{"id":57607,"date":"2020-07-30T18:27:33","date_gmt":"2020-07-30T16:27:33","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=57607"},"modified":"2021-02-11T17:41:17","modified_gmt":"2021-02-11T15:41:17","slug":"i-soldi-non-mancano-il-problema-adesso-e-chi-li-spendera-e-come","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/i-soldi-non-mancano-il-problema-adesso-e-chi-li-spendera-e-come\/","title":{"rendered":"I soldi non mancano. Il problema adesso \u00e8: chi li spender\u00e0 e come"},"content":{"rendered":"

Temeva, Giuseppe Conte, di non poter essere lui a gestire e spendere l\u2019inaspettato afflusso di risorse provenienti dall\u2019Europa, per i giochi e i giochini politici – veri o presunti – che si stavano realizzando nel dietro le quinte di una politica italiana dalla trama debole, improvvisata e provvisoria.<\/p>\n

\u201cOra i soldi muovono la politica\u201d<\/h2>\n

Poi per\u00f2 sono arrivati gli applausi e la stima – anche quella, vera o presunta – per un premier che nella trattativa di Bruxelles, dove ognuno ha cercato di tirare pi\u00f9 acqua possibile al proprio mulino (a cominciare dal rappresentante del Paese per eccellenza dei mulini, a vento), con il determinante ausilio di alcuni ministri, tutti Pd, del suo Governo, ha saputo tenere botta, riuscendo a far assegnare all\u2019Italia tanti di quei soldi (207 miliardi di euro, 81 dei quali a fondo perduto) che ora il problema sar\u00e0 come spenderli. Insomma, la politica a Bruxelles ha mosso i soldi. Ora i soldi muovono la politica.<\/p>\n

Finito di applaudire Conte, la questione \u00e8 diventata chi e come debba gestire i fondi europei per far ripartire l\u2019economia massacrata dal coronavirus. Anche perch\u00e9 si sa che in politica poter contare sul denaro equivale alla possibilit\u00e0 di creare consenso. E allargare il proprio potere.<\/p>\n

Escluso fin da subito che si possa affidare la gestione delle risorse all\u2019ennesima commissione di super-esperti, si sta facendo strada una via intermedia, con Conte (e soprattutto il ministero dell\u2019Economia e i suoi tecnici) a dettare e redigere progetti e obiettivi (il \u2018Piano nazionale delle riforme\u2019 da presentare in Ue dev\u2019essere pronto per ottobre).<\/p>\n

Ma con il Parlamento, il bistrattato e ormai quasi istituzionalmente impalpabile Parlamento italiano, a dire la sua tramite due commissioni, una della Camera e una del Senato. In cui coinvolgere anche le forze di opposizione, a partire dalla \u2018dialogante\u2019 Forza Italia. Se questo schema operativo (Giuliano Amato lo ha \u2018benedetto\u2019, dicendo che alla responsabilit\u00e0 del Governo si deve affiancare necessariamente quella delle Camere) sar\u00e0 rispondente alle direttive europee ed efficace nel direzionare dal 2021 nella maniera pi\u00f9 incisiva tutti i fondi teoricamente a disposizione, lo sapremo in autunno.<\/p>\n

Mattarella:si faccia \u201cconcreto ed efficace programma di interventi\u201d<\/h2>\n

Nel frattempo, uno dei pochi, veri saggi del nostro tempo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con poche parole ha saputo condensare quanto successo a Bruxelles e quello che dovr\u00e0 accadere nelle prossime settimane in Italia.<\/p>\n

Per Mattarella, l\u2019esito della trattativa Ue \u201ccontribuisce alla creazione di condizioni proficue perch\u00e9 l\u2019Italia possa predisporre rapidamente un concreto ed efficace programma di interventi\u201d. Un commento le cui parole chiave sono nel testo (\u201cconcreto ed efficace programma di interventi\u201d) ma anche fuori dal testo.<\/p>\n

Perch\u00e9 il Capo dello Stato si \u00e8 guardato bene dall\u2019usare il termine \u2018riforme\u2019, che in Italia da decenni vuol dire tutto e niente. Inutile, dunque, elencare nuovamente i settori da cui ripartire per modernizzare il Paese (sanit\u00e0, scuola, pensioni, pubblica amministrazione, lavoro): un Paese che ha bisogno, senza tanti giri di parole, di pi\u00f9 sviluppo e maggiore equit\u00e0 sociale.<\/p>\n

Dove intervenire si sa. Meno il come.<\/h2>\n

Come arrivarci, lo devono decidere le forze politiche di un panorama italiano in cui sembrano regnare non l\u2019ancoraggio a valori e ideali definiti ma improvvisazione, opportunismo e ricorso a furbizie e stratagemmi. E in cui le differenze di approccio tra le diverse forze politiche si stanno progressivamente minimizzando, a partire dal linguaggio, con \u201cuna sorta di involontaria omologazione del ceto politico\u201d, come ha scritto Marco Follini.<\/p>\n

Dunque, non bisogna farsi illusioni sulla possibilit\u00e0 che la generazione politica tutta, attualmente al comando in Italia riuscir\u00e0 nell\u2019intento di usare al meglio i tanti soldi europei per evitare il baratro e rigenerare la spenta vitalit\u00e0 di un Paese dove \u00e8 dimostrato – come ha fatto notare lo stesso Giuliano Amato – che \u201csappiamo spendere soprattutto per distribuire sussidi\u201d. In questa decisiva partita, non baster\u00e0 lanciare soldi dall\u2019alto con l\u2019elicottero. Per fare le riforme servirebbero veri e convinti riformisti.<\/p>\n

Daris Giancarlini<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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