{"id":57643,"date":"2020-08-31T12:46:22","date_gmt":"2020-08-31T10:46:22","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=57643"},"modified":"2020-08-31T12:46:22","modified_gmt":"2020-08-31T10:46:22","slug":"nuovo-parere-ru486-umbria","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nuovo-parere-ru486-umbria\/","title":{"rendered":"Nuovo parere sulla RU486. Cosa fa l\u2019Umbria?"},"content":{"rendered":"

di\u00a0Assuntina Morresi*<\/strong><\/p>\n

In agosto sono state rese pubbliche le nuove linee di indirizzo sull\u2019aborto farmacologico firmate dal ministro Roberto Speranza, basate su un nuovo parere del Consiglio superiore di sanit\u00e0.<\/span><\/p>\n

E l\u2019aborto cambia radicalmente nella sua concezione, con una svolta a 180 gradi rispetto all\u2019impostazione della Legge 194 che ritiene l\u2019Interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) non solo un evento negativo di cui cercare di rimuovere le cause, ma un problema sociale, che ci riguarda tutti, e di cui le istituzioni sanitarie e sociali debbono farsi carico. <\/span><\/p>\n

\u00c8 per questo che, secondo la 194, l\u2019intera procedura deve svolgersi in una struttura ospedaliera autorizzata fra quelle del Servizio sanitario nazionale (Ssn).<\/span><\/p>\n

Cosa avveniva 10 anni fa<\/h2>\n

Dieci anni fa, invece, tre pareri del Consiglio superiore di sanit\u00e0 avevano orientato le linee di indirizzo per il metodo farmacologico, che prevedevano tre giorni di ricovero ordinario per chi volesse abortire con la RU486, evitando che le Ivg avvenissero al di fuori delle strutture del Ssn, senza tutele per le donne. <\/span><\/p>\n

L\u2019aborto chimico, infatti, \u00e8 di per s\u00e9 imprevedibile, nelle modalit\u00e0 e nei tempi: mediamente si impiega tre giorni a completare la procedura, ma possono essere anche di pi\u00f9 e soprattutto non \u00e8 possibile prevedere a priori quando inizier\u00e0 l\u2019emorragia che segna che l\u2019aborto \u00e8 in corso. <\/span><\/p>\n

Dieci anni fa, mentre la RU486 veniva introdotta in Italia dall\u2019Europa, chi scrive era consulente del ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi, ed era sottosegretaria Eugenia Roccella: insieme abbiamo seguito i lavori ministeriali che hanno portato alle precedenti linee di indirizzo.<\/span><\/p>\n

E proprio per la conoscenza diretta di quegli avvenimenti, Eugenia Roccella e io abbiamo firmato tre interventi sul quotidiano Avvenire<\/em>. <\/span><\/p>\n

Il primo del 12 agosto<\/strong> \u00e8 una lettera aperta ai governatori di tutte le regioni italiane.<\/span><\/p>\n

Indirizzi ministeriali e sentenze sulla\u00a0ru486<\/h2>\n

Spieghiamo che gli indirizzi ministeriali non sono vincolanti, tanto che dieci anni fa l\u2019Emilia Romagna se ne discost\u00f2 subito, organizzandosi per un regime di<\/span>\u00a0day hospital<\/em>,\u00a0e lo ha potuto fare: se un governatore volesse, insomma, potrebbe benissimo continuare a garantire un regime di ricovero ospedaliero, non per un boicottaggio ma per un di pi\u00f9 di sicurezza sanitaria, rispetto alle nuove<\/span>\u00a0indicazioni, che sono contraddittorie e non offrono tutele sufficienti nei confronti delle donne che affrontano l\u2019aborto chimico. <\/span><\/p>\n

Ma soprattutto chiediamo un monitoraggio specifico per l\u2019aborto farmacologico, per gli effetti collaterali e gli eventi avversi specifici per questa procedura, e che sfuggono alla farmacovigilanza, costruita<\/span>\u00a0intorno alle tecniche chirurgiche. <\/span><\/p>\n

Il secondo intervento, del 18 agosto<\/strong>, \u00e8 un commento al nuovo parere del Consiglio superiore di sanit\u00e0 e alle linee guida che ne sono derivate. Tante le contraddizioni interne, soprattutto la possibilit\u00e0 di abortire in consultorio \u00e8 evidentemente in contraddizione con la Legge 194, che ai consultori affida altre finalit\u00e0, e non li nomina neppure fra le strutture in cui si pu\u00f2 abortire.<\/span><\/p>\n

In un terzo intervento, del 23 agosto<\/strong>, rivolto al ministro Speranza, andiamo nel dettaglio della farmacovigilanza necessaria per monitorare la procedura abortiva farmacologica, illustrando i dati necessari da raccogliere. La governatrice umbra Tesei ha gi\u00e0 confermato l\u2019adesione alle nuove linee ministeriali, e l\u2019assessore Coletto ha specificato che sar\u00e0 anche possibile optare per il ricovero ospedaliero, per chi lo chiedesse, ma sicuramente non<\/span>\u00a0avr\u00e0 bisogno di specificarlo formalmente: non si pu\u00f2 certo vietare a livello regionale il ricovero ospedaliero, qualora ce ne fossero i presupposti clinici, a prescindere dal fatto che si parli di aborto o meno.<\/span><\/p>\n

