{"id":5603,"date":"2007-01-12T00:00:00","date_gmt":"2007-01-11T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5603"},"modified":"2015-07-24T14:19:58","modified_gmt":"2015-07-24T12:19:58","slug":"liberi-per-amare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/liberi-per-amare\/","title":{"rendered":"“Liberi per amare”"},"content":{"rendered":"

Per Natale una lettrice mi ha inviato una frase di Einstein, non so dove l’abbia trovata: ‘Non esistono grandi scoperte n\u00e9 reale progresso finch\u00e9 sulla terra esiste un bambino infelice’. Aprire gli occhi sul mondo all’inizio di un anno e sentire il respiro della terra umida pensando al futuro, si avverte un senso di meraviglia che induce alla meditazione e potrebbe anche provocare l’illusione che la madre terra sia capace di proteggere tutti i suoi figli in un unico e tenero abbraccio. Ma n\u00e9 Einstein n\u00e9 alcun altra persona pensante riesce, fino in fondo, a trarsi in inganno, che non vi sia chi piange e si dispera anche se \u00e8 ancora bambino. La terra non \u00e8 il paradiso terrestre. E allora, che cosa voleva dire Einstein con quella provocatoria frase, che una provocatoria lettrice mi ha inviato? Probabilmente un pensiero semplice; che vi sono cose che valgono pi\u00f9 di altre e che meritano pi\u00f9 di altre di essere compiute. Se mettessimo pertanto al primo posto, nella graduatoria dei valori e delle priorit\u00e0, la felicit\u00e0 di un bambino, da prendere come simbolo della felicit\u00e0 di uomini e donne concrete, si avrebbe la rivoluzione del modo di concepire la propria esistenza e l’impegno da privilegiare a favore della felicit\u00e0 generale. Non si pu\u00f2 negare che questo \u00e8 stato un ideale illuministico che \u00e8 miseramente fallito. Ma qui, pur partendo da un pensiero di Einstein, possiamo definire questo progetto alla luce di quanto va affermando Benedetto XVI, facendo leva sul concetto di umanesimo integrale e di civilt\u00e0 dell’amore. Un richiamo di questo genere nella societ\u00e0 super tecnologizzata, conflittuale, piegata dal giogo dei calcoli finanziari, dove la gente spesso \u00e8 sazia e disperata, suona come una voce nuova e diversa che merita di essere ascoltata. Non per nulla \u00e8 stato scelto per la Settimana ecumenica di quest’anno un testo del vangelo di Marco che di Ges\u00f9 dice: ‘Fa sentire i sordi e fa parlare i muti’ (Marco 7,37. Si richiede una nuova disponibilit\u00e0 all’ascolto, del pianto dei bambini e del grido dei poveri e un nuovo modo di parlare, vero, coraggioso e sincero. Non posso slittare su quanto avviene anche in questi giorni che i politici si parlano, ma non si comprendono e si offendono. Hanno incompreso anche il segretario della Cei Betori, che ha espresso il suo pensiero sulla libert\u00e0 religiosa (vedi pag. 3) e ha detto, senza mezze misure, che prima di dire e dare libert\u00e0 a tutti indiscriminatamente, lo Stato guardi bene chi c’\u00e8 attorno. Sappiamo infatti tutti che l’aggettivo ‘religioso’ o l’appellativo ‘religione’ oggi si attribuiscono alle cose pi\u00f9 strane e stravaganti, persino a gruppi che esercitano pi\u00f9 o meno esplicitamente il culto di satana o pratiche sessuali orgiastiche. Sembra un’osservazione di buon senso. Possono esservi forme religiose o pseudo tali che cozzano apertamente contro la cultura e la civilt\u00e0 propria della nostra storia. Alcuni, come il ministro Ferrero, non riescono a dare credito alle buone intenzioni di Betori che in questo frangente storico non difende solo la Chiesa cattolica, ma ogni religione che sia rispettosa dei dieci comandamenti ed abbia a cuore la vita, la dignit\u00e0 e la libert\u00e0 della persona umana. La fede cristiana ci ritiene ‘liberati per amore’ e ci chiama ad essere ‘liberi per amare’. Il resto non \u00e8 gran cosa, parola di Einstein. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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