{"id":5642,"date":"2007-01-26T00:00:00","date_gmt":"2007-01-26T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5642"},"modified":"2015-06-24T14:52:37","modified_gmt":"2015-06-24T12:52:37","slug":"il-rifiuto-di-dio","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/il-rifiuto-di-dio\/","title":{"rendered":"Il rifiuto di Dio"},"content":{"rendered":"
Siamo ancora nella sinagoga di Nazareth come domenica scorsa, stiamo ancora ascoltando la prima predica di Ges\u00f9 appena iniziata con le parole di apertura riportate anche oggi dalla liturgia. Ges\u00f9 sta dicendo che in quel momento si \u00e8 compiuta la Scrittura da lui proclamata solennemente, la promessa di Dio si \u00e8 realizzata. Dio ha inaugurato l’anno di grazia, il tempo salvifico (il kairos<\/em>), egli \u00e8 entrato ormai in maniera decisiva nella nostra storia. \u00c8 un modo diverso per dire, come in Mc<\/em> 1,15: “Il tempo \u00e8 compiuto, il regno di Dio \u00e8 vicino”.<\/p>\n Con l’invio di Cristo la sovranit\u00e0 potente e misericordiosa di Dio \u00e8 venuta nel mondo, Dio \u00e8 qui accanto alle sue creature povere e bisognose, \u00e8 gi\u00e0 iniziata la liberazione dal peccato e dal male. Ges\u00f9 ha gi\u00e0 cominciato a compiere quei segni che il profeta Isaia ha appena descritto. Unica condizione richiesta \u00e8 la fede in colui che egli ha inviato, Ges\u00f9 il Messia di Nazareth. Forse era troppo chiedere questo ai compaesani di Nazareth, che lo avevano visto crescere tra loro senza quei segni particolari che facessero presagire in lui qualcosa di diverso e di superiore. Quel figlio dell’artigiano Giuseppe ora diceva di essere il Messia e addirittura il Figlio di Dio, diceva di essere addirittura il portatore di quella sovranit\u00e0 potente di Dio che salva l’uomo. Luca registra la meraviglia e lo stupore per le parole di grazia cos\u00ec nuove che uscivano dalla sua bocca. \u00c8 lo stupore che rende muti davanti all’inatteso e al sorprendente.<\/p>\n Ges\u00f9 ha fatto colpo, ha meravigliato e spiazzato tutti. Quei rozzi paesani sono rimasti in un primo momento tra il trasognato e l’incredulo. Poi si riscuotono e si domandano: “Non \u00e8 costui il figlio di Giuseppe?”. Marco ci racconta che fecero rapidamente la radiografia della sua famiglia e non trovarono che gente comune e modesta: “Non \u00e8 costui il carpentiere, il figlio di Maria, il parente di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le donne della sua famiglia non stanno qui fra noi? E si scandalizzavano di lui” (Mc<\/em> 6,3). Come si poteva credere che Dio avesse scelto come salvatore un uomo di origini cos\u00ec modeste, che portava la loro stessa tunica e calzava i loro stessi sandali, proprio uno come loro, povero come loro, con l’istruzione modeste che loro avevano avuto?.<\/p>\n \u00c8 sempre difficile credere in un Dio che veste i nostri panni, che nasconde la sua gloria e la sua potenza nel volto abbronzato di un uomo orientale, cresciuto tra gente comune, senza far trapelare nulla del suo splendore. \u00c8 preferibile un idolo che lancia fulmini e tuoni, alla maniera di Giove, un idolo che mette paura e incute soggezione. Un idolo con la mano alzata e il dito puntato per comandare e per condannare, un idolo che terrorizza l’uomo, che lo rende muto o lo fa sentire uno schiavo pezzente prono al suo cospetto. Questo \u00e8 il Dio che sogna l’uomo, quello che \u00e8 abituato a immaginare e a temete. Fa scandalo un Dio che condivide con amore e pazienza la nostra difficile esistenza, che comprende e perdona, aiuta e conforta, un Dio vicino, un Dio con noi, un Dio amore.