In Umbria: mobilitazioni a sostegno della vita<\/h2>\n

Vedremo piuttosto se ci saranno iniziative della amministrazione per organizzare in Umbria una farmacovigilanza adeguata al nuovo corso abortivo farmacologico. Ma non \u00e8 tutto: ricordiamo che nella nostra regione si sta lavorando anche a un altro tavolo, fortemente richiesto dal Movimento per la Vita: fondi di sostegno alle maternit\u00e0 difficili. <\/span><\/p>\n

Nelle settimane scorse, nel pieno delle polemiche sull\u2019aborto, abbiamo chiesto alla politica locale un cambio<\/a> di passo: sosteniamo la vita! Dobbiamo farlo soprattutto quando ci sono condizioni difficili: tante donne in gravidanza, se sostenute adeguatamente, diventerebbero felicemente madri e non affronterebbero l\u2019esperienza pi\u00f9 drammatica che una donna pu\u00f2 fare nella sua vita, quella dell\u2019aborto. <\/span><\/p>\n

\u00c8 una ingiustizia evidente e radicale quella di uno stato che, a una donna incinta in difficolt\u00e0, offre solamente la possibilit\u00e0 di rinunciare al figlio, e non d\u00e0 invece quella solidariet\u00e0 concreta e fattiva che consentirebbe di farlo nascere. <\/span><\/p>\n

L\u2019esperienza del Movimento per la Vita dice che fra le migliaia di donne che sono riuscite a diventare madri perch\u00e9 hanno trovato l\u2019aiuto liberamente richiesto, nessuna si \u00e8 mai pentita di averlo fatto, ma ognuna \u00e8 rifiorita, ha trovato in s\u00e9 energie e forza e competenze inaspettate, che l\u2019hanno accompagnata nella vita insieme al proprio bambino. <\/span><\/p>\n

La politica in Umbria ha risposto al nostro appello. In regione, rappresentanti dell\u2019opposizione civica hanno gi\u00e0 presentato una proposta di legge a sostegno della natalit\u00e0, con aiuti per maternit\u00e0 difficili, mentre politici della maggioranza hanno annunciato un testo riguardante la famiglia. Anche a livello di amministrazione comunale ci sono state iniziative. Il lavoro continua.<\/span><\/p>\n

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Le novit\u00e0 del Css<\/span><\/h3>\n<\/blockquote>\n<\/div>\n
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L\u00a0e<\/span>\u00a0nuove linee di indirizzo annunciate dal ministro Speranza via Twitter, e anticipate con una circolare ministeriale, si basano su un parere del Consiglio superiore di sanit\u00e0 (Css) molto contraddittorio. Innanzitutto non si capisce perch\u00e8 siano state modificate quelle vigenti: non ci sono novit\u00e0 giuridiche n\u00e9 scientifiche, i prodotti chimici usati sono sempre gli stessi, e soprattutto non vengono mai messi in discussione i presupposti con cui i precedenti tre pareri del Css concordano nel ricovero ospedaliero.<\/span><\/p>\n

Al contrario, vengono confermate tutte le caratteristiche del metodo farmacologico, che lo rendono incerto, imprevedibile e pi\u00f9 pericoloso di quello chirurgico. Senza ricovero ospedaliero, infatti, \u00e8 possibile che l\u2019emorragia che segna l\u2019inizio dell\u2019aborto avvenga ovunque si trovi la donna \u2013 a casa, al lavoro, in giro \u2013 con tutte le conseguenze del caso. Impressiona leggere i criteri non clinici di ammissione al metodo: la donna non deve essere ansiosa, non deve avere una bassa soglia di tolleranza del dolore, non deve avere condizioni abitative troppo precarie, deve avere la possibilit\u00e0 di raggiungere il pronto soccorso dell\u2019ospedale entro un\u2019ora.<\/span><\/p>\n

\u00c8 poi significativo il fatto che per le minori che abortiscono con la RU486 continui l\u2019indicazione per il ricovero ospedaliero. Ma se fosse un metodo tanto migliore di quello chirurgico e meno invasivo, dovrebbero essere proprio le minori ad avere un accesso garantito: perch\u00e9 negarglielo?<\/span><\/p>\n

\u00c8 esteso il limite da 7 a 9 settimane di gravidanza, mostrando esplicitamente che gli eventi avversi raddoppiano in percentuale e, al contrario, commentando che l\u2019aumento \u00e8 lieve. E soprattutto ad applicare le linee ministeriali si rischiano fino a tre anni di reclusione: l\u2019articolo 19 della Legge 194 prevede queste sanzioni per chi pratica l\u2019aborto al di fuori delle modalit\u00e0 previste negli artt.5 e 8, cio\u00e8 anche per aborti effettuati al di fuori delle strutture del Ssn esplicitate. E il domicilio delle donne, e i consultori sono nel nuovo indirizzo ministeriale, ma non nella legge.<\/span>\u00a0(A.M.)<\/p>\n<\/blockquote>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n

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*pres. Movimento per la Vita – Umbria<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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