{"id":56638,"date":"2020-03-27T12:10:48","date_gmt":"2020-03-27T10:10:48","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=56638"},"modified":"2020-03-27T12:11:44","modified_gmt":"2020-03-27T10:11:44","slug":"gli-annunciatori-della-vita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/gli-annunciatori-della-vita\/","title":{"rendered":"Gli annunciatori della Vita"},"content":{"rendered":"

La vita che si fa speranza di un\u2019Altra Vita<\/h2>\n

\u201cLa nostra vita \u00e8 pellegrinaggio, di cielo siamo fatti: ci soffermiamo un po\u2019 qui e poi riprendiamo la nostra strada\u201d
\n(Loreto, 4 ottobre 1962).<\/p>\n

Questa frase fu pronunciata da Papa Giovanni<\/strong> nel suo pellegrinaggio a Loreto, per affidare a Maria la prossima apertura del Concilio, precedentemente era stato ad Assisi, presso la tomba di San Francesco con la medesima intenzione. Una frase che se accolta in profondit\u00e0 ci riconcilia con gli eventi della nostra vita. Di cielo siamo fatti e la nostra abituale dimora \u00e8 l\u2019eternit\u00e0.<\/p>\n

Da quella \u201ccasa\u201d, Lazzaro, l\u2019amico di Ges\u00f9, \u00e8 richiamato per un motivo ben preciso: \u201caffinch\u00e9 voi crediate\u201d (Gv 11,15). Il \u201csegno\u201d che Ges\u00f9 compie, ossia la resurrezione dell\u2019amico ha una efficacia immediata: \u201cmolti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ci\u00f2 che egli aveva compiuto, credettero in lui\u201d (v. 45). Lo leggiamo nelle letture di questa V Domenica di Quaresima<\/a> \u2013 29 marzo 2020.<\/p>\n

S\u00ec, Ges\u00f9 si serve di questo segno come annuncio della \u201csalvezza integrale\u201d, che si identifica con la sua persona: \u201cIo sono la risurrezione e la vita\u201d (v. 25). Ma il miracolo si compie per la fede gi\u00e0 presente di qualcun altro, Marta, sorella di Lazzaro e Maria.<\/p>\n

Di fronte alla domanda ben precisa di Ges\u00f9, ella professa la sua fede riconoscendolo come il Messia: \u201cS\u00ec, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo\u201d (v. 27). Lazzaro \u00e8 richiamato in vita, all\u2019amore dei cari, per la fede della sue sorelle, che \u201cincrociando\u201d la vita di Ges\u00f9 lo accolgono nella loro casa. Betania sar\u00e0 sempre una sosta di ristoro del cammino di Ges\u00f9, l\u00ec \u201cposer\u00e0 il capo\u201d pi\u00f9 volte, l\u00ec trover\u00e0 ristoro e calore umano.<\/p>\n

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I legami veri non generano mai possesso ma nella libert\u00e0 spingono ad amare senza misura.<\/h3>\n

Per questa famiglia che custodisce l\u2019intimit\u00e0 di Ges\u00f9, il segno del ritorno in vita di Lazzaro, indica la via privilegiata che attesta la possibilit\u00e0 dei legami che vanno oltre la morte. Lazzaro torna in vita<\/strong>, momentaneamente, sarebbe poca cosa la fede nel miracolo di Ges\u00f9, se essa non abbracciasse la fede nella vita senza fine. \u00c8 questa fede che rende possibili anche quei segni terreni che hanno l\u2019eco dell\u2019eternit\u00e0.<\/p>\n

La fede<\/strong> \u00e8 il filo conduttore che tiene uniti i tre brani di queste tre domeniche, una fede che nasce dall\u2019ascolto, che nel dialogo aperto senza preclusioni fa scoprire Ges\u00f9, il salvatore della tua vita e fa scaturire l\u2019amore per lui che si fa annuncio gioioso.<\/p>\n