{"id":5567,"date":"2006-12-08T00:00:00","date_gmt":"2006-12-08T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5567"},"modified":"2006-12-08T00:00:00","modified_gmt":"2006-12-08T00:00:00","slug":"si-prega-di-non-toccare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/si-prega-di-non-toccare\/","title":{"rendered":"Si prega di non toccare"},"content":{"rendered":"
Santa Maria Maggiore, prima cattedrale di Assisi: un autentico scrigno d’arte per gli affreschi visibili e per quelli (la gran parte) che restano nascosti sotto la patina dell’intonaco. Si pensi che l’abside, oggi in nuda pietra, appariva ricoperta da opere eseguite da Pace di Bartolo, allievo di Giotto, attivo in Assisi tra il 1344 e il 1368. Di tale artista si pu\u00f2 ammirare un”Annunciazione’ sopra la porta della sacrestia. Vari affreschi rappresentano un inno iconografico alla Madonna. Ecco, nella parete di fondo della navata destra, una ‘Madonna con Bambino’ di Girolamo Marinelli. Tra gli ex-voto che adornano, anche se graffiati e deturpati, la parte inferiore della navata di sinistra, attrae l’attenzione altra ‘Madonna con Bambino’: una lunga sequela di ex-voto commissionati perlopi\u00f9 da famiglie benestanti. Nell’intradosso di un arco della stessa navata, altra ‘Madonna con Bambino’ attribuita al citato Pace di Bartolo. ‘Questo ex – voto \u00e8 in corso di restauro, i volti sono tornati alla loro espressivit\u00e0 ma resta ancora da lavorare’: cos\u00ec dichiara Manuela Elisei che nella chiesa di Santa Maria Maggiore ha gi\u00e0 riportato ad originario splendore la ‘Crocifissione’ di Dono Doni (25 metri quadrati). Chiss\u00e0 quante altre figure di Madonne si celano sotto quell’intonaco giallo che il sole, filtrando dal rosone, indora. La stessa restauratrice si \u00e8 preoccupata di eseguire indagini preliminari per il ripristino di alcuni affreschi e la riscoperta di altri. Pitture e frammenti di pitture corrono il rischio di crollare. Manuela Elisei ammette anche la responsabilit\u00e0 dei fedeli ‘che in occasione delle funzioni sacre o delle visite, si appoggiano alle pitture con le sedie o con la schiena, quando non vi incidono addirittura i propri nomi sopra!’. E lancia un allarme: ‘… Se non si interviene immediatamente, nel giro di pochissimi anni queste opere andranno irrimediabilmente perse’. Tale precaria situazione ha suggerito al parroco don Giuseppe Biselli l’iniziativa di rivolgersi a benefattori, disposti a salvare un dipinto pagandone il restauro. Spiega don Giuseppe: ‘I benefattori in cambio riceveranno una specie di paternit\u00e0 sull’opera, testimoniata (tale paternit\u00e0) da una iscrizione realizzata con la tecnica dell’affresco, esplicativa di note storico-artistiche e al contempo rivelatrice dello stesso donatore, che in tal modo lascer\u00e0 un segno tangibile e duraturo’. Si fa dunque affidamento sulla sensibilit\u00e0 di cittadini ed anche di turisti, ma l’appello va esteso ovviamente a istituzioni, enti, istituti di credito, club, associazioni culturali… L’adozione di un affresco, grazie a questa benemerita e fantasiosa formula, trover\u00e0 il dovuto successo?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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