{"id":55229,"date":"2019-09-11T10:09:46","date_gmt":"2019-09-11T08:09:46","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=55229"},"modified":"2022-02-17T16:39:49","modified_gmt":"2022-02-17T14:39:49","slug":"cura-deboli-bene-tutti","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/cura-deboli-bene-tutti\/","title":{"rendered":"Aver cura dei pi\u00f9 deboli fa bene a tutti"},"content":{"rendered":"
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Il Centro Speranza di Fratta Todina da trent\u2019anni organizza una \u201cCamminata della speranza\u201d pensata non tanto \u201cper\u201d ma \u201ccon\u201d i disabili gravi, e le loro famiglie, che ogni giorno frequentano il Centro.<\/span><\/p>\n

Nella presentazione dell\u2019iniziativa alla stampa la parola che pi\u00f9 \u00e8 echeggiata \u00e8 stata proprio \u201csperanza\u201d, e non solo perch\u00e9 \u00e8 il nome del Centro voluto dalla beata Madre Speranza, fondatrice del Santuario dell\u2019Amore misericordioso di Collevalenza.<\/span><\/p>\n

\u201cSperanza\u201d \u00e8, in realt\u00e0, quello che si respira nel racconto di chi opera con persone che fin dalla nascita hanno dei limiti fisici e psichici importanti e con il proprio lavoro riesce a far stare meglio il disabile e la sua famiglia.<\/span><\/p>\n

\u201cDal Centro nessuno esce guarito, non facciamo miracoli, ma in questo Centro accogliamo e curiamo, e ci piace paragonarlo ad una SPA dove si va per stare meglio\u201d. Il paragone sembra temerario, ma a farlo \u00e8 madre Maria Grazia Biscotti, la religiosa delle Ancelle dell\u2019Amore Misericordioso fondate da Madre Speranza, responsabile del Centro.<\/span><\/p>\n

Il disabile, infatti, ripetono, \u201cnon \u00e8 un malato, non ha una malattia da cui pu\u00f2 guarire, perch\u00e9 la disabilit\u00e0 \u00e8 una condizione\u201d. E il disabile l\u00ec \u00e8 una persona accolta e amata per quello che \u00e8.<\/span><\/p>\n

Questo quotidiano accogliere persone che nella societ\u00e0\u201cnormale\u201d sono indicate come \u201cultimi\u201d, se non\u00a0<\/span>inutili, \u00e8 un elemento di speranza per tutti, anche per i \u201cnormali\u201d che spesso non si sentono amati per ci\u00f2 che sono, sono messi sotto pressione per fare, apparire, competere\u2026<\/p>\n

E allora l\u2019altra osservazione che dovremmo tenere presente \u00e8 che una citt\u00e0 o paese in cui i disabili possono muoversi in autonomia sulle strade e negli edifici perch\u00e9 non ci sono pi\u00f9 barriere architettoniche, \u00e8 una citt\u00e0 sicura e vivibile anche per i \u201cnormali\u201d.<\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n

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Una sanit\u00e0 che mette al centro dei suoi protocolli la persona, con tutte le sue disabilit\u00e0, \u00e8 una sanit\u00e0 che mette al centro del sistema la persona e non le sue malattie, con beneficio anche dei \u201cnormali\u201d.<\/span><\/p>\n

E gli esempi potrebbero continuare per dire una cosa semplice, ma non scontata: la societ\u00e0 che ha cura dei suoi membri pi\u00f9 fragili \u00e8 una societ\u00e0 in cui tutti vivono meglio. Non \u00e8 questione di soldi, di investimenti (o meglio, non solo) \u00e8 questione anzitutto di cultura, di organizzazione, di modalit\u00e0 di approccio.<\/span><\/p>\n

Infine, ma non ultimo, la disabilit\u00e0 che si acquisisce nel corso della vita \u00e8 una condizione sempre pi\u00f9 diffusa perch\u00e9 legata all\u2019invecchiamento, e dunque potrebbe essere la condizione in cui ciascuno di noi potrebbe trovarsi.<\/span><\/p>\n

Ragione in pi\u00f9 per chiedere alla politica di mettere al centro dei programmi le persone, a cominciare dalle pi\u00f9 fragili.<\/span><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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