{"id":5729,"date":"2007-03-09T00:00:00","date_gmt":"2007-03-09T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5729"},"modified":"2015-06-24T12:44:03","modified_gmt":"2015-06-24T10:44:03","slug":"la-misericordiosa-pazienza-di-dio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-misericordiosa-pazienza-di-dio\/","title":{"rendered":"La misericordiosa pazienza di Dio"},"content":{"rendered":"

Quello di oggi \u00e8 un brano tipicamente ed esclusivamente lucano, senza paralleli negli altri Vangeli. \u00c8 composo di due detti gemelli costruiti in maniera parallela che introducono la parabola del fico infruttuoso. I due detti di Ges\u00f9 commentano recenti episodi di cronaca nera accaduti a Gerusalemme nell’imminenza della Pasqua. Il primo \u00e8 narrato a Ges\u00f9 da anonimi ascoltatori, forse conterranei amici, che raccontano esterrefatti: Pilato ha fatto uccidere dai suoi soldati alcuni galilei mentre offrivano un sacrificio nel Tempio durante le recenti feste pasquali. Forse erano zeloti, o scambiati per tali dall’autorit\u00e0 romana, che dava loro la caccia come terroristi.<\/p>\n

L’episodio \u00e8 in linea col carattere violento di Pilato, come ci viene presentato dai documenti storici. Il racconto dei testimoni tradisce l’indignazione per l’efferato delitto e per il sacrilegio. Nonostante l’immunit\u00e0 garantita dal luogo sacro, non ci si poteva sentire pi\u00f9 al sicuro nemmeno nella casa di Dio. Il Tempio era stato profanato e per alcuni giorni non si poteva pi\u00f9 celebravi il culto. Poich\u00e9, secondo la morale farisaica corrente, non c’\u00e8 castigo senza colpa, quelle vittime dovevano aver commesso enormi peccati per meritare una fine cos\u00ec orribile. A questo punto Ges\u00f9 aggiunge che, se fosse vera, la regola varrebbe anche per quei 18 uomini sepolti dal crollo della torre di Siloe. Una disgrazia anche questa che sarebbe segno della punizione divina? “No, quegli uomini morti cos\u00ec tragicamente non sono pi\u00f9 colpevoli degli altri”.<\/p>\n

Il commento di Ges\u00f9 intende sfatare la concezione che collega meccanicamente la disgrazia al peccato. Se Dio applicasse questa regola, chi si salverebbe? Tutti sono peccatori. Le violenze e le disgrazie fanno parte della storia umana e sono segno della cattiveria e della fragilit\u00e0 che ogni uomo si porta addosso. Quando accadono, ci devono far riflettere proprio sulla nostra vulnerabilit\u00e0 e precariet\u00e0. Tutti siamo esposti a eventi imprevedibili; nessuno \u00e8 autorizzato a giudicare gli altri col metro del successo o del fallimento. Pi\u00f9 che a distribuire colpe, ognuno dovrebbe pensare a fare un serio esame di coscienza personale. \u00c8 saggio domandarsi: quando sar\u00e0 il mio turno, sar\u00f2 pronto ad affrontare il giudizio di Dio? La vera disgrazia da temere \u00e8 l’essere esclusi dalla vera vita, quella con Dio, la vita eterna. Ges\u00f9 invita a guardare la nostra esistenza terrena in vista della morte, che non ci deve trovare impreparati. Ci\u00f2 che conta \u00e8 vivere con onest\u00e0 e impegno: allora la morte, comunque venga, non fa paura pi\u00f9 di tanto.<\/p>\n

