{"id":58561,"date":"2020-12-26T13:47:45","date_gmt":"2020-12-26T11:47:45","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=58561"},"modified":"2020-12-26T13:49:11","modified_gmt":"2020-12-26T11:49:11","slug":"spoleto-monsignor-boccardo-in-duomo-per-le-celebrazioni-di-natale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/spoleto-monsignor-boccardo-in-duomo-per-le-celebrazioni-di-natale\/","title":{"rendered":"Spoleto, monsignor Boccardo in Duomo per le celebrazioni di Natale"},"content":{"rendered":"
SPOLETO-\u00a0La sera del 24<\/strong> e il giorno del 25 dicembre<\/strong> l\u2019arcivescovo di Spoleto-Norcia<\/strong><\/a> e presidente della Conferenza episcopale umbra<\/strong> (Ceu) monsignor Renato Boccardo<\/strong><\/a> ha celebrato la Messa<\/strong> della Notte e del Giorno di Natale<\/strong> nella Basilica Cattedrale<\/strong> di Spoleto.<\/p>\n La Messa della Notte<\/strong>\u00a0si \u00e8 tenuta alle 18<\/strong>, orario insolito ma necessario in questo tempo di restrizioni adottate per evitare il diffondersi del Covid-19<\/strong> e consentire cos\u00ec alle persone di fare rientro alle proprie case in tempo utile per la cena di famiglia. Come ha detto monsignor Boccardo<\/strong> nell\u2019omelia, infatti, Ges\u00f9 per venire al mondo non ha bisogno di orari da rispettare n\u00e9 di condizioni favorevoli, non ha neanche bisogno di una casa tutta sua; gli basta poco, pochissimo: solo un cuore disponibile che lo accolga<\/em>.<\/p>\n Per l\u2019Arcivescovo quella della Notte<\/strong> \u00e8 stata la prima Messa celebrata nell\u2019altare maggiore del Duomo<\/strong> dopo la positivit\u00e0 a causa del Coronavirus<\/strong> e il conseguente ricovero in ospedale. Un buon numero di fedeli si \u00e8 riunito in Cattedrale per la Veglia; al canto del Gloria, monsignor Boccardo<\/strong> ha scoperto il Bambinello, lo ha baciato e incensato.<\/p>\n “Ormai da mesi anche noi e il mondo intero -ha detto il Presule nell\u2019omelia- siamo come immersi in una oscurit\u00e0 che sembra inghiottire tutto e tutti, bloccare il ritmo della vita e la quotidianit\u00e0 delle relazioni, impedire qualsiasi programma o progetto, mentre ci richiama continuamente con duro realismo una delle dimensioni fondamentali dell\u2019esistenza: quella fragilit\u00e0 e provvisoriet\u00e0 che vorremmo con tutte le forze allontanare dal nostro orizzonte… Ci sentiamo dei naufraghi in un mare ignoto e pericoloso, siamo impauriti, disorientati, e preoccupati, mentre si diffonde il contagio della solitudine, si disgregano le reti che tengono insieme la societ\u00e0, si accentuano le divisioni tra le nazioni, le culture, i continenti; e una comunicazione soggetta all\u2019istinto e aliena dalla riflessione induce a chiudersi, genera l\u2019illusione di poter fare da soli, di poter vivere sani in un mondo malato.<\/p>\n Stiamo vivendo con il fiato corto<\/em>, come se fossimo in convalescenza persistente da un Coronavirus<\/strong> dell\u2019anima, che ci toglie a tratti i sapori e gli odori del vivere. Il tempo di pandemia che stiamo vivendo -ha proseguito- ci obbliga ad una maggiore attenzione, ad una frugalit\u00e0 non apparente, ci spoglia di quelle abitudini che da accessorie sono diventate spesso il motivo stesso della celebrazione del Natale<\/strong>. \u00c8 l’enorme macchina di festeggiamenti con cui abbiamo infarcito, fino quasi a nasconderlo, l’evento<\/em>\u00a0che fonda la ragione di tutto: una nascita in un luogo povero, fatto di stenti e difficolt\u00e0; una nascita che cambia l’uomo e il mondo e il tempo. Grazie alla spoliazione di quell\u2019opulenza che mette al centro di tutto tradizioni\u00a0altre<\/em>\u00a0rispetto all’unica che conti veramente, possiamo tornare alla grandezza della semplicit\u00e0”.<\/p>\n Nell\u2019omelia della Messa del\u00a0Giorno<\/strong>, invece, l\u2019arcivescovo Boccardo<\/strong> ha parlato di questo Natale<\/strong> come di uno tra i pi\u00f9 difficili.<\/p>\n “Siamo come travolti, in tutti i sensi e da tutti i punti di vista: familiare, sociale, sanitario, finanziario, materiale, e anche sul piano spirituale. Ma un Natale<\/strong> meno scintillante non \u00e8 un Natale<\/strong> meno autentico. Ricerchiamo allora nel nostro cuore quello che conta realmente, ci\u00f2 che \u00e8 davvero indispensabile, quei sentimenti e quei gesti che ci rendono uniti a coloro che amiamo. Anche su questo tempo strano e ingestibile il Natale proietta la sua luce e ci suggerisce scelte e atteggiamenti: in un\u2019epoca ricca di sfide e di tentazioni, sta a noi saper assumere le une e respingere le altre.<\/p>\n Il distanziamento sociale, necessario sul piano sanitario, induce purtroppo altre prese di distanza: un distanziamento psicologico che ci allontana dall’altro, alimenta il disinteresse e anche la diffidenza. Papa Francesco<\/strong> nella sua recente Enciclica\u00a0Fratelli tutti\u00a0<\/em>ci ricorda che la fraternit\u00e0 non conosce distanze fisiche. Il mio prossimo, anche se lontano, non cessa di essere prossimo. Le nostre mani, cos\u00ec sanificate dalla soluzione idro-alcolica, non siano impedite di sporcarsi nel servizio ai fratelli. Portiamo mascherine -ha ricordato il Presidente dei Vescovi umbri- per non respirare il virus.<\/p>\n Ma \u00e8 da tempo che portiamo maschere. Pi\u00f9 sottili, pi\u00f9 disete di questi piccoli tessuti. Maschere per illuderci di essere altri. Il Tentatore ama che ci mascheriamo, che interpretiamo un personaggio che non siamo noi. Dobbiamo invece essere noi stessi, restare noi stessi. Al di l\u00e0 delle nostre voglie di mascherarci”.<\/p>\n \n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" SPOLETO-\u00a0La sera del 24 e il giorno del 25 dicembre l\u2019arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) monsignor Renato Boccardo ha celebrato la Messa della Notte e del Giorno di Natale nella Basilica Cattedrale di Spoleto. 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