{"id":58678,"date":"2021-01-01T14:27:38","date_gmt":"2021-01-01T12:27:38","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=58678"},"modified":"2021-01-01T14:28:18","modified_gmt":"2021-01-01T12:28:18","slug":"celebrazioni-boccardo-spoleto","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/celebrazioni-boccardo-spoleto\/","title":{"rendered":"Te Deum e solennit\u00e0 di Maria Madre di Dio a Spoleto. Boccardo: “2020 da non dimenticare”"},"content":{"rendered":"
Il pomeriggio del 31 dicembre 2020 l\u2019arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha presieduto nel Duomo di Spoleto la messa, al termine della quale \u00e8 stato cantato il Te Deum<\/em> di ringraziamento per l\u2019anno trascorso. Un anno che si chiude con l’incertezza e le paure causate dal coronavirus e dunque con un bisogno ancora pi\u00f9 forte di riaffidare tutto al cielo. Nell\u2019omelia il presule ha sottolineato come l\u2019anno che volge al termine \u00e8 stato ricco di eventi, positivi e negativi, personali e sociali, custoditi da ciascuno nella memoria del cuore.\u00a0<\/span><\/p>\n \u201cTuttavia – ha detto mons. Boccardo – non possiamo non fare riferimento al coronavirus che da diversi mesi e in mille modi ci tocca da vicino. \u2018Questo \u00e8 un anno da dimenticare\u2019, sentiamo ripetere da amici e conoscenti, pronti a voltare pagina per lasciarsi alle spalle un passato da dimenticare e votati alla speranza di un futuro che sar\u00e0 certamente migliore, perch\u00e9 \u2018peggio di cos\u00ec non potr\u00e0 andare\u2019, si dice. E invece no. Questo 2020 non \u00e8 un anno da dimenticare, ma da ricordare. Perch\u00e9 ci ha offerto una lezione di vita, una lezione pi\u00f9 che mai \u2018in presenza\u2019 anche quando avveniva a distanza, perch\u00e9 \u00e8 entrato nella nostra carne, ci ha costretto a guardare ci\u00f2 che non avremmo voluto vedere\u201d.<\/span><\/p>\n L\u2019Arcivescovo ha ribadito come il Covid-19 sia una grande lezione riguardo ai limiti. \u201cCi \u00e8 richiesta la difficile arte di dirci dei no, di porci dei limiti e di attenerci ad essi, di non fare, di non andare, di non incontrare; arte che ci ricorda come il vero esercizio della libert\u00e0 personale consista nel darsi una regola di comportamento e nel rimanervi fedele. Ci siamo trovati di fronte, improvvisamente, alla preziosit\u00e0 del nostro tempo, che ora possiamo cogliere e sentire, non solo veder fuggire\u201d.<\/span><\/p>\n La pandemia \u00e8 una memoria mortis. \u201cChe ci ricorda – ha detto il presidente della Conferenza episcopale umbra – con brutalit\u00e0 che non solo la fragilit\u00e0 e la vulnerabilit\u00e0 sono parti costitutive della vita, ma anche la morte. Anzi, la vita non \u00e8 senza la morte e solo ci\u00f2 che vive ha la capacit\u00e0 di morire. Il Covid-19 ci ha obbligato a porci nuovamente di fronte all\u2019orizzonte della nostra fine naturale per recuperare quella sapienza che da sempre nasce dal pensare la vita tenendo presente la morte\u201d.