{"id":5610,"date":"2007-01-12T00:00:00","date_gmt":"2007-01-11T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5610"},"modified":"2015-07-24T15:44:17","modified_gmt":"2015-07-24T13:44:17","slug":"dio-ricomincia-dalla-famiglia","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/dio-ricomincia-dalla-famiglia\/","title":{"rendered":"Dio ricomincia dalla famiglia"},"content":{"rendered":"
Siamo ancora nel clima delle tre manifestazioni divine (epifanie) che introducono la vita del Figlio di Dio tra noi: la stella che guid\u00f2 i Magi descritta da Matteo, la voce del Padre al Giordano registrata da Luca, il primo miracolo raccontato ci da Giovanni. Dopo l’incarcerazione del Battista Ges\u00f9 d\u00e0 inizio alla sua attivit\u00e0 messianica, cominciando dalla Galilea. La madre lo aveva presentato ai magi rappresentanti delle genti pagane, il Padre lo aveva presentato ai giudei che aspettavano il messia annunciato dai profeti, ancora la madre spinge Ges\u00f9 a iniziare pubblicamente la sua attivit\u00e0 salvifica a favore degli uomini. Due episodi, uno all’inizio e l’altro alla fine, segnalano nel Vangelo di Giovann<\/em>i la presenza significativa di Maria nella vita di Ges\u00f9. Essa compare accanto a suo figlio nel miracolo di inaugurazione della sua attivit\u00e0 a Cana di Galilea (2,1-12) e riappare poi ai piedi della croce a raccogliere le sue ultime parole (19,25-27).<\/p>\n Ambedue i casi fanno riferimento alla fondazione di una famiglia: la famiglia naturale degli sposi di Cana consacrata dalla benedizione di Cristo, la famiglia soprannaturale dei figli di Dio nata dalla croce. Dio ricomincia dalla famiglia per ricreare una nuova umanit\u00e0. Accanto a Ges\u00f9 c’\u00e8 sua madre che costituisce con lui la nuova famiglia ideale voluta da Dio come prototipo di tutte le future famiglie redente. Quella di Nazareth \u00e8 la famiglia che Dio ha posto come modello e seme di ogni famiglia credente. Non c’\u00e8 famiglia senza una madre, Maria \u00e8 la nuova Eva, ‘madre dei viventi’. Siamo a Cana di Galilea (la precisazione non \u00e8 inutile perch\u00e9 esistevano altri paesi con questo nome). Ges\u00f9 \u00e8 invitato a nozze insieme a sua madre e ai suoi primi discepoli. La festa di nozze si prolungava per pi\u00f9 giorni nel cortile di casa dello sposo, dove si raccoglievano per pi\u00f9 sere parenti e amici a mangiare e bere.<\/p>\n In queste circostanze ci\u00f2 che poteva mancare pi\u00f9 facilmente era il vino che era prodotto in quantit\u00e0 sufficiente solo a rallegrare la famiglia nelle grandi feste religiose e nei matrimoni. Le riserve familiari erano perci\u00f2 modeste, facilmente venivano prosciugate dai troppi commensali in vena di allegria. Quel giorno accadde proprio questo. Se ne accorse per prima Maria che trafficava, come donna di casa, tra la cucina e la dispensa di questi suoi parenti sposi. Ancora una volta, come abbiamo notato nel Vangelo di Luca<\/em>, la sua prima immagine \u00e8 quella di una serva attenta ai bisogni altrui: a quelli della parente anziana Elisabetta, a quelli dei suoi parenti novelli sposi di Cana. Nella sala del convito, accanto agli altri commensali chiassosi e spensierati siede anche suo figlio Ges\u00f9. Come dimostrer\u00e0 poi nel seguito della sua vita pubblica, egli ama sedere a mensa e far festa con gli amici. Non per niente ha inaugurato la sua attivit\u00e0 con un banchetto di nozze, in allegria e festa, per dimostrare che Dio ha ormai abbandonato il suo piglio autoritario e severo, per assumere il volto sorridente e allegro del Padre che ama far festa con i figli, la festa della salvezza misericordiosa.