{"id":5591,"date":"2006-12-22T00:00:00","date_gmt":"2006-12-21T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5591"},"modified":"2021-11-11T15:48:52","modified_gmt":"2021-11-11T13:48:52","slug":"osservatorio-poverta-dieci-anni-di-ricerche","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/osservatorio-poverta-dieci-anni-di-ricerche\/","title":{"rendered":"Osservatorio povert\u00e0 Dieci anni di ricerche"},"content":{"rendered":"

Sono trascorsi circa dieci anni dalla fondazione dell’Osservatorio regionale sulle povert\u00e0: il 26 gennaio 1995 fu siglata la convezione fra Regione Umbria e Conferenza episcopale umbra (Ceu). Era invece datato 1994 il primo protocollo di intesa. A Perugia, la scorsa settimana, al salone d’onore della Giunta regionale, si \u00e8 tenuto il convegno dal titolo ‘Dieci anni di studio sulle povert\u00e0’. ‘Grazie al lavoro decennale dell’Osservatorio regionale sappiamo che i problemi della povert\u00e0 riguardano la famiglia, gli immigrati e il mondo del lavoro. – ha detto l’Arcivescovo diSpoleto mons. Riccardo Fontana – L’immigrazione in Umbria ‘produce’ poveri. \u00c8 elevato il numero degli stranieri che arrivano in Umbria, alla ricerca di un lavoro: eppure, anche nella terra di san Francesco, gli immigrati sono sfruttati, malpagati. Chi d\u00e0 loro lavoro si nasconde dietro un dito, affermando che i soldi dati qui, ‘a casa loro sono un sacco di soldi’. C’\u00e8 poi il mondo degli anziani, che resta fortemente esposto al rischio povert\u00e0, specie nelle zone di montagna dell’Umbria. Un umbro su cinque sta male, versa in condizioni di disagio sociale ed economico. Aumentano anche le povert\u00e0 immateriali: dobbiamo essere pi\u00f9 attenti ai drammi della depressione, della bulimia, della anoressia, della malattia mentale. Questi non sono problemi esclusivi della presidente Maria Rita Lorenzetti, n\u00e9 della Chiesa dell’Umbria. Sono di tutti noi, che dobbiamo essere ‘ da subito ‘ pi\u00f9 operativi contro la povert\u00e0. \u00c8 questo un punto fermo cui non vogliamo venire meno: ossia alla nostra vera collaborazione, come gi\u00e0 avvenuto per legge sulla sussidiariet\u00e0 e quella sugli oratori’. Il sociologo dell’Osservatorio regionale sulle povert\u00e0, Paolo Montesperelli, ha presentato alcuni dati dell’Osservatorio delle povert\u00e0, commentandoli con la competenza di chi ne \u00e8 autore e curatore fin dalla prima edizione. ‘Accanto alle fonti ufficiali – continua Montesperelli – abbiamo sempre utilizzato informazioni fornite da coloro che sono in prima fila nell’osservazione del disagio sociale, in primis le Caritas diocesane. Abbiamo poi puntato sull’analisi di temi ricorrenti quali le povert\u00e0 nei Comuni umbri, le politiche e i servizi sociali, le povert\u00e0 create dal terremoto, le povert\u00e0 degli immigrati e quelle dei giovani’. Il IV rapporto Aur sulle povert\u00e0 – la cui pubblicazione \u00e8 prevista entro la prossima primavera – focalizzer\u00e0 anche la situazione mondiale. Qualche anticipazione: 2 miliardi di persone vivono con appena 2 dollari al giorno; il 2 per cento della popolazione detiene il 50 per cento della ricchezza mondiale, a causa dell’affermarsi di politiche neoliberiste, dell’aumento della fame, della lotta sulle nuove risorse primarie, come l’acqua. ‘In Umbria – afferma Montesperelli – ci sono 23 mila famiglie povere: registriamo, rispetto al 2001, un aumento delle famiglie povere di tremila unit\u00e0, tenendo ben a mente che tali dati riguardano solo i residenti (non sono dunque considerati i migranti clandestini)’. L’83 per cento delle famiglie in Umbria non \u00e8 povero. Ma il 17 per cento di tutte le famiglie umbre – circa 138 mila persone – o \u00e8 gi\u00e0 povero o rischia di cadere nella povert\u00e0. Un 4 per cento di famiglie sono molto povere. Anche gli anziani sono poveri e, nella maggior parte dei casi, percepiscono pensioni insufficienti per vivere. I giovani hanno grossi problemi, legati soprattutto alla precarizzazione del lavoro; in particolare l’8,2 per cento delle giovani coppie con figli \u00e8 povero e tale cifra sembra purtroppo destinata ad aumentare. Nemmeno l’alto titolo di studio, come la laurea universitaria, \u00e8 pi\u00f9 una garanzia contro la povert\u00e0. Cresce inoltre la povert\u00e0 nelle famiglie che assistono familiari anziani in casa: sono costrette a spendere molto, ma non c’\u00e8 una rete di protezione che li sostiene. ‘Ci sono poi i casi di povert\u00e0 estrema – afferma Montesperelli. Che