{"id":5856,"date":"2007-05-11T00:00:00","date_gmt":"2007-05-11T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5856"},"modified":"2007-05-11T00:00:00","modified_gmt":"2007-05-11T00:00:00","slug":"lumbria-che-non-vorremmo-vedere","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lumbria-che-non-vorremmo-vedere\/","title":{"rendered":"L’Umbria che non vorremmo vedere"},"content":{"rendered":"
Ha destato grande stupore e amarezza l’arresto, compiuto nel capoluogo umbro marted\u00ec scorso, di quattro persone. Due imprenditori: Leonardo Giombini e Carlo Gradassi, e due magistrati: Vincenzo Maccarone, sostituto procuratore generale presso la corte di Cassazione, e Lanfranco Balucani, consigliere di Stato. La cronaca dei fatti \u00e8 ormai nota per quel tanto che se ne pu\u00f2 sapere, trattandosi di accuse coperte da segreto giudiziario. Ma quello che non \u00e8 noto \u00e8 quanto vi \u00e8 dietro a questa vicenda, che ha avuto i suoi prodromi nell’arresto di Giombini del 29 maggio 2006, cui \u00e8 seguita una detenzione di 71 giorni, e quali e quante altre persone vi siano coinvolte. Per amor di patria preferiremmo pensare ad un grande equivoco e all’innocenza di coloro attualmente colpiti dalla privazione della libert\u00e0 personale. Siamo altrettanto amareggiati e preoccupati per il fatto che \u00e8 la prima volta che un magistrato manda in carcere un magistrato di cos\u00ec alto rango e un consigliere di Stato, e per questo la gente \u00e8 indotta a pensare che la corruzione sia diffusa nella nostra societ\u00e0 pi\u00f9 di quanto appaia in superficie e lambisca rive insospettabili. D’altra parte, campanelli d’allarme per scricchiolii delle strutture portanti del nostro tessuto civile da tempo si avvertono, messi subito a tacere per non disturbare i manovratori e per non frenare il mercato d’esportazione del prodotto turistico regionale. Recentemente anche nel nostro giornale, La Voce, ed esattamente nel n. 10 del 16 marzo scorso, abbiamo pubblicato l’opinione di Gianfranco Faina, gi\u00e0 direttore generale della Perugina e buon conoscitore del mondo industriale, economico e finanziario, che portava il titolo sinistro ‘La ‘Gomorra’ esiste anche in Umbria’. Prendendo lo spunto dal libro-denuncia di Roberto Saviano, intitolato appunto Gomorra, in cui denuncia il sistema della criminalit\u00e0 organizzata che domina parte del Sud d’Italia, Faina ritiene di poter dire, citando alcuni fatti, che qualcosa di simile \u00e8 penetrato, come stile di comportamento, anche nella nostra regione. Spiega il motivo del degrado della societ\u00e0 nella perdita dei valori morali, sostituiti dalla grande sete di successo, di potere e di denaro, costi quello che costi, passando sopra ad ogni ostacolo. Faina afferma: ‘La qualit\u00e0 e civilt\u00e0 del nostro tessuto sociale \u00e8 un valore ben pi\u00f9 importante dei monumenti, dei festival e dei minimetr\u00f2; \u00e8 il valore fondante del nostro sistema democratico ed il presupposto di un sano sviluppo economico’, facendo appello alla rinascita dei valori cristiani, che costituiscono la vera ricchezza della nostra terra umbra. Ci sembra che in questa direzione dovrebbero essere spese tutte le migliori energie del nostro territorio, quelle dei politici, amministratori, educatori, e di tutti i cittadini, laici e credenti, in un convergente sforzo per risalire la china del degrado, che non \u00e8 inarrestabile. Un esempio positivo si pu\u00f2 trarre dal recente Forum della regione sullo stato sociale, in cui laici e cattolici sono stati coinvolti alla pari per far fronte alle povert\u00e0 vecchie e nuove. Un esempio in negativo \u00e8 la lotta costante e denigratoria di alcune frange della nostra societ\u00e0 contro le impostazioni educative di ispirazione cattolica in ambito di etica personale, familiare e sociale, nella tutela della vita e della famiglia. In una societ\u00e0 in evoluzione, ‘tutto si tiene’ ed ogni frana pu\u00f2 trascinare tutti al crollo generale.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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