{"id":55605,"date":"2019-10-25T10:13:11","date_gmt":"2019-10-25T08:13:11","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=55605"},"modified":"2019-10-24T18:25:29","modified_gmt":"2019-10-24T16:25:29","slug":"giusto-non-giudica","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/giusto-non-giudica\/","title":{"rendered":"Il giusto non giudica"},"content":{"rendered":"
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\u201cLa preghiera del povero attraversa le nubi\u201d, sentenzia l\u2019Autore del Libro del Siracide che ascoltiamo domenica XXX del TO.<\/span><\/p>\n

Prima lettura<\/h2>\n

L\u2019opera poetica del libro del Siracide<\/strong><\/em> affronta i pi\u00f9 disparati temi di sapienza popolare quali ad esempio la convivenza civile, la responsabilit\u00e0 personale, la scelta della moglie giusta, le varie attivit\u00e0 lavorative, \u2026, e, relativamente alla pagina di nostro interesse, la questione che si pone \u00e8 quella giustizia divina descritta tuttavia in modo \u2018ambivalente\u2019. <\/span><\/p>\n

Il Signore viene infatti presentato come un giudice imparziale che non fa \u201cpreferenza di persone\u201d, ma nello stesso tempo risulta essere \u2018parziale\u2019 in quanto si schiera dalla parte degli \u201coppressi\u201d che hanno subito ingiustizie. <\/span><\/p>\n

Il<\/span> Siracide a proposito evidenzia alcune categorie di poveri tra cui la vedova le cui lacrime (questo si legge dal Testo per intero) insieme alla preghiera non possono che arrivare al Signore poich\u00e9, come insegna anche il Talmud, non c\u2019\u00e8 porta celeste che possa resistere alle lacrime di dolore (Baba Mesi\u2018a). Il Signore ascolta quindi il grido dei poveri che senza arrendersi insistono facendo s\u00ec che la loro richiesta oltrepassi le \u201cnubi\u201d per impetrare \u201csoddisfazione\u201d ed \u201cequit\u00e0\u201d.<\/span><\/p>\n

Salmo<\/h2>\n

Anche il<\/span> Salmo<\/strong><\/em> alfabetico (34)<\/strong><\/em> con cui rispondiamo alla prima lettura riprende i temi della \u2018parzialit\u00e0\u2019 divina e dell\u2019esaudimento del grido dei poveri.<\/span><\/p>\n

Soprattutto parla della funzione di riscattatore (<\/span> goel ) che il Signore assolve a favore dell\u2019intera vita dei suoi \u201cservi\u201d intendendo cio\u00e8 sia la difesa dell\u2019aspetto biologico dell\u2019uomo terreno che quello spirituale ed eterno in quanto \u201cnon sar\u00e0 condannato chi in lui si rifugia\u201d.<\/span><\/p>\n<\/div>\n

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LA PAROLA <\/span>della Domenica<\/strong><\/p>\n

PRIMA LETTURA
\n<\/span>Dal Libro del Siracide 35,15b-17.20-22a<\/span><\/a><\/p>\n

SALMO RESPONSORIALE
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Salmo 33<\/span><\/a><\/p>\n

SECONDA LETTURA
\n<\/span>
Dalla II Lettera a Timoteo 4,6-8.16-18<\/span><\/a><\/p>\n

VANGELO
\n<\/span>
Dal Vangelo di Luca 18,9-14<\/span><\/a><\/p>\n<\/blockquote>\n

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Seconda lettura<\/h2>\n

La seconda lettura tratta dalla<\/span> II Lettera<\/strong><\/em> di san Paolo a Timoteo<\/strong><\/em> ci presenta ancora i temi della giustizia resa dal Signore all\u2019oppresso e della salvezza eterna promessa ai credenti. In questo caso l\u2019oppresso \u00e8 lo stesso Paolo che, volgendo alla conclusione la Lettera indirizzata al suo discepolo e sentendo vicino il momento di lasciare questa terra, ripercorre la sua vita passata non per esaltare se stesso, ma per incoraggiare Timoteo ad adempiere fedelmente il suo ministero. <\/span><\/p>\n

