Con il ripristino della festa di sant’Ercolano, fortemente voluto da mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia, \u00e8 stata sottolineata la particolare caratteristica che in antico tale festa aveva per il comune e per l’Universit\u00e0. Nel Gonfalone dell’Universit\u00e0, nei sigilli e negli stemmi pi\u00f9 antichi c’\u00e8 sempre la figura del vescovo Ercolano accanto al Grifo. Mons. Chiaretti, suffragato dagli studiosi di storia locale, ha inteso rimarcare questo aspetto ed ha pertanto invitato il rettore e la comunit\u00e0 universitaria a prendere atto delle sue radici nel momento in cui si sta predisponendo una serie di iniziative per festeggiare il settimo centenario della fondazione dello Studium perusinum, Universit\u00e0 degli studi di Perugia (1308). Il rettore magnifico Francesco Bistoni ha accolto l’invito del vescovo: la vigilia della festa del santo Patrono ha offerto un cero al Patrono dopo aver partecipato alla ‘luminaria’, partita dall’antica sede dell’Universit\u00e0, oggi palazzo del tribunale fino alla chiesa di sant’Ercolano dove \u00e8 stato cantato il vespro. Nei tempi dell’egemonia culturale e sociale massonica, il corpo docente non si curava certo di avere un Patrono in cielo ed anche oggi non tutte le componenti del senato accademico sarebbero disposte ad ammetterlo. \u00c8 tuttavia in atto un processo di riavvicinamento tra Universit\u00e0 e Chiesa che si pu\u00f2 datare dal dopoguerra, quando il rettore di allora, Giuseppe Ermini, si fece carico di rilanciare l’universit\u00e0 con nuove facolt\u00e0, dotandola di nuove strutture. Tra questi provvedimenti dispose anche la costruzione di una nuova Aula Magna, liberando cos\u00ec la chiesa di Santa Maria Annunziata che svolgeva tale ruolo dalla fine del Settecento. Realizzata la nuova Aula Magna la chiesa, debitamente restaurata e dotata degli arredi essenziali, \u00e8 stata riconsegnata alla Chiesa per l’uso liturgico a servizio degli universitari. La prima messa fu celebrata con grande solennit\u00e0 nel gennaio 1958. E’ stato un fatto storico perch\u00e9 per la prima volta nell’epoca moderna nell’Universit\u00e0 era stata impiantata una Chiesa, in senso pieno sia pure in germe. Da allora si \u00e8 iniziato un cammino di presenza e di collaborazione che \u00e8 andato crescendo nel tempo ed ha realizzato un’intensa e continua opera liturgica e pastorale. Migliaia di studenti e docenti vi hanno fatto esperienza di preghiera e di fede e si sono nutriti della parola di Dio, con il servizio di molti sacerdoti. Un momento importante di questo cammino \u00e8 stato segnato dalla visita del papa Giovanni Paolo II alla citt\u00e0 e all’Universit\u00e0, il 26 ottobre 1986. In quell’occasione preg\u00f2 in silenzio inginocchiato per terra nella chiesa e poi fece un impegnativo discorso nell’Aula magna. A vent’anni di distanza dalla visita di Giovanni Paolo II, la ripresa dell’antica tradizione voluta da mons. Chiaretti \u00e8 il segno di una storia che continua e riprende slancio, in contesti rinnovati, nell’oggi. La situazione sociale e culturale \u00e8 evidentemente cambiata e la presenza nell’Universit\u00e0 da parte della Chiesa deve essere commisurata con le esigenze della laicit\u00e0 delle istituzioni pubbliche e della pluralit\u00e0 delle opzioni etiche e culturali.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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