{"id":5531,"date":"2006-11-24T00:00:00","date_gmt":"2006-11-23T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5531"},"modified":"2015-07-24T11:21:25","modified_gmt":"2015-07-24T09:21:25","slug":"sei-il-re-dei-giudei","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/sei-il-re-dei-giudei\/","title":{"rendered":"“Sei il re dei Giudei?”"},"content":{"rendered":"
Per il corrente anno la celebrazione della festa di Cristo Re \u00e8 accompagnata dalla lettura del brano di Giovanni sul primo incontro tra Ges\u00f9 e Pilato. Si tratta del primo confronto, perch\u00e9 questo Vangelo registra anche un secondo colloquio tra i due, dopo la flagellazione del Nazareno. Senza perder tempo, Pilato passa subito alla questione cruciale, il punto che gli interessa: “Tu sei il re dei Giudei?”. Per il prefetto romano, rappresentante del potere imperiale, quest’espressione significa ovviamente una preoccupazione circa il governo dei suoi territori: la paura di una sommossa, soprattutto a Pasqua, avrebbe potuto destabilizzare l’ordine e la pax romana<\/em>. Ma, come gi\u00e0 commentava I. De La Potterie (La passione di Ges\u00f9 secondo il vangelo di Giovanni<\/em>, Paoline 1988), l’espressione “re dei giudei” che anche Pilato utilizza pu\u00f2 essere compresa, nel nostro brano, almeno in due altri modi diversi da quello che egli probabilmente intende.<\/p>\n “Per i giudei, il titolo ‘re dei giudei’ significa naturalmente tutt’altra cosa. Egli \u00e8 il re messia atteso fin dall’epoca di Davide per il tempo della salvezza, investito di una missione sia religiosa sia politico-nazionale. ‘Re’ ha qui un significato terreno e storico, ma con un profondo contenuto teologico. Nella storia, ambedue sono strettamente legati e impiegati l’uno per l’altro; i due significati giocano insieme nell’accusa contro Ges\u00f9”. Particolarmente significativo per la comprensione della festa di oggi \u00e8 per\u00f2 il senso che le parole devono aver avuto per Ges\u00f9: attraverso di lui questo titolo rivela un nuovo significato, in particolare nel Vangelo secondo Giovanni<\/em>. Ges\u00f9 accetta il titolo, rispondendo “Io sono re” ma allo stesso tempo nega il significato che Pilato vuole attribuirgli, per parlare invece della sua speciale regalit\u00e0.<\/p>\n Ges\u00f9 si rifiuta di incarnare un messianismo terreno, come quello evocato gi\u00e0 nelle tentazioni nel deserto, in particolare nella versione lucana della prova: “Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: ‘Ti dar\u00f2 tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perch\u00e9 \u00e8 stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sar\u00e0 tuo'” (Lc<\/em> 4,5-7). “Tutto il mondo appartiene a Satana, che \u00e8 disposto a dare a Ges\u00f9 il potere su tutti i regni della terra. Ma Ges\u00f9, fin dall’inizio della sua vita pubblica, rifiuta radicalmente di fondare un regno terreno” (De La Potterie). Questa interpretazione invece ha spesso avuto fortuna, magari nella raffigurazione di un Ges\u00f9 “rivoluzionario” o politico. Pensavamo di essercene liberati, invece ancora oggi \u00e8 in voga.<\/p>\n In un libro pubblicato quest’anno da Piemme – una volta editrice di orientamento cattolico, ora controllata da Mondadori – La dinastia di Ges\u00f9<\/em>, dell’archeologo americano James D. Tabor, si leggono nella seconda di copertina affermazioni che somigliano alle fantasie de Il Codice da Vinci<\/em>, ma che hanno la pretesa di essere storiche: “Oltre a Ges\u00f9, Maria ha avuto altri sei figli. Una vera e propria dinastia, chiamata a regnare su Israele e a restaurare il Regno di Dio. Della dinastia di Ges\u00f9 la Chiesa non ha mai voluto parlare per preservare il dogma della verginit\u00e0 di Maria e per evitare di riconoscere una verit\u00e0 sconcertante: Ges\u00f9 non \u00e8 venuto per annunciare un Regno di Dio inteso come vita eterna ultraterrena, ma \u00e8 stato il leader di un movimento rivoluzionario che avrebbe dovuto trasformare il mondo e instaurare il vero Regno di Dio sulla terra”.<\/p>\n Se la regalit\u00e0 di Cristo deve per\u00f2 essere compresa in altro modo, questo non deve portarci all’idea contrapposta, ovvero all’immaginare un Messia estraniato dal mondo; il nostro testo non si lascia leggere in tal modo. In greco, le parole di Ges\u00f9 al v. 36 del Vangelo di oggi, sono, alla lettera: “Il mio regno non \u00e8 da questo mondo”. Quanta differenza rispetto agli apocrifi, tanto in voga oggi: “In certi scritti gnostici ispirati dal quarto vangelo, per esempio gli Atti di Pilato, viene introdotta in questo testo la piccola modificazione seguente: “Il mio regno non \u00e8 in questo mondo”, il che ha evidentemente un significato del tutto differente e porta a una separazione tra il mondo e il regno di Dio”. Le parole di Ges\u00f9 invece significano che “la regalit\u00e0 di Cristo non si fonda sui poteri di questo mondo e non \u00e8 minimamente ispirata a questi. \u00c8 una sovranit\u00e0 nel mondo, ma che si realizza in maniera diversa dal potere terreno e attinge la sua ispirazione da un’altra fonte” (De La Potterie).<\/p>\n Le nostre riflessioni hanno inevitabilmente una ricaduta sul piano ecclesiologico. “La tentazione del potere temporale – continua De La Lotterie – ha perdurato nel corso della storia della Chiesa. Essa non \u00e8 certamente nella linea del vangelo, il che non significa che tutte le istituzioni debbano scomparire e che la Chiesa debba restare esclusivamente carismatica. No, ma deve essere in ogni caso una Chiesa povera e in spirito di servizio. Il Cristo non \u00e8 re alla maniera dei dominatori della terra, e la sua Chiesa non \u00e8 una potenza terrena”. La quotidiana fatica dei credenti, e quella della Chiesa, \u00e8 di comprendere la regalit\u00e0 di Ges\u00f9 e viverla come Egli per primo l’ha vissuta.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Per il corrente anno la celebrazione della festa di Cristo Re \u00e8 accompagnata dalla lettura del brano di Giovanni sul primo incontro tra Ges\u00f9 e Pilato. Si tratta del primo confronto, perch\u00e9 questo Vangelo registra anche un secondo colloquio tra i due, dopo la flagellazione del Nazareno. Senza perder tempo, Pilato passa subito alla questione […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":0,"comment_status":"open","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_acf_changed":false,"footnotes":""},"categories":[492],"tags":[1913],"acf":[],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/5531"}],"collection":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/1"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=5531"}],"version-history":[{"count":7,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/5531\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":40111,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/5531\/revisions\/40111"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=5531"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=5531"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/www.lavoce.it\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=5531"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}