<\/p>\n Questo \u00e8 il Dio che quel giorno a Nazareth ha presentato Ges\u00f9, troppo umano per essere accettato, troppo modesto per imporsi. Ges\u00f9 legge nei volti dei suoi compaesani l’incredulit\u00e0 ipocrita che ha paura di contestare apertamente, ma che pretende di vedere segni e prodigi perch\u00e9 ha sentito dire che quel concittadino \u00e8 capace di far miracoli come uno degli antichi profeti. Aspettano incuriositi come gente da baraccone di poter vedere qualche numero straordinario ed eclatante. Anche loro figli di quell’umanit\u00e0 curiosa e superstiziosa, che ha sete di miracoli e corre dove si dice che stia accadendo qualcosa di prodigioso. Ges\u00f9 sconvolge le loro aspettative: non \u00e8 disposto a dare spettacoli pirotecnici. Risponde con due proverbi piuttosto provocatori che esprimono la sfiducia dipinta su quei volti: “Medico cura te stesso”, facci vedere che cosa sei capace di fare proprio qui nel tuo paese. “Nessun profeta \u00e8 ben accetto in patria”, non meraviglia cio\u00e8 che voi non abbiate nessuna fiducia in me, perch\u00e9 questo \u00e8 accaduto ad ogni profeta nella storia d’Israele; tutti sono stati rifiutati e perseguitati.<\/p>\n Per illustrare il suo pensiero richiama l’esempio di due profeti che hanno compiuto le gesta pi\u00f9 benefiche fuori della loro terra, come accadde ad Elia a Sarepta di Sidone (1 Re 17,9-24), o a favore di stranieri, come fece Eliseo con la guarigione di Naaman il siro (2 Re<\/em> 5,1-19). Se Dio non \u00e8 accettato, passa oltre, bussa alla porta del vicino. Nessuno lo pu\u00f2 bloccare, condizionare o monopolizzare come cosa propria ed esclusiva. Dio non ha confini, tutto il mondo \u00e8 suo; \u00e8 compaesano di tutti, egli non fa preferenze perch\u00e9 tutti sono figli suoi allo stesso modo. Ges\u00f9 \u00e8 di tutti, egli \u00e8 sempre in cammino, deve andare sempre oltre, il suo paese \u00e8 il mondo. L’episodio di Nazareth anticipa profeticamente il superamento del localismo, del nazionalismo che la chiesa apostolica ha compiuto nella storia degli inizi, quando il cristianesimo minacciava di essere incapsulato nel giudaismo con i suoi privilegi di razza e di sangue.<\/p>\n Lo stesso episodio \u00e8 visto da Luca come una storia anticipata della passione, una prefigurazione del destino che attende il Messia. Nazareth, con la sua reazione fanatica e violenta, \u00e8 immagine di tutta la nazione incredula che rifiuta e uccide il suo figlio, il Messia tanto atteso, perch\u00e9 non risponde alle sue aspettative: “Venne tra la sua gente e i suoi non l’hanno accolto” (Gv<\/em> 1,11). La domanda dei paesani riecheggia la sfida dei giudei che scherniscono Ges\u00f9: “Ha salvato gli altri, salvi ora se stesso” (Lc<\/em> 23,35). Il tentativo di linciaggio fuori del loro villaggio anticipa l’uccisione di Ges\u00f9 fuori della citt\u00e0 (23,26) come un falso profeta (Dt<\/em> 13,6). Ges\u00f9 sfugge miracolosamente dalle loro mani, come accadr\u00e0 con la sua risurrezione. A Nazareth si consuma il rifiuto di Dio, un rifiuto sempre presente nella storia della Chiesa fino ai nostri giorni. Cos\u00ec accade all’Europa di rifiutare le sue radici cristiane e ai tanti battezzati di voler cacciare il crocifisso dai luoghi pubblici e ancor prima dalle loro coscienze. La Nazareth del Vangelo di oggi \u00e8 edificata nel cuore di ogni uomo che rifiuta o ignora il suo Dio.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Siamo ancora nella sinagoga di Nazareth come domenica scorsa, stiamo ancora ascoltando la prima predica di Ges\u00f9 appena iniziata con le parole di apertura riportate anche oggi dalla liturgia. Ges\u00f9 sta dicendo che in quel momento si \u00e8 compiuta la Scrittura da lui proclamata solennemente, la promessa di Dio si \u00e8 realizzata. 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