\u00c8 necessario convertirsi a Dio e alla sua volont\u00e0 di salvezza, finch\u00e9 abbiamo tempo. Anche perch\u00e9 non sappiamo quanto ne abbiamo ancora a disposizione. Il Vangelo \u00e8 ricco di inviti a vigilare e a tenersi pronti per l’incontro con Dio, perch\u00e9 non sappiamo n\u00e9 il giorno n\u00e9 l’ora. Convertirsi vuol dire pensare al nostro vero bene e preparalo con una vita degna. Dio aspetta da noi frutti di bene, non belle intenzioni; ci giudicher\u00e0 sui fatti, non sulle parole. Per avvalorare la sua esortazione, Ges\u00f9 narra a questo punto la parabola del fico infruttuoso. Il racconto \u00e8 ambientato nella campagna palestinese coltivata a vigneti, con qualche albero di fico disseminato tra le viti. Il vino, l’uva passa e i fichi (freschi o secchi) erano molto apprezzati perch\u00e9 comparivano a tavola solo nei giorni di festa e assumevano il significato della gioia e dell’allegria familiare.<\/p>\n

Per i profeti la vite e il fico erano addirittura simbolo del popolo di Dio trapiantato dal deserto alla terra fertile di Cannan. Osea mette in bocca a Dio queste parole: “Trovai Israele come uva nel deserto, guardai i vostri padri come fichi primaticci” (Os<\/em> 9,10). Quello dell’albero di fico \u00e8 dunque un simbolo adatto ad indicare il valore della persona, ma anche la sua capacit\u00e0 di produrre frutti preziosi e buoni nella vita. Ges\u00f9 narra che il padrone della vigna viene ripetutamente, tre anni di seguito, a cercare frutti sul suo albero, ma non ne trova. Dice allora al suo contadino che \u00e8 ormai ora di tagliarlo, perch\u00e9 sfrutta inutilmente il terreno succhiando umore alla viti.<\/p>\n

Era la minaccia prospettata da Giovanni Battista, che annunciava ai suoi contemporanei: “La scure \u00e8 gi\u00e0 posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sar\u00e0 tagliato e gettato nel fuoco” (Lc<\/em> 3,9). La venuta di Ges\u00f9 annuncia la salvezza di Dio, non il suo giudizio. Egli \u00e8 il contadino che intercede favore del fico proponendo al padrone una proroga; nel frattempo si impegna a zappargli la terra intorno e a concimarlo. Una cura del tutto speciale per un albero che nasce spontaneo e non ha bisogno di attenzioni particolari. Nessuno si era mai sognato un trattamento simile. La dilazione \u00e8 un appello estremo di Ges\u00f9, che descrive il suo dialogo con il Padre a favore di chi rifiuta frutti di vera conversione. Dio vuole tutti salvi, e concede a ciascuno il tempo e la possibilit\u00e0 di cambiare vita.<\/p>\n

Quello annunciato da Ges\u00f9 \u00e8 un Dio paziente e misericordioso. I due fatti di cronaca descritti sopra non contenevano un giudizio punitivo, ma un invito a riflettere sulla preziosit\u00e0 del tempo della vita. Non si pu\u00f2 rifiutare impunemente la misericordiosa pazienza del Signore, che sa attendere e prendersi cura di ciascuno con solerzia e amore. Non si pu\u00f2 dimenticare l’urgenza della conversione, dato che la vita dell’uomo \u00e8 fragile ed esposta a continui rischi. Nessuno pu\u00f2 prevedere la sua fine. Rifiutare ostinatamente il richiamo di Dio potrebbe portare il rischio del “troppo tardi”. \u00c8 in gioco la vera vita.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Quello di oggi \u00e8 un brano tipicamente ed esclusivamente lucano, senza paralleli negli altri Vangeli. \u00c8 composo di due detti gemelli costruiti in maniera parallela che introducono la parabola del fico infruttuoso. I due detti di Ges\u00f9 commentano recenti episodi di cronaca nera accaduti a Gerusalemme nell’imminenza della Pasqua. Il primo \u00e8 narrato a Ges\u00f9 […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/5729"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=5729"}],"version-history":[{"count":2,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/5729\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":36448,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/5729\/revisions\/36448"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=5729"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=5729"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=5729"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}