{"id":56016,"date":"2020-01-01T13:23:14","date_gmt":"2020-01-01T11:23:14","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=56016"},"modified":"2020-01-01T13:23:14","modified_gmt":"2020-01-01T11:23:14","slug":"1-gennaio-2020-messaggio-papa-pace","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/1-gennaio-2020-messaggio-papa-pace\/","title":{"rendered":"1\u00b0 gennaio 2020. Messaggio di Papa Francesco per la 53a Giornata mondiale della pace"},"content":{"rendered":"
La pace \u00e8 un bene prezioso, oggetto della nostra speranza, al quale aspira tutta l\u2019umanit\u00e0. Sperare nella pace \u00e8 un atteggiamento umano che contiene una tensione esistenziale, per cui anche un presente talvolta faticoso \u201cpu\u00f2 essere vissuto e accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta \u00e8 cos\u00ec grande da giustificare la fatica del cammino\u201d.[1] In questo modo, la speranza \u00e8 la virt\u00f9 che ci mette in cammino, ci d\u00e0 le ali per andare avanti, perfino quando gli ostacoli sembrano insormontabili.<\/span><\/p>\n La nostra comunit\u00e0 umana porta, nella memoria e nella carne, i segni delle guerre e dei conflitti che si sono succeduti, con crescente capacit\u00e0 distruttiva, e che non cessano di colpire specialmente i pi\u00f9 poveri e i pi\u00f9 deboli. Anche intere nazioni stentano a liberarsi dalle catene dello sfruttamento e della corruzione, che alimentano odi e violenze. <\/span><\/p>\n Ancora oggi, a tanti uomini e donne, a bambini e anziani, sono negate la dignit\u00e0, l\u2019integrit\u00e0 fisica, la libert\u00e0, compresa quella religiosa, la solidariet\u00e0 comunitaria, la speranza nel futuro. Tante vittime innocenti si trovano a portare su di s\u00e9 lo strazio dell\u2019umiliazione e dell\u2019esclusione, del lutto e dell\u2019ingiustizia, se non addirittura i traumi derivanti dall\u2019accanimento sistematico contro il loro popolo<\/span>\u00a0e i loro cari.<\/span>\u00a0<\/span><\/p>\n Le terribili prove dei conflitti civili e di quelli internazionali, aggravate spesso da violenze prive di ogni piet\u00e0, segnano a lungo il corpo e l\u2019anima dell\u2019umanit\u00e0. Ogni guerra, in realt\u00e0, si rivela un fratricidio che distrugge lo stesso progetto di fratellanza, inscritto nella vocazione della famiglia umana.<\/span><\/p>\n La guerra, lo sappiamo, comincia spesso con l\u2019insofferenza per la diversit\u00e0 dell\u2019altro, che fomenta il desiderio di possesso e la volont\u00e0 di dominio. Nasce nel cuore dell\u2019uomo dall\u2019egoismo e dalla superbia, dall\u2019odio che induce a distruggere, a rinchiudere l\u2019altro in un\u2019immagine negativa, ad escluderlo e cancellarlo. La guerra si nutre di perversione delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell\u2019altro e della differenza vista come ostacolo; e nello stesso tempo alimenta tutto questo.<\/span><\/p>\n Risulta paradossale, come ho avuto modo di notare durante il recente viaggio in Giappone, che \u201cil nostro mondo vive la dicotomia perversa di voler difendere e garantire la stabilit\u00e0 e la pace sulla base di una falsa sicurezza supportata da una mentalit\u00e0 di paura e sfiducia, che finisce per avvelenare le relazioni tra i popoli e impedire ogni possibile dialogo.<\/span><\/p>\n La pace e la stabilit\u00e0 internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca di<\/span>struzione o su una minaccia di annientamento totale; sono possibili solo a partire da un\u2019etica globale di solidariet\u00e0 e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall\u2019interdipendenza e dalla corresponsabilit\u00e0 nell\u2019intera famiglia umana di oggi e di domani\u201d.<\/span><\/p>\n [2]<\/strong> Ogni situazione di minaccia alimenta la sfiducia e il ripiegamento sulla propria condizione. Sfiducia e paura aumentano la fragilit\u00e0 dei rapporti e il rischio di violenza, in un circolo vizioso che non potr\u00e0 mai condurre a una relazione di pace. In questo<\/span>\u00a0senso, anche la dissuasione nucleare non pu\u00f2 che creare una sicurezza illusoria.