continua – Dal 1997 al 2005 \u00e8 aumentata l’et\u00e0 media dei poveri estremi, si \u00e8 passati da 37 a 42 anni. Ci sono pi\u00f9 donne che uomini, pi\u00f9 immigrati che italiani’. Alle Caritas arrivano richieste per trovare una casa, di aiuto per le bollette da pagare e per le medicine e il trasporto. Spesso ‘la caduta nella povert\u00e0’ avviene a causa di fenomeni legati all’usura, alle malattie. Gli anziani (uno su due \u00e8 povero in Umbria), i disoccupati, chi non ha titolo di studio rischia di affondare sempre di pi\u00f9 nella scala economico-sociale dell’Umbria. ‘Infine – conclude Montesperelli – altra cosa da tenere bene in conto \u00e8 che molti poveri si ‘mimetizzano’ fra di noi, per vergogna della loro condizione. Spesso non si rivolgono nemmeno ai servizi sociali e continuano a mantenere un’immagine esteriore di piena normalit\u00e0’. La presidente della Regione dell’Umbria, Maria Rita Lorenzetti, ha definito il protocollo di intesa del 1994 fra Chiesa e istituzioni regionali ‘una scelta naturale e straordinaria al tempo stesso’. ‘Non \u00e8 un fatto che accade normalmente in altre regioni d’Italia’ – ha detto. Poi ha proseguito: ‘Il nostro compito \u00e8 di irrobustire questa collaborazione, visto che anche in Umbria i poveri aumentano. Ma dobbiamo capire meglio chi sono questi poveri e, su questo, la collaborazione con la rete della Caritas regionale \u00e8 strategica per illuminare anche i punti pi\u00f9 oscuri del disagio’. Claudio Carnieri, presidente dell’Agenzia umbra ricerche, ma che al momento del varo dell’Osservatorio era presidente della Regione dell’Umbria, ha ricordato: ‘La creazione dell’Osservatorio regionale sulle povert\u00e0 fu per me una questione di particolare impegno civile e politico. Anche grazie ad esperienze come quelle dell’Osservatorio abbiamo imparato a vedere le contraddizioni della modernit\u00e0: la diversit\u00e0 fra ricchi e poveri, fra uomini e donne, fra chi ha e chi non ha, fra chi pu\u00f2 e chi non pu\u00f2, fra chi sa e chi non sa. \u00c8 perch\u00e9 ci siamo accorti di tutto questo che i diritti delle persone hanno iniziato a giocare un ruolo importante nell’attivit\u00e0 di governo. Ma, spesso, i benefici delle stesse politiche di welfare ricadono sui ceti medi invece che su quelli poveri, perch\u00e9 i ceti pi\u00f9 deboli della societ\u00e0 sono troppo sprovvisti di voce e di relazioni anche per avere ci\u00f2 che spetta loro di diritto’. L’assessore regionale alle Politiche e ai programmi sociali, Damiano Stufara, ha parlato di un nuovo piano sociale per l’Umbria: ‘Il 2007 – ha dichiarato – vedr\u00e0 rinnovate politiche di welfare in Umbria, per contrastare la crescita della disuguaglianza sociale. Come Regione dell’Umbria, abbiamo deciso di attivare un ‘fondo specifico’ per progetti rivolti a contrastare le nuove povert\u00e0. Sfortunatamente, una costante che devo notare – ha concluso – \u00e8 che la precarizzazione del lavoro determina insicurezza e disagio sociale, specie fra i giovani’. Il presidente del Comitato di coordinamento dell’Osservatorio sulle povert\u00e0 in Umbria, Giorgio Di Pietro, ha rimarcato: ‘In Umbria non ci sono solo nuovi poveri, ma anche chi non sa come mangiare. E i nostri figli hanno perso la speranza di poter migliorare la loro vita, certezza che invece le generazioni pi\u00f9 anziane hanno avuto’. Il dirigente regionale alla programmazione socio-sanitaria, Adriana Lombardi, \u00e8 sicura del lavoro svolto fino ad oggi: ‘Il nostro Osservatorio sulla povert\u00e0 funziona. E, purtroppo, registra che \u00e8 pi\u00f9 facile per le giovani famiglie cadere nell’area di povert\u00e0. Da noi non muore di fame nessuno, ma la povert\u00e0 dei Paesi ricchi si connota per delle ‘mancanze’, per l’ingresso nelle sacche dell’esclusione sociale’. La presidente dell’Anci, Catiuscia Marini, ha rilevato: ‘L’Osservatorio regionale sulle povert\u00e0 ha prodotto molto pi\u00f9 di quello che sia la Chiesa umbra, sia la Regione Umbria avessero potuto pensare. Ma le risposte alla povert\u00e0 in Umbria non riguardano solo le politiche sociali. Va infatti indagato e approfondito perch\u00e9 \u00e8 povera quella fascia dell’8 per cento di popolazione, probabilmente in forte aumento, che subisce la flessibilit\u00e0 del mondo del lavoro: si tratta di persone che hanno un alto profilo di istruzione ma che hanno lavoro ‘ad intermittenza’ nel corso dell’anno’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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