verit\u00e0 che il mondo non pu\u00f2 ricevere perch\u00e9 non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perch\u00e9 egli dimora presso di voi e sar\u00e0 in voi” (14,16-17).<\/p>\n

Si tratta dell'”Emmanuele”, il Dio con noi, inviato prima in Ges\u00f9 e poi nella persona dello Spirito santo. Ma dove c’\u00e8 lo Spirito, l\u00ec c’\u00e8 anche il Padre e il Figlio: “Se uno mi ama, osserver\u00e0 la mia parola e il Padre mio lo amer\u00e0 e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”(14,23). I tre Soli si fondono insieme anche nel riempire di luce e di calore l’anima dei credenti. A Pentecoste abbiamo visto che il cristiano non solo beve l’acqua di vita, ma ne ingoia la sorgente. Oggi comprendiamo che egli non solo \u00e8 illuminato dal triplice Sole divino, ma lo riceve dentro di s\u00e9 divenendo, come Ges\u00f9, luce del mondo (Gv<\/em> 8,12; Mt 5,14). Ogni credente diventa tempio del Dio Trinit\u00e0, paradiso viaggiante, perch\u00e9 dove c’\u00e8 Dio, l\u00ec c’\u00e8 il paradiso. Nel Vangelo di oggi, come in gran parte dei discorsi di addio di Ges\u00f9, l’inabitazione di Dio Padre, Figlio e Spirito santo \u00e8 presentata dal punto di vista di quest’ultima Persona. Lo Spirito \u00e8 dono del Padre che passa attraverso il Figlio. Con lui le altre Persone divine vengono nel cuore dell’uomo, come nel loro santuario.<\/p>\n

\u00c8 un mistero grande; i discepoli non possono portarne tutto il peso. Provveder\u00e0 lo Spirito santo il giorno di Pentecoste ad aprire totalmente la loro mente e ad insegnare e ricordare loro ci\u00f2 che Ges\u00f9 aveva gi\u00e0 detto. Egli ha il compito specifico di guidare la Chiesa verso la verit\u00e0 evangelica tutta intera. E lo far\u00e0 con la presenza e la compagnia delle altre due Persone divine. Ges\u00f9 descrive i rapporti di comunione tra le tre Persone con le parole che abbiamo ascoltato: “Non parler\u00e0 da s\u00e9, ma dir\u00e0 ci\u00f2 che ha udito egli mi glorificher\u00e0 perch\u00e9 prender\u00e0 del mio e ve lo annunzier\u00e0. Tutto quello che il Padre possiede \u00e8 mio, per questo ho detto che prender\u00e0 del mio e ve lo annunzier\u00e0”. La comunione trinitaria \u00e8 comunicazione e scambio reciproco tra le Persone che la compongono. Nessuno pu\u00f2 dire “suo” ci\u00f2 che possiede insieme agli altri e comunica insieme a loro. Tutte e tre le Persone divine guidano la Chiesa, mediante lo Spirito, verso la comprensione sempre pi\u00f9 chiara delle verit\u00e0 di fede annunciate da Ges\u00f9 nel suo ministero terreno.<\/p>\n

Non meraviglia dunque che la storia della Chiesa registri un progresso continuo nella formulazione del suo Credo. Le verit\u00e0 sono state chiarite, esplicitate, insegnate dai Concili ecumenici e dai Pontefici. Quella sulla Trinit\u00e0 trov\u00f2 la sua formulazione piena nel I Concilio di Costantinopoli nel 381, quando fu formulato il credo che recitiamo ogni domenica nella messa. Ci sono voluti quasi quattrocento anni per esprimere in una terminologia tecnico-teologica una verit\u00e0 che i cristiani professavano e vivevano fin dai tempi apostolici. La Chiesa \u00e8 come l’organismo umano: sviluppa nel crescere tutte le sue potenzialit\u00e0, senza perdere la sua identit\u00e0, in un processo di novit\u00e0 nella continuit\u00e0.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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