<\/span><\/p>\n Perci\u00f2, non possiamo pretendere\u00a0di mantenere la stabilit\u00e0\u00a0nel mondo attraverso la\u00a0paura dell\u2019annientamento,\u00a0in un equilibrio quanto\u00a0mai instabile, sospeso\u00a0sull\u2019orlo del baratro\u00a0nucleare e chiuso all\u2019interno\u00a0dei muri dell\u2019indifferenza,\u00a0dove si prendono decisioni\u00a0socio-economiche che aprono\u00a0la strada ai drammi dello\u00a0scarto dell\u2019uomo e del\u00a0creato, invece di custodirci\u00a0gli uni gli altri.<\/span><\/p>\n [3]<\/strong>\u00a0Come, allora, costruire\u00a0un cammino di pace e di\u00a0riconoscimento reciproco?\u00a0Come rompere la logica\u00a0<\/span>morbosa della minaccia e della paura? Come spezzare la dinamica di diffidenza attualmente prevalente?<\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n Dobbiamo perseguire una reale fratellanza, basata sulla comune origine da Dio ed esercitata nel dialogo e nella fiducia reciproca.<\/span>\u00a0Il desiderio di pace \u00e8 profondamente inscritto nel cuore dell\u2019uomo e non dobbiamo rassegnarci a nulla che sia meno di questo.<\/span><\/p>\n Gli<\/span>\u00a0hibakusha<\/em>,\u00a0i sopravvissuti ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, sono tra quelli che oggi mantengono viva la fiamma della coscienza collettiva, testimoniando alle generazioni successive l\u2019orrore di ci\u00f2 che accadde nell\u2019agosto del 1945 e le sofferenze indicibili che ne sono seguite fino ad oggi. <\/span><\/p>\n La loro testimonianza risveglia e conserva in questo modo la memoria delle vittime, affinch\u00e9 la coscienza umana diventi sempre pi\u00f9 forte di fronte ad ogni volont\u00e0 di dominio e di distruzione: \u201cNon possiamo permettere che le attuali e le nuove generazioni perdano la memoria di quanto accaduto, quella memoria che \u00e8 garanzia e stimolo per costruire un futuro pi\u00f9 giusto e fraterno\u201d.<\/span><\/p>\n [4]<\/strong> Come loro molti, in ogni parte del mondo, offrono alle future generazioni il servizio imprescindibile della memoria, che va custodita non solo per non commettere di nuovo gli stessi errori o perch\u00e9 non vengano riproposti gli schemi illusori del passato, ma anche perch\u00e9 essa, frutto dell\u2019esperienza, costituisca la radice e suggerisca la traccia per le presenti e le future scelte di pace.<\/span><\/p>\n Ancor pi\u00f9, la memoria \u00e8 l\u2019orizzonte della speranza: molte volte nel buio delle guerre e dei conflitti, il ricordo anche di un piccolo gesto di solidariet\u00e0 ricevuta pu\u00f2 ispirare scelte coraggiose e persino eroiche, pu\u00f2 rimettere in moto nuove energie e riaccendere nuova speranza nei singoli e nelle comunit\u00e0.<\/span><\/p>\n Aprire e tracciare un cammino di pace \u00e8 una sfida, tanto pi\u00f9 complessa in quanto gli interessi in gioco, nei rapporti tra persone, comunit\u00e0 e nazioni, sono molteplici e contradditori. Occorre, in<\/span>nanzitutto, fare appello alla coscienza morale e alla volont\u00e0 personale e politica. La pace, in effetti, si attinge nel profondo del cuore umano e la volont\u00e0 politica va sempre rinvigorita, per aprire nuovi processi che riconcilino e uniscano persone e comunit\u00e0.<\/span><\/p>\n Il mondo non ha bisogno di parole vuote, ma di testimoni convinti, di artigiani della pace aperti al dialogo senza esclusioni n\u00e9 manipolazioni. Infatti, non si pu\u00f2 giungere veramente alla pace se non quando vi sia un convinto dialogo di uomini e donne che cercano la verit\u00e0 al di l\u00e0 delle<\/span>\u00a0ideologie e delle opinioni diverse. La pace \u00e8 \u201cun edificio da costruirsi continuamente\u201d,<\/span><\/p>\n [5]<\/strong> un cammino che facciamo insieme cercando sempre il bene comune e impegnandoci a mantenere la parola data e a rispettare il diritto. Nell\u2019ascolto reciproco possono crescere anche la conoscenza e la stima dell\u2019altro, fino al punto di riconoscere nel nemico il volto di un fratello.