{"id":5627,"date":"2007-01-19T00:00:00","date_gmt":"2007-01-18T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5627"},"modified":"2022-03-26T22:38:23","modified_gmt":"2022-03-26T20:38:23","slug":"loggi-di-dio-che-salva","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/loggi-di-dio-che-salva\/","title":{"rendered":"L’Oggi di Dio che salva"},"content":{"rendered":"
Il testo del Vangelo che ci presenta la liturgia \u00e8 composto di due brani ben distinti: il primo riporta la prefazione del Vangelo di Luca<\/em> (1,1-4), il secondo ci racconta l’inizio della predicazione di Ges\u00f9 nella sinagoga di Nazareth. Il filo logico che unisce i due brani \u00e8 il tempo della salvezza di Dio inaugurato da Ges\u00f9: “Oggi si \u00e8 adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”; Luca scrive per trasmetterci l’attualit\u00e0 di questa “parola-evento” che in ebraico suona dab\u00e0r<\/em>, in greco rhema<\/em> o logos<\/em>, e indica parole e fatti inseparabilmente legati. La parola di Dio non \u00e8 solo fenomeno uditivo, \u00e8 fenomeno creativo: ogni volta che Dio parla compie ci\u00f2 che dice. L’inaugurazione dell'”anno del Signore” avvenuta a Nazareth continua nell’oggi con l’ascolto del Vangelo che Luca ha scritto per noi. Ogni volta che risuona questa parola, specie nella liturgia, si rinnova l’evento salvifico di Dio inaugurato a Nazareth: la parola realizza ci\u00f2 che annuncia.<\/p>\n Nella liturgia dell’ascolto, Dio ci raggiunge mediante la sua “parola”; essa diventa attuale ed efficace per ciascuno e per la comunit\u00e0 che si raccoglie intorno all’altare. Stiamo vivendo l’oggi di Dio, l’anno di grazia: questo ci ha detto Ges\u00f9, questo ci ripete l’evangelista. Il Vangelo di Luca<\/em> \u00e8 il Vangelo guida di questo anno liturgico 2006-2007. Ci accompagner\u00e0 ogni domenica con la sua originalit\u00e0 e ricchezza spirituale. L’autore \u00e8 l’unico scrittore del Nuovo Testamento che non sia ebreo. Luca \u00e8 un pagano convertito della prima ora; viene da Antiochia di Siria, dove il cristianesimo varc\u00f2 i confini del mondo giudaico alla conquista del mondo pagano. Fu tra i discepoli di Barnaba e di Paolo, che gli attaccarono quella febbre missionaria che li spinse ad attraversare il Mediterraneo per raggiungere i paesi greci delle sue sponde. A dire degli Atti degli apostoli, Luca viaggi\u00f2 molto incrociando le strade di Paolo e di altri apostoli, testimoni oculari dei fatti che narrer\u00e0.<\/p>\n Nella prefazione del suo scritto, redatta alla maniera degli storici greci, informa i suoi lettori greco-cristiani sulle fonti utilizzate, sul metodo e sullo scopo che lo hanno guidato. Non aveva conosciuto personalmente Ges\u00f9. Appartiene alla seconda generazione cristiana, formata dagli apostoli, gelosa della tradizione storica da questi ricevuta. Perci\u00f2, intorno agli anni 60, quando gli apostoli avevano sciamato dalla Palestina e stavano subendo il martirio nei luoghi della loro predicazione, sent\u00ec il dovere di raccogliere la loro testimonianza prima che andasse perduta o fosse contraffatta. Luca ci informa che per comporre la sua “narrazione” ha fatto “scrupolose ricerche” storiche utilizzando le fonti scritte, per lo pi\u00f9 ancora parziali, gi\u00e0 in circolazione al suo tempo per uso liturgico e catechetico. Tra queste certamente il Vangelo di Marco<\/em> e i Loghia<\/em> di Matteo, una raccolta di “detti” antecedenti all’odierno Vangelo.