{"id":56901,"date":"2020-04-17T09:37:08","date_gmt":"2020-04-17T07:37:08","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=56901"},"modified":"2020-04-23T21:19:36","modified_gmt":"2020-04-23T19:19:36","slug":"messa-senza-popolo-covid-19","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/messa-senza-popolo-covid-19\/","title":{"rendered":"Celebranti senza popolo: la messa al tempo del Covid-19"},"content":{"rendered":"

Con uno dei decreti della presidenza del Consiglio dei ministri l\u20198 marzo sono state sospese<\/strong>, in via preventiva, le cerimonie civili<\/strong> e religiose<\/strong> su tutto il territorio nazionale.<\/p>\n

Contestualmente la Conferenza episcopale italiana<\/a>, come le Conferenze delle varie regioni ecclesiastiche, in ottemperanza a quanto stabilito dagli organi di governo, hanno diramato diversi comunicati, note e indicazioni pastorali, tutte in fin dei conti con lo stesso risultato: sospensione delle messe con la partecipazione di popolo<\/strong>.<\/p>\n

Settimana santa a porte chiuse<\/h3>\n

Abbiamo atteso con speranza che almeno per la Settimana santa, la grande Settimana, le misure emergenziali si potessero attenuare, invece: Settimana santa a porte chiuse. Questa assenza di popolo<\/strong> e assenza per il popolo<\/strong> ha suscitato non pochi commenti nel mondo ecclesiale, a tutti i livelli. Come spesso accade in una interpretazione avventata della realt\u00e0, abbiamo corso il rischio, o nel rischio siamo caduti, di fornire \u201cricette facili\u201d, che probabilmente non sono frutto – anche se le parti appaiono ben preparate – di una riflessione pi\u00f9 attenta e meno ideologizzata.<\/p>\n

Quest\u2019ultima infatti dovrebbe proporre una lettura della realt\u00e0 attuale pi\u00f9 ponderata e meno impulsiva. Con questo non intendo esporre una rigorosa riflessione sul tema della messa senza adunanza di popolo; cercher\u00f2 piuttosto di offrire un contributo che scaturisce dal sincero desiderio di portare equilibrio tra le parti, dove \u201cequilibrio\u201d non \u00e8 sinonimo di \u201ccompromesso\u201d.<\/p>\n

Messa senza popolo<\/h3>\n

Ma ora veniamo al dunque: messa senza popolo s\u00ec o messa senza popolo no?<\/strong><\/p>\n

Per rispondere prendo come base del ragionamento il numero 254 dell\u2019Ordinamento generale del Messale romano che cos\u00ec afferma:<\/p>\n

\u201cla celebrazione senza ministro o senza almeno qualche fedele non si faccia se non per un giusto e ragionevole motivo\u201d.<\/p><\/blockquote>\n

Indubbiamente in questi tempi di emergenza sanitaria stiamo vivendo tale \u201cgiusto e ragionevole motivo\u201d, che legittima la celebrazione dell\u2019eucarestia con il solo presbitero o con il presbitero e un ministro, ma questa forma rimane un\u2019eccezione all\u2019ordinariet\u00e0. Difatti, la ratio che soggiace all\u2019Ordinamento \u00e8 la stessa della Sacrosanctum Concilium, la quale a sua volta trova ispirazione nella Scrittura e nella Tradizione. La comunit\u00e0 \u00e8 il soggetto celebrante<\/strong> e non lo \u00e8 il solo ministro ordinato, il quale fa parte della stessa assemblea presiedendola.<\/p>\n

La celebrazione \u00e8 affare di popolo<\/h3>\n

Le testimonianze bibliche<\/strong>, come quelle patristiche, come le fonti liturgiche, che non cito perch\u00e9 innumerevoli, concordano sul fatto che la celebrazione dell’eucaristia \u00e8 affare di popolo e non di singolo. Popolo concreto adunato intorno alla mensa per celebrare il mistero pasquale.<\/p>\n

In altre parole, la celebrazione eucaristica<\/strong> \u00e8 nata e cresciuta in una dimensione comunitaria. La comunit\u00e0 cristiana trova in essa la sua fonte sorgiva. Da questo non si sfugge. \u00c8 per questo che l\u2019attuale Messale romano nel suo Ordo Missae parla di \u201cpopulo congregato\u201d e non di \u201csacerdos parato\u201d, come invece faceva il Messale tridentino, quale condizione per dare inizio alla celebrazione. Eppure ci\u00f2 che viviamo – faticosamente sia da parte dei laici che del clero – in questi giorni \u00e8 una liturgia vissuta \u201csine populo congregato\u201d.<\/p>\n

Messa in diretta<\/h3>\n

Per far fronte a ci\u00f2 molti sacerdoti hanno pensato di trasmettere le messe in diretta attraverso i social media. <\/strong>Gesto apprezzabile ed espressione di vicinanza, ma che non pu\u00f2 in alcuna maniera essere considerato come surrogato di un\u2019assemblea \u201cviva\u201d che si raduna per il rendimento di grazie. Per questo, pi\u00f9 che moltiplicare le dirette, si sarebbe potuto recuperare, da parte del clero (e far recuperare al popolo di Dio), il senso di una messa celebrata pro populo seppur in sua assenza.<\/p>\n

Infatti, la liturgia, anche se in \u201cforma privata\u201d, \u00e8 sempre azione di Cristo e della Chiesa tutta che celebra \u00abapplicando per la salute del mondo intero l\u2019unica e infinit\u00e0 virt\u00f9 redentrice del sacrificio della Croce\u00bb (Paolo VI, Mysterium fidei).<\/p>\n

Un altro aspetto su cui avremmo potuto impegnarci di pi\u00f9 \u00e8 la necessit\u00e0 di recuperare<\/strong>, in questo tempo particolare, la dimensione familiare del celebrare<\/strong>. Far riscoprire alle famiglie il loro essere chiesa domestica, in cui si pu\u00f2 lodare il Signore attraverso varie forme. La Liturgia delle ore o l\u2019ascolto e la meditazione della Parola di Dio.<\/p>\n

In conclusione, ritengo che tale questione vada affrontata da una prospettiva diversa, pi\u00f9 equilibrata, tenendo maggiormente conto della complessa e provvisoria situazione pastorale che tale emergenza sta suscitando nelle nostre comunit\u00e0 cristiane.<\/p>\n

La messa senza popolo<\/strong> non pu\u00f2 dunque che rimanere un’eccezione, pur sofferta, alla forma ordinaria, che tutti speriamo di riprendere al pi\u00f9 presto.<\/p>\n

Francesco Verzini<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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