<\/span><\/p>\n Il processo di pace \u00e8 quindi un impegno che dura nel tempo. \u00c8 un lavoro paziente di ricerca della verit\u00e0 e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune, pi\u00f9 forte della vendetta. In uno Stato di diritto, la democrazia pu\u00f2 essere un paradigma significativo di questo processo, se \u00e8 basata sulla giustizia e sull\u2019impegno a salvaguardare i diritti di ciascuno, specie se debole o emarginato, nella continua ricerca della verit\u00e0.<\/span><\/p>\n [6]<\/strong> Si tratta di<\/span>\u00a0una costruzione sociale\u00a0e di un\u2019elaborazione\u00a0in divenire, in cui ciascuno\u00a0porta responsabilmente\u00a0<\/span>il proprio contributo, a tutti i livelli della collettivit\u00e0 locale, nazionale e mondiale.<\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n Come sottolineava san Paolo VI, \u201cla duplice aspirazione all\u2019uguaglianza e alla partecipazione \u00e8 diretta a promuovere un tipo di societ\u00e0 democratica [\u2026]. Ci\u00f2 sottintende l\u2019importanza dell\u2019educazione alla vita associata, dove, oltre l\u2019informazione sui diritti di ciascuno, sia messo in luce il loro necessario correlativo: il riconoscimento dei doveri nei confronti degli altri. <\/span><\/p>\n Il significato e la pratica del dovere sono condizionati dal dominio di s\u00e9, come pure l\u2019accettazione delle responsabilit\u00e0 e dei limiti posti all\u2019esercizio della libert\u00e0 dell\u2019individuo o del gruppo\u201d.<\/span><\/p>\n [7]<\/strong> Al contrario, la frattura tra i membri di una societ\u00e0, l\u2019aumento delle disuguaglianze sociali e il rifiuto di usare gli strumenti per uno sviluppo umano integrale mettono in pericolo il perseguimento del bene comune. Invece il lavoro paziente basato sulla forza della parola e della verit\u00e0 pu\u00f2 risvegliare nelle persone la capacit\u00e0 di compassione e di solidariet\u00e0 creativa.<\/span><\/p>\n Nella nostra esperienza cristiana, noi facciamo costantemente memoria di Cristo, che ha donato la sua vita per la nostra riconciliazione (cfr.<\/span>\u00a0Rm<\/em>\u00a05,6-11). La Chiesa partecipa pienamente alla ricerca di un ordine giusto, continuando a servire il bene comune e a nutrire la speranza della pace, attraverso la trasmissione dei valori cristiani, l\u2019insegnamento morale e le opere sociali e di educazione.<\/span><\/p>\n La Bibbia, in modo particolare mediante la parola dei profeti, richiama le coscienze e i popoli all\u2019alleanza di Dio con l\u2019umanit\u00e0. Si tratta di abbandonare il desiderio di dominare gli altri e imparare a guardarci a vicenda come persone, come figli di Dio, come fratelli. L\u2019altro non va mai rinchiuso in ci\u00f2 che ha potuto dire o fare, ma va considerato per la promessa che porta in s\u00e9. Solo scegliendo la via del rispetto si potr\u00e0 rompere la spirale della vendetta e intraprendere il cammino della speranza.<\/span><\/p>\n Ci guida il brano del Vangelo che riporta il seguente colloquio tra Pietro e Ges\u00f9: \u201c\u2018Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovr\u00f2 perdonargli? Fino a sette volte?\u2019. E Ges\u00f9 gli rispose: \u2018Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette\u2019\u201d (<\/span>Mt<\/em>\u00a018,21-22). <\/span><\/p>\n Questo cammino di riconciliazione ci chiama a trovare nel profondo del nostro cuore la forza del perdono e la capacit\u00e0 di riconoscerci come fratelli e sorelle. Imparare a vivere nel perdono accresce la nostra capacit\u00e0 di diventare donne e uomini di pace.