<\/p>\n Accanto a queste fonti scritte, ha avuto il privilegio di raccogliere, nei suoi viaggi, il racconto vivo degli apostoli, che erano stati testimoni oculari dei fatti che intendeva narrare. Con onest\u00e0 e scrupolo, da vero storico, volle attingere notizie di prima mano, spingendo la sua ricerca ‘fino alle origini’, narrandoci anche i vangeli della nascita e dell’infanzia di Giovanni e di Ges\u00f9. Cos\u00ec pu\u00f2 garantire al suo amico Teofilo, a cui dedica il libro, ‘la fondatezza’ storica della sua narrazione, e la certezza della fede che egli vive. Con l’ispirazione dello Spirito santo, il suo scritto diventa “Parola” che realizza ancora oggi la presenza e l’azione di Cristo fra gli uomini, come dice lo stesso Ges\u00f9 nella sinagoga di Nazareth. A tal proposito, un breve sommario ci informa che, dopo le tentazioni subite nel deserto, Ges\u00f9 torna in Galilea, dove era vissuto per pi\u00f9 di trent’anni, e inizia la sua attivit\u00e0 di predicatore popolare. All’inizio annuncia il suo vangelo nelle sinagoghe dei villaggi, conquistandosi la fama di maestro di successo.<\/p>\n Luca ci descrive la prima e pi\u00f9 breve predica tenuta da Ges\u00f9 a Nazareth “dove era stato allevato” (era nato a Betlemme). Era sua abitudine frequentare la sinagoga del suo villaggio e alzarsi a leggere in pubblica assemblea. Questa volta lo fece in maniera tutta particolare, preceduto dalla fama. La liturgia in sinagoga si teneva al mattino del sabato. Si iniziava con la recita della professione di fede (lo shem\u00e0<\/em>) e le 18 benedizioni, si proseguiva poi con la lettura di due brani delle Scritture: il primo preso dalla Torah (i primi cinque libri della Bibbia), gi\u00e0 prefissato, il secondo ricavato dai libri dei Profeti, a scelta del lettore. A questo punto lo stesso lettore o uno dei presenti veniva invitato a tenere l’omelia. Tutto si concludeva con il canto dei Salmi e la benedizione.<\/p>\n Ges\u00f9 lesse il secondo brano preso dal libro del profeta Isaia e scelse lui stesso la citazione riportata dall’evangelista in maniera sintetica. Il testo era adatto a spiegare la sua persona e il suo programma: egli \u00e8 il Messia-profeta consacrato dallo Spirito del Signore al Giordano e inviato a “proclamare il lieto messaggio” (evangelizzare) ai poveri (e Nazareth era la patria della povert\u00e0). Tale messaggio \u00e8 caratterizzato come “liberazione” e come “anno di grazia del Signore”.<\/p>\n Una liberazione che \u00e8 salvezza integrale dell’uomo, spirituale e materiale. Ne fanno fede il perdono e la consolazione che egli seminer\u00e0 e i miracoli che operer\u00e0. L’anno di grazia \u00e8 l’anno giubilare, del perdono e della liberazione, che si estende a tutti i tempi e arriva fino a noi. \u00c8 la presenza salvifica di Dio nel mondo, che agisce per trasformare e santificare l’umanit\u00e0. \u00c8 annunciata dagli apostoli e messa per scritto dall’evangelista. \u00c8 “l’oggi” di Dio di cui parla Ges\u00f9, una parola cara a Luca che la dissemina in tutto il suo Vangelo, dalla nascita di Ges\u00f9 (2,11), alla prima predica (4,21), all’incontro con Zaccheo (19,5.9), all’assicurazione fatta al ladrone in croce (23,43).<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il testo del Vangelo che ci presenta la liturgia \u00e8 composto di due brani ben distinti: il primo riporta la prefazione del Vangelo di Luca (1,1-4), il secondo ci racconta l’inizio della predicazione di Ges\u00f9 nella sinagoga di Nazareth. 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