{"id":5626,"date":"2007-01-19T00:00:00","date_gmt":"2007-01-19T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5626"},"modified":"2007-01-19T00:00:00","modified_gmt":"2007-01-19T00:00:00","slug":"giuliano-omar-giuseppe","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/giuliano-omar-giuseppe\/","title":{"rendered":"Giuliano, Omar, Giuseppe"},"content":{"rendered":"
Amico lettore, ti ho confidato che a Natale, durante la messa di mezzanotte celebrata nella mia Comunit\u00e0, accanto al volto del Bambinello si \u00e8 come materializzato il volto di Piergiorgio Welby. E che raffrontando i due volti, ci siamo detti, presuntuosamente: fosse vissuto nella nostra comunit\u00e0, sbilenca ma viva grazie ai ‘casi’ come lui, non avrebbe ceduto alla tentazione di morire. Parlavamo a ragion veduta. Perch\u00e9 del nostro quotidiano hanno fatto parte Giuliano, Omar, Giuseppe: tutt’e tre affetti da variabili della malattia che ha inchiodato Welby al letto. Io con Giuliano, toscano di Camaiore, ho vissuto sotto lo stesso tetto prima a Fabriano, nella comunit\u00e0 ‘La buona novella’, poi per molti anni a Gubbio, dal 1974, nel Centro lavoro cultura (oggi comunit\u00e0 di Capodarco dell’Umbria), nota a tutti come Comunit\u00e0 di San Girolamo; poi Giuliano si \u00e8 sposato con Antonella ed \u00e8 andato a vivere con lei a Perugia, dove Antonella \u00e8 diventata medico e lui ha continuato a lavorare dall’esterno con la nostra comunit\u00e0, ed \u00e8 entrato tra i Neocatecumenali, distinguendosi per l’assiduit\u00e0 e l’intelligenza del suo contributo. Omar era friulano e Giuseppe siciliano. Giuliano, per la caduta da un albero, fin da ragazzo non muoveva pi\u00f9 nemmeno un muscolo, ma parlava molto e bene: si laure\u00f2 in Psicologia a Roma, facendo avanti e indietro da Gubbio. Omar ha vissuto lunghi anni attaccato al respiratore, ma la vita comune l’ha vissuta fino in fondo, sempre tra i massimi animatori. Giuseppe la sua comunit\u00e0 l’ha addirittura fondata e gestita per molti anni, da presidente, grazie alla vicinanza materna e totale di Concettina, la sua insegnante elementare: Giuseppe si muoveva con la carrozzina a motore, ma era anche muto, e per comunicare aveva bisogno che qualcuno lo guardasse negli occhi e cominciasse a sciorinare le lettere dell’alfabeto: lui batteva le ciglia alla lettera giusta, e cos\u00ec pian piano si formava la parola. Oggi Giuliano \u00e8 morto di cancro e Omar \u00e8 stato ucciso dalla sua malattia. E Giuseppe, dopo la morte di Concettina, s’\u00e8 ritirato a vita privata. Ma quanta vita hanno prodotto questi ‘inguaribili’! Solo perch\u00e9 l’ambiente quotidiano che avevano contribuito a mettere in piedi era tutto proteso a valorizzare non semplicemente la loro umanit\u00e0, ma il concreto esercizio di quella umanit\u00e0. Sul piano antropologico, dovrebbe essere questo – credo – uno degli aspetti peculiari del Regno di Dio, e uno dei contributi pi\u00f9 tipici di noi cristiani alla sua costruzione: un mondo di tutti, vivibile da tutti. ‘Dovrebbe’: se non trionfasse la convinzione che basti parlarne, e coltivare in vitro i concetti giusti, calibrandone la caratura ideale con il laser. Proprio come fossero persone. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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