{"id":5907,"date":"2007-06-01T00:00:00","date_gmt":"2007-05-31T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5907"},"modified":"2015-07-23T15:33:58","modified_gmt":"2015-07-23T13:33:58","slug":"preti-pedofili-tante-accuse-distorcono-volutamente-i-fatti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/preti-pedofili-tante-accuse-distorcono-volutamente-i-fatti\/","title":{"rendered":"Preti pedofili: tante accuse distorcono volutamente i fatti"},"content":{"rendered":"
‘Il Vaticano copre i pedofili’ \u00e8 la tesi shock del film Sex crimes and the Vatican, mandato in onda dalla tv inglese Bbc nell’ottobre 2006. Attenzione: film, non documentario, anche se \u00e8 stato realizzato in modo da ‘sembrare’ un documentario. A portare in Italia le polemiche scatenate oltremanica da quella trasmissione della Bbc \u00e8 stato Michele Santoro, sicuramente nella speranza di pescare un po’ nel torbido. Ma c’\u00e8 qualcosa di vero, nelle accuse mosse dal film alle gerarchie cattoliche? ‘Sgombriamo il campo da possibili equivoci – dice Andrea Fagioli su Toscana Oggi -: certi fatti di cui parla il video sono stati accertati, e alcuni dei responsabili dei crimini nei confronti di minori sono stati giustamente condannati. Detto questo, precisiamo che Sex crimes and the Vatican non \u00e8 un documentario ma un film. E come tutti i film, ha un protagonista e una storia destinati a esprimere un’idea: quella del suo autore o dei suoi autori’. Insomma, un’opera ‘a tesi’, che vuole trovare a ogni costo un colpevole sotto la cupola di San Pietro. E lo trova, come dimostra la scena del film in cui lo speaker afferma: ‘Invece di denunciare O’Grady (un prete pedofilo, ndr) la Chiesa lo protesse, nascondendolo alle autorit\u00e0… In ossequio alle direttive segrete della Chiesa cattolica, misero tutto a tacere. Responsabile di quella imposizione fu il cardinale Joseph Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI’. Parole terrificanti… Ma \u00e8 cos\u00ec? Esistono davvero direttive segrete di questo tipo? Ed emanate da Ratzinger?Monsignor Andrea Drigani, esperto in Diritto canonico, scuote la testa: ‘La segretezza \u00e8 indispensabile per tutelare vittime e indagato’. Quanto al documento incriminato, venne scritto nel 1962. ‘\u00c8 vero che non comparve sugli Acta Apostolicae Sedis – dice – , ma fu pubblicato a parte in un volumetto a parte. Quindi non era un documento segreto. Quanto alla segretezza nelle indagini, \u00e8 fondamentale, perch\u00e9 non \u00e8 la prima volta che ci sono state delle calunnie. \u00c8 vero che pu\u00f2 essere un’arma a doppio taglio, per\u00f2 ha la sua ragion d’essere: siamo in una materia molto delicata. Serve per la tutela dell’indagato, quindi per difendere la sua buona fama, e per impedire l’inquinamento delle prove’. E Ratzinger che cosa c’entrava? ‘Nulla, perch\u00e9 nel 1962 era un semplice professore di teologia in Germania’. In definitiva, un documento che stabiliva le procedure da seguire nei processi canonici, con la riduzione allo stato laicale dei preti colpevoli di pedofilia, e che richiedeva la segretezza del procedimento, viene dipinto come un mezzo per ‘nascondere’ gli scandali e proteggere i sacerdoti. L’argomento, che rimane scottante anche per alcune recenti vicende italiane, \u00e8 tornato in una conferenza stampa della 57a assemblea generale della Cei, appena conclusa in Vaticano. In quest’occasione il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori, ha ribadito: ‘La Chiesa nel suo insieme non pu\u00f2 essere colpevole di un reato commesso da una singola persona. Ci\u00f2 non significa che siamo distanti dalle vittime e dalle loro famiglie, n\u00e9 che rimaniamo inerti per la prevenzione di questi crimini, o non indichiamo ai vescovi di perseguire i sacerdoti incorsi in crimini cos\u00ec gravi’. La legislazione canonica, ha ricordato Betori, comporta infatti l’estromissione dallo stato clericale per i preti colpevoli di simili reati. Sul tema \u00e8 intervenuto anche don Fortunato Di Noto, fondatore di ‘Meter’, associazione impegnata da anni nella lotta alla pedofilia. Di Noto ha accusato la ‘perversa strategia culturale, in cui i casi di pedofilia di alcuni preti diventano il pretesto per aggredire e infangare la Chiesa. Non hanno fondamento – aggiunge – i tentativi di diffondere nell’opinione pubblica il convincimento che la Chiesa copra i reati di pedofilia al proprio interno, senza adoperarsi in alcun modo per combatterli’. Un esempio di impegno \u00e8 proprio Meter (www. associazionemeter.it), che si avvale anche del sussidio della Cei. ‘Sosteniamo le vittime ai processi e forniamo assistenza legale gratuita’. Meter si occupa anche di pedopornografia su Internet. ‘Dal 1995 ad oggi – fa sapere don Di Noto – Meter ha denunciato 165mila portali pedopornografici in tutto il mondo’. E quando ad abusare di un minore \u00e8 un rappresentante della Chiesa, come don Dess\u00ec, condannato a 12 anni di reclusione? ‘Si tratta – risponde – di un crimine orrendo, che va stigmatizzato senza riserve, ma sono percentuali minime, che non dovrebbero far dimenticare la stragrande maggioranza di sacerdoti e religiosi impegnata con dedizione per il bene dei giovani’. D’altro canto, sottolinea, ‘in 15 anni di attivit\u00e0 ho seguito solo tre casi di questo tipo, rivelatisi in seguito come false accuse’. Insomma, per il fondatore di Meter, ‘la Chiesa \u00e8 testimonianza quotidiana di impegno chiaro e determinato contro la pedofilia’, anche se ci\u00f2 ‘viene rimosso strumentalmente da chi ha interesse a gettarle addosso ombre e sospetti’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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