<\/span><\/p>\n La pandemia ci ha mostrato infine che abbiamo bisogno gli uni degli altri. \u201cE ha contestato – ha sottolineato l\u2019arcivescovo Boccardo – le tendenze di radicalismo individualista che ci abitano. Noi siamo relazione: \u00e8 un insegnamento tanto semplice ed elementare quanto spesso disatteso e ignorato nel nostro vivere quotidiano. Proprio mentre ci chiede di osservare il distanziamento e di mettere la mascherina, la pandemia ci sprona ad assumere la responsabilit\u00e0 verso gli altri: la vita mia e degli altri, soprattutto dei pi\u00f9 fragili, dipende anche dai miei comportamenti. Ad una societ\u00e0 che chiude le frontiere a migranti e stranieri, che mette in atto politiche di respingimento, il virus che senza problemi passa frontiere e confini ha mostrato la stupidit\u00e0 e la cattiveria di politiche immunitarie che perseguono la sicurezza in modo ossessivo e si scoprono poi radicalmente insicure\u201d.<\/span><\/p>\n Nella messa per la solennit\u00e0 di Maria Madre di Dio, in cui la Chiesa celebra anche la Giornata mondiale della pace, tenutasi sempre nel Duomo di Spoleto il primo gennaio 2021, l\u2019arcivescovo Renato Boccardo ai fedeli presenti ha sottolineato il grande bisogno \u201cdi coraggio per vivere e non sopravvivere. C\u2019\u00e8 bisogno di coraggio – ha detto – per amare e lasciarsi amare, per sposarsi e fidarsi di un\u2019altra persona, per fare un figlio e poi essergli davvero padre o madre… Tanto pi\u00f9 per affrontare l\u2019attuale situazione, che ci confronta ogni giorno con la paura pi\u00f9 grande, quella della morte. Ma forse qui abbiamo bisogno ancora di un altro coraggio, quello che nasce non dalla paura ma dall\u2019accoglienza della vita come dono del tutto gratuito e immediato, cos\u00ec ricco e intenso da rendere il vivente capace di fare dono a sua volta della propria vita vivendola pienamente, al massimo, dandole il senso pi\u00f9 vero e pi\u00f9 bello che l\u2019uomo le possa mai dare, cio\u00e8 \u2018generando vita\u2019 a sua volta, facendosi carico dell\u2019altro, spendendosi. Chi infatti si dona e lo fa in modo molto concreto (in famiglia, nella societ\u00e0 civile ed ecclesiale, nel servizio disinteressato e nell\u2019assistenza gratuita ai pi\u00f9 deboli), infatti, \u2018deve\u2019 morire ogni giorno a se stesso, perch\u00e9 l\u2019amore ha una struttura pasquale. Il coraggio di cui parliamo \u2013 ha proseguito il presule – non \u00e8 allora banale ottimismo che vuol credere a tutti i costi che anche stavolta ce la faremo, o temerariet\u00e0 di chi nega tutto o non percepisce la potenza del rischio, n\u00e9 \u00e8 solo impegno pur benemerito a trovare rimedi, tanto meno \u00e8 solo pregare e impetrare da Dio la grazia di non essere toccati dal virus o di venirne fuori presto… Il coraggio credente non viene dalla paura, ma da quella fiducia che consente di guardare al futuro non pretendendo che \u2018tutto andr\u00e0 bene\u2019, ma sapendo con assoluta certezza che Dio sar\u00e0 al mio fianco, che non mi lascer\u00e0 solo, nemmeno se sar\u00f2 isolato o intubato in una stanza d\u2019ospedale, e mi dar\u00e0 in ogni caso la forza di vivere i miei giorni riempiendoli di luce. Perch\u00e9 Dio \u2013 ha concluso l\u2019Arcivescovo – \u00e8 fedele, amico affidabile, mani sicure, garanzia di un amore pi\u00f9 forte della morte. E mi posso fidare di lui!\u201d.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il pomeriggio del 31 dicembre 2020 l\u2019arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha presieduto nel Duomo di Spoleto la messa, al termine della quale \u00e8 stato cantato il Te Deum di ringraziamento per l\u2019anno trascorso. 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Una grande lezione sui limiti<\/h2>\n
La memoria del coronavirus<\/h2>\n
Il bisogno gli uni degli altri<\/h2>\n
La solennit\u00e0 di Maria Madre di Dio<\/h2>\n