L\u2019Apostolo ricorre alla metafora \u2018atletica\u2019 parlando di \u201ccombattimento\u201d (<\/span> agonia ) di \u201ccorsa\u201d (<\/span> dromon ) impiegati nell\u2019estenuante opera di evangelizzazione e di \u201ccorona\u201d (<\/span> stefanos ) conquistata mantenendo sempre salda la \u201cfede\u201d. Paolo scrive con questo tono cos\u00ec colmo di pathos perch\u00e9 di fatto ha vissutoun\u2019estrema solitudine, un abbandono totale da parte dei suoi relativamente ad una situazione in cui ha rischiato di venir ucciso, ma il Signore l\u2019ha sottratto \u201cdalla\u00a0<\/span>bocca del leone\u201d, ovvero l\u2019ha scampato dal pericolo della condanna a morte (<\/span>Sal<\/em> 22,21;<\/span> Dn 6).<\/span><\/p>\n

Vangelo<\/h2>\n<\/div>\n<\/div>\n
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La pagina del<\/span> Vangelo secondo Luca<\/strong><\/em> ci propone l\u2019ascolto della parabola del fariseo e del pubblicano, parabola racchiusa tra il primo versetto in cui \u00e8 l\u2019Autore ad evidenziare il motivo dell\u2019insegnamento e l\u2019ultimo in cui \u00e8 Ges\u00f9 ad esporre la risoluzione del motivo iniziale. Si tratta di due uomini che \u2018salgono\u2019 al tempio a pregare il cui atteggiamento attira il nostro interesse.<\/span><\/p>\n

Il fariseo inizia bene la sua preghiera: Dio \u00e8 chiamato subito in causa e il motivo \u00e8 il ringraziamento. (Questo rientrava nella prassi religiosa giudaica, basta considerare i Salmi o tante altre preghiere). Poi per\u00f2 la preghiera del fariseo evolve in un elenco di categorie a cui orgogliosamente afferma \u201ctra s\u00e9\u201d di non appartenere: \u201cladri, ingiusti, adulteri\u201d e vi aggiunge il \u201cpubblicano\u201d presente. Non solo. <\/span><\/p>\n

Questo fariseo pratica pi\u00f9 di quanto la Legge suggerisce: dice infatti di digiunare due volte alla settimana, quando in realt\u00e0 il digiuno era imposto nel giorno dell\u2019espiazione (<\/span>Lv<\/em> 16; 23); afferma di pagare la decima su quanto possiede, quando invece tale dovere riguardava solo colui che vendeva (<\/span>Dt<\/em> 12).<\/span><\/p>\n

Effettivamente, presentato cos\u00ec, il ritratto morale del fariseo risulta impeccabile! Ad esso subentra la descrizione del pubblicano: rimane in lontananza, non alza gli occhi, si batte il petto in segno di contrizione, si definisce \u2018peccatore\u2019 e rivolge al Signore l\u2019accorato appello alla piet\u00e0 verso di lui. Il fariseo dice di s\u00e9 cose vere, altrettanto lo \u00e8 per il pubblicano che era ufficialmente riconosciuto come \u2018peccatore\u2019 o frequentatore di peccatori (5,30.32; 7,34; 15,1).<\/span><\/p>\n

La soluzione sta infatti – come dicevamo – nei versetti iniziale e finale: non pu\u00f2 esserci compatibilit\u00e0 tra l\u2019\u2018essere giusti\u2019 e il disprezzo per gli altri. E il risultato finale \u00e8 proprio un ribaltamento dei ruoli: il pubblicano che si definisce sinceramente peccatore viene \u201cesaltato\u201d, il fariseo orgoglioso del suo essere \u2018giusto\u2019 se ne ritorna \u201cumiliato\u201d. <\/span><\/p>\n

Questo non significa affatto assumere un atteggiamento contrario alla \u2018legge\u2019 del Vangelo, quanto piuttosto evitare la presunzione di giudicare gli altri non ritenendo possibile che gli altri possano davvero pentirsi e credere soprattutto al carattere misericordioso del Signore che nelle Sue vie imperscrutabili pu\u00f2 raggiungere anche i cuori pi\u00f9 ostinati e riaccoglierli nella comunione con Lui.<\/span><\/p>\n

Giuseppina Bruscolotti<\/strong><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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