{"id":5586,"date":"2006-12-22T00:00:00","date_gmt":"2006-12-22T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5586"},"modified":"2018-01-03T19:55:07","modified_gmt":"2018-01-03T17:55:07","slug":"nostalgia-di-natale","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nostalgia-di-natale\/","title":{"rendered":"Nostalgia di Natale"},"content":{"rendered":"
Si sta discutendo se fare o non fare i presepi e di presepi devastati, statuine rubate e anche dell’inserimento di statuine equivoche che dovrebbero aver luogo in altro scenario, tipo un reality o una fiction o un sito televisivo riservato o un web site. Eppure tutti vorrebbero starci nel presepio, magari a modo loro. Istintivamente hanno capito che se non stanno nel presepio dove stanno? Nei luoghi prima elencati ci si pu\u00f2 stare solo per un po’ di tempo, una commedia, una farsa, o anche una tragedia. Ma sono sempre squarci di scene del teatro del mondo, come diceva il grande Unamuno, regolati da tempi stretti, irreversibili e niente affatto intercambiabili. Non si pu\u00f2 recitare il secondo atto all’inizio e il primo atto alla fine. Non si capirebbe niente. E invece chi sta nel presepio si ritrova sempre all’alba dove \u00e8 rappresentato il primo atto, la nascita, l’inizio, il principio. Questo permette a tutti quelli che vi partecipano di sentirsi sempre nuovi, rinnovati, ricominciati, riportati all’origine. Tutti, del resto, hanno nostalgia dell’origine, del bambino che rimane dentro ognuno. Lo ha detto anche il monaco Anselm Gruen, lo ha scritto e lo racconta in giro per l’Europa, e la gente lo ascolta volentieri e viene cos\u00ec guarita da quella malattia mortale che \u00e8 la mania insoddisfatta di essere quello che non si \u00e8, e di fare quello che non si ama. In altre parole uno, la maschera se la mette per paura di scoprirsi nella sua nudit\u00e0, ma poi sorge prepotente il desiderio di togliersela perch\u00e9 non respira bene e non vede neppure bene, non vede se stesso e se si specchia si spaventa, non si riconosce. Da l\u00ec nasce la nostalgia di essere pi\u00f9 veri e autentici, di stare nel presepio, di vivere il Natale, quello vero, quello dei sentimenti suggeriti da chi il presepio lo ha inventato. Non se ne pu\u00f2 inventare un altro. Quelli che vogliono starci non trovano altre preclusioni alla culla che sta al centro, ci si pu\u00f2 arrivare da molto lontano da quella grande periferia che \u00e8 come un universo. L’importante \u00e8 la direzione del cammino. La nostalgia \u00e8 come la stella cometa. Chi la guarda e la segue arriver\u00e0 e si trover\u00e0 sul punto dell’origine, alla sorgente, l\u00e0 dove avviene l’inesauribile nascita di Dio in ogni uomo. Se \u00e8 cos\u00ec, ed \u00e8 cos\u00ec per chi condivide il nostro modo di pensare, ci si domanda: chi ha paura del presepio e chi pu\u00f2 rimanerne offeso? Il presepio \u00e8 un ‘universale concreto e storico’ nel quale una fede rivelata esalta il fatto pi\u00f9 naturale, la nascita della vita frutto dell’amore tra lo Spirito e la carne, tra l’Eterno e il tempo. E questa \u00e8 la vera nostalgia che non d\u00e0 scampo ad alcuno e che inquieta il cuore di ogni persona. L’umanit\u00e0 \u00e8 in continua tragica sofferenza perch\u00e9 anzich\u00e9 lasciarsi guidare dalla stella che indica un cammino di salvezza, pretende di guidare da sola il proprio cammino nella storia, a testa bassa, con una caparbiet\u00e0 senza limiti, volendo ottenere tutto subito anche se non serve. Le vicende dei nostri tempi, colmi di terrore e di sangue e di morti innocenti sono una dimostrazione di ci\u00f2. Anzich\u00e9 affidarsi a fumose fiaccole artificiali di maestri del nulla, basterebbe che ognuno si lasciasse penetrare dalla luce misteriosa che illumina dall’alto il presepio. Essa \u00e8 capace di trasfigurare la vita e guarire in radice l’essere di ogni persona. Cos\u00ec sar\u00e0 la pace. Auguri<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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