<\/span><\/p>\n Quello che \u00e8 vero della pace in ambito sociale, \u00e8 vero anche in quello politico ed economico, poich\u00e9 la questione della pace permea tutte le dimensioni della vita comunitaria: non vi sar\u00e0 mai vera pace se non saremo capaci di costruire un pi\u00f9 giusto sistema economico. <\/span><\/p>\n Come scriveva<\/span>\u00a0Benedetto XVI, dieci anni fa, nella lettera enciclica<\/span>\u00a0Caritas in veritate<\/em>:\u00a0\u201cLa vittoria del sottosviluppo richiede di agire non solo sul miglioramento delle transazioni fondate sullo scambio, non solo sui trasferimenti delle strutture assistenziali di natura pubblica, ma soprattutto sulla progressiva apertura, in contesto mondiale, a forme di attivit\u00e0 economica caratterizzate da quote di gratuit\u00e0 e comunione\u201d<\/span>\u00a0(n.<\/span>\u00a039).<\/span><\/p>\n \u201cSe una cattiva comprensione dei nostri principi ci ha portato a volte a giustificare l\u2019abuso della natura o il dominio dispotico dell\u2019essere umano sul creato, o le guerre, l\u2019ingiustizia e la violenza, come credenti possiamo riconoscere che in tal modo siamo stati infedeli al tesoro di sapienza che avremmo dovuto custodire\u201d.<\/span><\/p>\n [8]<\/strong> Di fronte alle conseguenze della<\/span>\u00a0nostra ostilit\u00e0 verso gli altri, del mancato rispetto della casa comune e dello sfruttamento abusivo delle risorse naturali \u2013 viste come strumenti utili unicamente per il profitto di oggi, senza rispetto per le comunit\u00e0 locali, per il bene comune e per la natura \u2013 abbiamo bisogno di una conversione<\/span>\u00a0ecologica.<\/span>\u00a0Il recente Sinodo sull\u2019Amazzonia ci spinge a rivolgere, in modo rinnovato, l\u2019appello per una relazione pacifica tra le comunit\u00e0 e la terra, tra il presente e la memoria,<\/span>\u00a0tra le esperienze e le speranze.<\/span><\/p>\n Questo cammino di riconciliazione \u00e8 anche ascolto e contemplazione del mondo che ci \u00e8 stato donato da Dio affinch\u00e9 ne facessimo la nostra casa comune. Infatti, le risorse naturali, le numerose forme di vita e la Terra stessa ci sono affidate per essere \u201ccoltivate e custodite\u201d (cfr.<\/span>\u00a0Gen<\/em>\u00a02,15) anche per le generazioni future, con la partecipazione responsabile e operosa di ognuno. <\/span><\/p>\n Inoltre, abbiamo bisogno di un cambiamento nelle convinzioni e nello sguardo, che ci apra maggiormente all\u2019incontro con l\u2019altro e all\u2019accoglienza<\/span>\u00a0del dono del creato, che riflette la bellezza e la sapienza<\/span>\u00a0del suo Artefice.<\/span><\/p>\n Da qui scaturiscono, in\u00a0particolare, motivazioni\u00a0<\/span>profonde e un nuovo modo di abitare la casa comune, di essere presenti gli uni agli altri con le proprie diversit\u00e0, di celebrare e rispettare la vita ricevuta e condivisa, di preoccuparci di condizioni e modelli di societ\u00e0 che favoriscano la fioritura e la permanenza della vita nel futuro, di sviluppare il bene comune dell\u2019intera famiglia umana.<\/p>\n La conversione ecologica alla quale facciamo appello ci conduce quindi a un nuovo sguardo sulla vita, considerando la generosit\u00e0 del Creatore che ci ha donato la Terra e che ci richiama alla gioiosa sobriet\u00e0 della condivisione. Tale conversione va intesa in maniera integrale, come una trasformazione delle relazioni che intratteniamo con le nostre sorelle e i nostri fratelli, con gli altri esseri viventi, con il creato nella sua ricchissima variet\u00e0, con il Creatore che \u00e8 origine di ogni vita. Per il cristiano, essa richiede di \u201clasciar emergere tutte le conseguenze dell\u2019incontro con Ges\u00f9 nelle relazioni con il mondo\u201d.[9]<\/strong><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n [10]<\/span><\/strong>\u00a0Il cammino della riconciliazione richiede pazienza e fiducia. Non si ottiene la pace se non la si spera.