<\/p>\n Ricordate le parola del padre che riabbraccia il figlio tornato a casa? “Bisogna far festa”, dice al figlio maggiore che non lo riconosce pi\u00f9, tanto gli sembra cambiato (Lc<\/em> 15,32). La madre che lo ha conosciuto per pi\u00f9 di trent’anni, sa che pu\u00f2 contare su di lui che ha un cuore pi\u00f9 grande del suo, quello appunto di Dio. A lui confida la sua preoccupazione per lo smacco che gli sposi stanno per subire. \u00c8 urgente intervenire. La risposta di Ges\u00f9, come di solito \u00e8 tradotta, sembra evasiva, di persona quasi infastidita: “Che c’\u00e8 fra me e te, o donna? Non \u00e8 ancora giunta la mia ora”. In realt\u00e0 nella lingua aramaica, povera di parola, essa aveva un doppio significato a seconda del tono con cui veniva pronunciata. Poteva significare disimpegno come a dire: sono cose che non ci riguardano, se la vedano loro; non \u00e8 ancora giunta la mia ora di agire. Dal seguito del racconto per\u00f2 hanno significato: “Non ci sono difficolt\u00e0 tra me e te, puoi disporre sul da fare, puoi disporre di me. Tieni solo presente che ancora non \u00e8 giunta la mia ora, io non ho iniziato la mia attivit\u00e0 salvifica con i miracoli”.<\/p>\n La madre, che abbiamo conosciuto gi\u00e0 come donna decisa dal Vangelo di Luca, chiama i servi e li mette a disposizione di suo figlio per quello che egli potr\u00e0 e vorr\u00e0 fare. Sospinto da questa volont\u00e0 materna, Ges\u00f9 accelera i tempi d’inizio della sua ora e compie il suo primo miracolo. Comanda prima di riempire le sei pile di acqua presenti nel cortile. Erano recipienti della capacit\u00e0 che andava dai sessanta ai cento litri, in tutto quattro o cinque quintali di contenuto. Quando le giare furono piene, Ges\u00f9 comand\u00f2 di servirne il contenuto a tavola. Quell’acqua era divenuta un ottimo vino apprezzato e lodato entusiasticamente dal maestro di tavola. Qualche benpensante scandalizzato avrebbe potuto definirlo un miracolo sciupato e addirittura dannoso. Lo stesso maestro di tavola constata che i commensali sono gi\u00e0 brilli e quindi qualsiasi tipo di vino, anche scadente, sarebbe stato accettato da quei palati ormai incapaci di distinguere i gusti.<\/p>\n Quella sera certamente qualcuno dovette essere riaccompagnato a casa malconcio, per quel nuovo vino miracoloso che assest\u00f2 ai pi\u00f9 ghiotti il colpo di grazia definitivo. Il bello \u00e8 che Ges\u00f9 non ha fatto questi calcoli nel donare generosamente il suo vino. Dio non fa calcoli nel donare, dona senza misura perch\u00e9 \u00e8 buono e generoso. Possiamo approfittare e abusare dei suoi doni, ma questo non lo preoccupa pi\u00f9 di tanto, n\u00e9 tanto meno smonta la sua eccessiva generosit\u00e0. L’amore di Dio \u00e8 senza misura. Lo sanno bene quei fortunati sposi di Cana che ebbero vino almeno per un anno intero e poterono godersi allegramente le loro feste familiari. Questa \u00e8 la prima rivelazione (epifania) di Dio che Ges\u00f9 ha voluto dare al mondo.<\/p>\n Questa \u00e8 la gloria, cio\u00e8 il vero volto luminoso di Dio, che Ges\u00f9 manifest\u00f2 ai suoi discepoli che credettero in lui. Dobbiamo dire che non era facile per degli ebrei abituati ad altre immagini di Dio, credere a questa immagine cos\u00ec nuova che videro stampata nel volto e nelle azioni di Ges\u00f9. Ora egli poteva cominciare a diffonderla nei villaggi e nelle vie della Palestina. Perci\u00f2 discese a Cafarnao con questo suo primo gruppo di discepoli, tra i quali c’era e continuer\u00e0 ad esserci anche sua madre confusa ormai tra la folla. La prima ‘credente’ tra i primi credenti.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Siamo ancora nel clima delle tre manifestazioni divine (epifanie) che introducono la vita del Figlio di Dio tra noi: la stella che guid\u00f2 i Magi descritta da Matteo, la voce del Padre al Giordano registrata da Luca, il primo miracolo raccontato ci da Giovanni. 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