{"id":56522,"date":"2020-03-21T15:22:00","date_gmt":"2020-03-21T13:22:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=56522"},"modified":"2020-04-20T17:20:02","modified_gmt":"2020-04-20T15:20:02","slug":"la-luce-che-illumina-i-ciechi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-luce-che-illumina-i-ciechi\/","title":{"rendered":"La Luce che illumina i ciechi"},"content":{"rendered":"
Siamo alla seconda tappa del nostro cammino verso la Pasqua<\/strong> segnato dalle grandi icone evangeliche in cui Ges\u00f9 si identifica con i \u201csimboli\u201d battesimali. Proveniamo dalla domenica in cui ci siamo dissetati all\u2019acqua viva: \u201cChi berr\u00e0 dell\u2019acqua che io gli dar\u00f2, non avr\u00e0 pi\u00f9 sete in eterno\u201d ( Gv 4,14); questa domenica veniamo illuminati da Cristo luce del mondo (v. 5); domenica prossima Lazzaro attester\u00e0 che Cristo \u00e8 la risurrezione e la vita ( Gv 11,25).<\/p>\n Un cammino che ci accompagna alla riscoperta del nostro battesimo e accompagna coloro che nella Veglia pasquale risorgeranno a vita nuova<\/strong>, immersi nell\u2019acqua che illumina e d\u00e0 vita. Questa quarta domenica rappresenta anche una particolarit\u00e0 nel percorso quaresimale; \u00e8 chiamata \u201cdomenica in Laetare \u201d, ossia domenica della gioia<\/strong>. Il termine \u00e8 mutuato dall\u2019antifona d\u2019ingresso della celebrazione eucaristica: \u201cRall\u00e8grati, Gerusalemme, e voi tutti che l\u2019amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell\u2019abbondanza della vostra consolazione\u201d. Il motivo della gioia e dell\u2019esultanza – ricorda la Colletta pasquale – \u00e8 l\u2019approssimarsi della Pasqua, verso la quale siamo chiamati a camminare con fede viva.<\/p>\n Ma come gioire in tempo di deserto liturgico, di \u201cdigiuno eucaristico\u201d del popolo di Dio?<\/strong> Con la memoria grata per l\u2019abbondanza della grazia celebrata e vissuta nel tempo. Una memoria che irrora di speranza l\u2019attuale deserto, dove \u201clo Spirito ci ha condotti\u201d, un deserto che per\u00f2 continua a essere irrigato e fiorir\u00e0 a tempo debito.<\/p>\n Viviamo bene anche questo tempo senza cercare \u201ccolpevoli\u201d, come ci indica il Vangelo di questo domenica. Ges\u00f9, infatti, supera la visione della malattia come conseguenza del peccato. I discepoli stessi lo interrogano proprio su questo, e chiedono conto a Ges\u00f9 della condizione di quell\u2019uomo che sulla strada sta chiedendo l\u2019elemosina ( Gv 9,1-2).<\/p>\n Il luogo della vita, ogni condizione della vita \u00e8 accompagnata dalla presenza di Cristo, e spesso le situazioni di precariet\u00e0 appaiono luoghi privilegiati della manifestazione del Signore, infatti Ges\u00f9 completa l\u2019insegnamento ai discepoli dicendo che quest\u2019uomo \u00e8 cieco \u201cperch\u00e9 in lui siano manifestate le opere di Dio\u201d<\/strong> (v. 3). Ritroveremo un\u2019affermazione simile nel Vangelo di domenica prossima, nel dialogo tra i discepoli e Ges\u00f9 di fronte alla malattia di Lazzaro: \u201cQuesta malattia non porter\u00e0 alla morte, ma \u00e8 per la gloria di Dio, affinch\u00e9 per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato\u201d<\/strong> ( Gv 11,4).<\/p>\n Mentre accompagna la fatica dei discepoli con il suo insegnamento, Ges\u00f9 \u00e8 tuttavia costretto dall\u2019incredulit\u00e0 di giudei, farisei, scribi e dottori della Legge a emettere una delle sentenze pi\u00f9 dure nei loro confronti: \u201c\u00c8 per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perch\u00e9 coloro che non vedono, vedano, e quelli che vedono diventino ciechi\u201d (v. 39). La Luce che illumina i cechi rende cieco chi ha la pretesa di vedere con le proprie le lenti distorte dalla durezza di cuore. Il cieco<\/strong> nato si lascia illuminare da Ges\u00f9<\/strong>, \u201cvera luce del mondo\u201d ( Gv 1,9) e \u201calla sua luce vede la Luce\u201d ( Sal 36,10).<\/p>\n Il cammino di \u201cilluminazione\u201d<\/strong> del cieco nato coincide con un cammino nella fede, che lo porta a riconoscere Ges\u00f9 come il Figlio dell\u2019uomo fino alla prostrazione adorante ( Gv 9,35-38). Un percorso reso possibile dalla grazia che viene dall\u2019alto e dall\u2019umilt\u00e0 che lo solleva dal buio e dal fango della vita<\/strong>, lavata dall\u2019acqua della piscina di Siloe (v. 7). Mentre la luce si fa largo nelle tenebre del cieco, la stessa luce getta nella tenebre quanti si sono certi della loro \u201cindiscutibile\u201d capacit\u00e0 di vedere. Costoro non riescono a vedere nemmeno la realt\u00e0 dei fatti: il cieco per ben due volte ha dovuto spiegare loro l\u2019accaduto (vv. 15.26-27)!<\/p>\n La mancanza di fede sembra distorcere anche la capacit\u00e0 fisica di vedere la realt\u00e0. Il vedere nel Vangelo di Giovanni non \u00e8 solo uno dei cinque sensi, ma \u00e8 la capacit\u00e0 di guardare la realt\u00e0 con gli occhi della fede<\/strong>, ecco perch\u00e9 Ges\u00f9 chiama ciechi e guide cieche i suoi oppositori ( Mt 15,14).<\/p>\n La fede in questo nostro tempo \u00e8 messa alla prova, ma proprio nella prova il Signore si fa presente con la sua consolazione. Mi \u00e8 molto di aiuto in questo tempo la parola di un\u2019anziana che, inferma sul suo letto, un po\u2019 addormentata, alla domanda se intendeva fare la comunione, disse: \u201cS\u00ec, non aspettavo che questo momento, la desideravo come un cieco desidera la luce\u201d. Una stupenda sintesi della nostra fede: il desiderio di Lui \u00e8 gi\u00e0 comunione con Lui.<\/p>\n Don Andrea Rossi<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Siamo alla seconda tappa del nostro cammino verso la Pasqua segnato dalle grandi icone evangeliche in cui Ges\u00f9 si identifica con i \u201csimboli\u201d battesimali. 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