{"id":5562,"date":"2006-12-08T00:00:00","date_gmt":"2006-12-08T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5562"},"modified":"2006-12-08T00:00:00","modified_gmt":"2006-12-08T00:00:00","slug":"qui-si-osano-abbinamenti-surreali","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/qui-si-osano-abbinamenti-surreali\/","title":{"rendered":"Qui si osano abbinamenti surreali"},"content":{"rendered":"
Un connubio perfetto tra arte sacra antica e contemporanea. Una prospettiva davvero interessante, entusiasmante e convincente quella che si presenta nel Museo di San Pietro, situato nell’omonima piazza, collocato all’interno dell’antica abbazia benedettina di Assisi. Siamo entrati in questo luogo a colloquio con il direttore, Zeno Zoccheddu, con il quale abbiamo effettuato una sorta di passeggiata tra le innumerevoli sale del museo. Qual \u00e8 la storia di questo museo? ‘Il luogo che accoglie il museo non \u00e8 un posto qualsiasi, si tratta dell’abbazia benedettina di San Pietro. Inizialmente, la mia idea era quella di mostrare le bellissime architetture benedettine, di far vedere alla gente questo meraviglioso spettacolo, ma vista l’affluenza di persone che giungeva a visitare questo luogo, ci\u00f2 mi ha condotto a pensare di creare appositamente un museo e coniugare l’antico con la contemporaneit\u00e0. La Soprintendenza ai beni storico-artistici, in primo tempo, non aveva accolto questa mia idea, poich\u00e9 le opere contemporanee potevano ‘disturbare’ l’ordine dell’abbazia. Superate, comunque, le prime reticenze, il museo \u00e8 stato costituito nel 2002 nei saloni del fondo antico di San Pietro che, grazie ai monaci benedettini, \u00e8 stato aperto al pubblico per continuare il percorso che lega indissolubilmente san Benedetto a san Francesco di Assisi. Prima di entrare nella descrizione del museo stesso, \u00e8 importante delineare a grandi linee la storia di questa abbazia. La chiesa, che apparteneva alla comunit\u00e0 benedettina, pass\u00f2 dalla riforma cluniacense a quella cistercense. L’edificio attuale fu consacrato nel 1253 da Innocenzo IV. Sotto l’altare maggiore vi \u00e8 la cripta alto medievale, che conserva le spoglie di san Vittorino martire, secondo vescovo di Assisi e coprotettore della citt\u00e0’. Com’\u00e8 articolato il museo? ‘Il museo si compone di 1.100 mq di superficie ed \u00e8 uno spazio multifunzionale. All’interno di questo, sono presenti sia opere in pianta stabile sia lavori che vengono allestiti in occasione di mostre. Infatti, visitandolo, si possono notare le molteplici stanze: la ‘Sala della cantina’ che, con il tunnel, collegava l’abbazia alla parrocchia; la ‘Sala delle granaglie e della falegnameria’ adibita a grandi mostre; nella ‘Sala del norcino e dell’erborista’ \u00e8 presente la collezione dei Benedettini con il Trittico di Matteo da Gualdo; la ‘Sala del molino e dell’olio’; quella ‘del pozzo’ dove si pu\u00f2 ammirare la collezione delle ceramiche su san Francesco e il presepe e i progetti in ceramica di autori provenienti da diverse parti del mondo, tra cui Giacomo Soffiantino, Roberto Barni, Agenore Fabbri, Carol Dodo, Ioaquin Roca Rey, Salvador Dal\u00ec con due opere in maiolica, Aligi Sassu e quadri di Achille Funi e Giacomo Balla. Oltre ci\u00f2, si pu\u00f2 osservare un arco romano e un pozzo del I secolo; nella ‘Sala dei Caratelli del vin santo’ si proiettano i filmati delle opere in mostra’. Com’\u00e8 possibile portare l’arte sacra contemporanea in un’abbazia benedettina? ‘Il legame che esiste tra antico, moderno e contemporaneo \u00e8 indiscusso, non possiamo pensare che le opere di impronta moderna e contemporanea non abbiano un collegamento con il passato. Spesso l’arte contemporanea \u00e8 soggetta a critiche, come se essa perdesse nel suo confronto con le opere antiche e classiche, ma a mio avviso non \u00e8 cos\u00ec. Un artista si definisce tale se nella sua opera si pu\u00f2 leggere il suo percorso, la sua storia e se in essa si riflette qualcosa di nuovo e di originale. Per questi motivi, ho ritenuto culturalmente valido che il fondo antico di questa abbazia potesse accogliere il progetto museale’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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