Quando questo numero de La Voce sar\u00e0 nelle mani dei lettori, Benedetto XVI avr\u00e0 concluso il suo viaggio in Turchia. Il Papa \u00e8 andato ufficialmente dietro invito del presidente della Repubblica turca. Ma la circostanza fondamentale, che ha reso significativa e obbligatoria la data, \u00e8 stata la celebrazione della festa di sant’Andrea apostolo fondatore e patrono della Chiesa ortodossa bizantina (30 novembre). Andrea era fratello di Simone, da Ges\u00f9 chiamato Pietro, e i due furono i primi discepoli del Maestro. Il Papa, successore di Pietro, con questo viaggio \u00e8 andato ad abbracciare Bartolomeo I, successore di Andrea, nel giorno della festa dell’Apostolo. Il segno pi\u00f9 chiaro e significativo di questa visita \u00e8 perci\u00f2 di carattere ecumenico e sta a indicare l’esigenza e l’urgenza che i due fratelli e le due Chiese sorelle, si ritrovino insieme in perfetta armonia e pace. Solo cos\u00ec potranno affrontare le sfide del momento presente, che secondo la Dichiarazione congiunta firmata da Bartolomeo e da Benedetto XVI, sono ‘la secolarizzazione, il relativismo e persino il nichilismo’ diffusi nella cultura contemporanea. Se si far\u00e0 questa completa unione, si realizzer\u00e0 un movimento pi\u00f9 veloce e intenso verso l’unit\u00e0 che potr\u00e0 coinvolgere anche le altre Chiese e comunit\u00e0 cristiane. Recandosi da Bartolomeo inoltre, il Papa lo onora e gli dona prestigio agli occhi delle autorit\u00e0 turche e della popolazione musulmana, e ricorda anche l’antico glorioso passato storico dell’Impero bizantino e della Grande Chiesa ortodossa ricca di dottrina, santit\u00e0 ed arte. La grande basilica di Santa Sofia, dopo la conquista da parte di Maometto II (1453) fu ridotta a moschea e poi a museo. La riduzione pi\u00f9 grave per\u00f2, \u00e8 quella dei cristiani ortodossi, divenuti progressivamente, nel tempo, una sparuta minoranza, ancor oggi sottoposta a umilianti condizioni e bisognosa di sostegno e incoraggiamento, ci\u00f2 che il Papa ha fatto ad imitazione dei suoi predecessori Giovanni Paolo II e Paolo VI. Benedetto XVI e Bartolomeo hanno firmato una Dichiarazione comune, ampia e articolata, che indica le vie della piena comunione e i motivi fondamentali per perseguirla con tenacia. Nella dichiarazione c’\u00e8 una frase illuminante ove si afferma che, dalla cancellazione delle antiche scomuniche (1054), avvenuta a seguito dell’incontro tra Paolo VI e Atenagora nel 1964, non sono state tratte tutte le positive conseguenze. Una grande speranza quindi si \u00e8 riaccesa per il cammino ecumenico. Se questo \u00e8 il punto forte della visita, ci\u00f2 che ha maggiormente interessato l’opinione pubblica \u00e8 stato l’incontro con il mondo musulmano di quel Paese. C’era molta curiosit\u00e0 acuita dalle notizie che circolavano e dalle minacciose proteste organizzate dai partiti pi\u00e0 oltranzisti. Ma la presenza umile, dignitosa e dimessa di Benedetto XVI e l’oculata presenza poliziesca, hanno favorito il pacifico svolgimento delle manifestazioni. D’altra parte era interesse politico del Governo turco, in vista dell’entrata in Europa, che tutto si svolgesse nel migliore dei modi. Ma osiamo anche pensare che vi sia una maturazione, sia pure lenta, nelle popolazioni di tutti i Paesi verso forme di civile convivenza, che preludono ad un futuro di pace. Ed infine il Papa ha visto i cattolici, nella Casa di Maria ad Efeso ed ha ricordato con dolore ed insieme con orgoglio, il prete romano, don Andrea Santoro, che \u00e8 andato a morire in quel Paese, da sempre terra di santi e martiri cristiani. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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