<\/span><\/p>\n Si tratta prima di tutto di credere nella possibilit\u00e0 della pace, di credere che l\u2019altro ha il nostro stesso bisogno di pace. In questo, ci pu\u00f2 ispirare l\u2019amore di Dio per<\/span>\u00a0ciascuno di noi, amore liberante, illimitato, gratuito, instancabile.<\/span><\/p>\n La paura \u00e8 spesso fonte di conflitto. \u00c8 importante, quindi, andare oltre i nostri timori umani, riconoscendoci figli bisognosi, davanti a Colui che ci ama e ci attende, come il Padre del figlio prodigo (cfr.<\/span>\u00a0Lc<\/em>\u00a0<\/em>15,11-24). La cultura dell\u2019incontro tra fratelli e sorelle rompe con la cultura della minaccia. Rende ogni incontro una possibilit\u00e0 e un dono dell\u2019amore generoso di Dio. Ci guida ad oltrepassare i limiti dei nostri<\/span>\u00a0orizzonti ristretti, per puntare sempre a vivere la fraternit\u00e0 universale, come figli dell\u2019unico Padre celeste.<\/span><\/p>\n Per i discepoli di Cristo,\u00a0questo cammino \u00e8 sostenuto\u00a0anche dal sacramento della\u00a0Riconciliazione, donato\u00a0dal Signore per la remissione\u00a0dei peccati dei battezzati.\u00a0Questo sacramento della\u00a0Chiesa, che rinnova le\u00a0persone e le comunit\u00e0,\u00a0chiama a tenere lo sguardo\u00a0rivolto a Ges\u00f9, che ha\u00a0riconciliato \u201ctutte le\u00a0cose, avendo pacificato\u00a0con il sangue della sua\u00a0<\/span>croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli\u201d (<\/span>Col<\/em>\u00a01,20); e chiede di deporre<\/span>\u00a0ogni violenza nei pensieri, nelle parole e nelle opere, sia verso il prossimo sia verso il creato.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n La grazia di Dio Padre si d\u00e0 come amore senza condizioni. Ricevuto il suo perdono, in Cristo, possiamo metterci in cammino per offrirlo agli uomini e alle donne del nostro tempo. Giorno dopo giorno, lo Spirito Santo ci suggerisce atteggiamenti e parole affinch\u00e9 diventiamo artigiani di giustizia e di pace.<\/span><\/p>\n Che il Dio della pace ci benedica e venga in nostro aiuto. Che Maria, Madre del Principe della pace e Madre di tutti i popoli della terra, ci accompagni e ci sostenga nel cammino di riconciliazione, passo dopo passo. E che ogni persona, venendo in questo mondo, possa conoscere un\u2019esistenza di pace e sviluppare pienamente la promessa d\u2019amore e di vita che porta in s\u00e9.<\/span><\/p>\n Francesco<\/strong><\/p>\n [1] Benedetto XVI,<\/span>\u00a0Spe salvi ,<\/span>\u00a0n. 1.<\/span><\/em><\/p>\n [2] Discorso sulle armi nucleari, Nagasaki, parco \u201cAtomic Bomb Hypocenter\u201d, 24 novembre 2019.<\/span><\/em><\/p>\n [3] Vedi omelia a Lampedusa, 8 luglio 2013.<\/span><\/em><\/p>\n [4] Discorso sulla pace, Hiroshima, Memoriale della pace, 24 novembre 2019.<\/span><\/em><\/p>\n [5]<\/span>\u00a0Gaudium et spes ,<\/span>\u00a0n. 78.<\/span><\/em><\/p>\n [6] Cfr. Benedetto XVI, discorso ai dirigenti delle Associazioni cristiane lavoratori italiani, 27 gennaio 2006.<\/span><\/em><\/p>\n [7]<\/span>\u00a0Octogesima adveniens ,<\/span>\u00a0n. 24.<\/span><\/em><\/p>\n [8]<\/span>\u00a0Laudato si\u2019 ,<\/span>\u00a0n. 200.<\/span><\/em><\/p>\n [9]<\/span>\u00a0Laudato si\u2019 ,<\/span>\u00a0n. 217.<\/span><\/em><\/p>\n [10] Cfr. san Giovanni della Croce,<\/span>\u00a0Notte oscura ,<\/span>\u00a0II, 21,8.<\/span><\/em><\/p>\n<\/blockquote>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La pace, cammino di speranza di fronte agli ostacoli e alle prove\u00a0 La pace \u00e8 un bene prezioso, oggetto della nostra speranza, al quale aspira tutta l\u2019umanit\u00e0. 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3.\u00a0<\/span>La pace, cammino di riconciliazione nella\u00a0comunione fraterna<\/h2>\n
4.\u00a0<\/span>La pace, cammino di conversione ecologica\u00a0<\/span><\/h2>\n
5.\u00a0<\/span>Si ottiene tanto quanto si spera<\/h2>\n
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