{"id":54743,"date":"2019-06-20T14:05:49","date_gmt":"2019-06-20T12:05:49","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=54743"},"modified":"2021-02-18T20:14:17","modified_gmt":"2021-02-18T18:14:17","slug":"rifugiati-70-milioni-bambini","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/rifugiati-70-milioni-bambini\/","title":{"rendered":"Giornata del rifugiato. Oltre 70 milioni di persone in fuga, la met\u00e0 sono bambini"},"content":{"rendered":"
\u00c8 di nuovo record di persone in fuga nel mondo: sono state 70,8 milioni nel 2018, con un aumento di 2,3 milioni di persone rispetto all\u2019anno precedente, il dato pi\u00f9 alto degli ultimi 70 anni, pressoch\u00e9 raddoppiato rispetto a vent\u2019anni fa.<\/p>\n
Di questi 25,9 milioni hanno lo status di rifugiati (500.000 in pi\u00f9 del 2017), 41,3 milioni sono sfollati interni ai Paesi (soprattutto in Colombia<\/strong> e Siria<\/strong>), 3,5 milioni sono richiedenti asilo. L\u201980% delle persone in fuga vive in Paesi confinanti con i propri Paesi di origine, quindi prevalentemente nei Paesi a medio o basso reddito.<\/p>\n E non nel primo mondo come si pensa. Per il quinto anno consecutivo \u00e8 infatti la Turchia<\/strong>, con 3,7 milioni di persone ad accogliere il numero pi\u00f9 elevato di rifugiati nel mondo, seguita dal Pakistan<\/strong> (1,4 milioni), dall\u2019Uganda<\/strong> (1,2 milioni), dal Sudan<\/strong> (1,1 milione) e dalla Germania<\/strong> con 1 milione.<\/p>\n Complessivamente il 60% di tutti i rifugiati provengono da soli 5 Paesi: Siria<\/strong> (6,7 milioni), Afghanistan<\/strong> (2,7 milioni), Sud Sudan<\/strong> (2,3 milioni), Myanmar<\/strong> (1, 1 milione), Somalia<\/strong> (0,9 milioni). I nuovi sfollati nel 2018 sono stati 13,6 milioni, tra i quali oltre 10 milioni di sfollati all\u2019interno del proprio Paese e 2,8 milioni nuovi rifugiati e richiedenti asilo.<\/p>\n Il numero pi\u00f9 elevato di domande d\u2019asilo \u00e8 stato presentato dai venezuelani: 341.800 a fronte di circa 4 milioni di persone che hanno lasciato il loro Paese a causa della grave crisi politica e umanitaria.\u00a0Sono le principali cifre dei Global trends 2018, le tendenze globali delle migrazioni, presentate oggi a Roma dall\u2019Alto commissariato per le Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra domani, 20 giugno, in tutto il mondo.<\/p>\n 37.000 persone al giorno sono dunque costrette a fuggire dalle proprie case: il 16% dei rifugiati sono stati accolti in Paesi sviluppati ma un terzo della popolazione (6,7 milioni) si trovava nei Paesi meno sviluppati. Nel 2018 per\u00f2 anche 2,9 milioni di persone hanno fatto ritorno alla loro casa, anche se i reinsediamenti nei paesi terzi sono stati solamente 92.400.<\/p>\n Tra i nuovi richiedenti asilo il numero pi\u00f9 elevato \u00e8 rappresentato dai venezuelani: 341.800. I paesi ad alto reddito accolgono solo 2,7 rifugiati ogni 1000 abitanti. I Paesi a reddito medio e medio basso accolgono 5,8 rifugiati ogni 1000 abitanti. I paesi pi\u00f9 poveri accolgono un terzo di tutti i rifugiati su scala mondiale. Tra i rifugiati 62.600 hanno acquisito una nuova cittadinanza per naturalizzazione.<\/p>\n La met\u00e0 dei rifugiati sono minori, una percentuale in aumento rispetto al 41% del 2009. Di questi\u00a0138.600 sono minori soli, separati dalle famiglie e non accompagnati,\u00a0che hanno presentato domanda di asilo individualmente.<\/p>\n<\/div>\n Tra i 25,9 milioni di rifugiati su scala mondiale, almeno 5,5 milioni sono palestinesi che ricadono sotto il mandato dell\u2019Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l\u2019occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (United Nations relief and works agency\/Unrwa).<\/p>\n \u201cLa crescita complessiva del numero di persone costrette alla fuga \u00e8 continuata a una rapidit\u00e0 maggiore di quella con cui si trovano soluzioni in loro favore \u2013 ha spiegato Carlotta Sami, portavoce di Unhcr Italia -. La soluzione migliore \u00e8 rappresentata dalla possibilit\u00e0 di fare ritorno nel proprio Paese volontariamente, in condizioni sicure e dignitose.<\/p>\n Altre soluzioni prevedono l\u2019integrazione nella comunit\u00e0 di accoglienza o il reinsediamento in un Paese terzo\u201d. Tuttavia, nel 2018 solo 92.400 rifugiati sono stati reinsediati, meno del 7% di quanti sono in attesa. Circa 593.800 rifugiati hanno potuto fare ritorno nel proprio Paese, mentre 62.600 hanno acquisito una nuova cittadinanza per naturalizzazione. La migrazione \u00e8 un fenomeno prevalentemente urbano: \u00e8 pi\u00f9 probabile che un rifugiato viva in paese o in citt\u00e0 (61%), piuttosto che in aree rurali o in un campo rifugiati.<\/p>\n Un terzo di tutti i rifugiati accolti dai Paesi poveri. Un dato eclatante \u00e8 che\u00a0i Paesi ad alto reddito accolgono mediamente 2,7 rifugiati ogni 1.000 abitanti;\u00a0i Paesi a reddito medio e medio-basso ne accolgono in media 5,8 ogni 1.000 abitanti; i Paesi pi\u00f9 poveri accolgono un terzo di tutti i rifugiati su scala mondiale. Il Paese dove il rapporto tra rifugiati e popolazione \u00e8 maggiore \u00e8\u00a0in Libano: 156 rifugiati ogni 1.000 abitanti.\u00a0Un rifugiato ogni 6 libanesi. A seguire Giordania e Turchia.<\/p>\n In Italia, dove vivono 130.000 rifugiati (non riempirebbero nemmeno il Circo Massimo), il rapporto \u00e8 di 3 rifugiati ogni 1.000 abitanti.\u00a0L\u2019Italia \u00e8 anche al 10\u00b0 posto nel mondo per nuove domande di asilo: 48.900, un numero dimezzato rispetto ad un anno prima, quando era al terzo posto dopo Stati Uniti e Germania.<\/p>\n Ora i primi destinatari di richieste d\u2019asilo sono Stati Uniti, Per\u00f9 (dal Venezuela) e Germania. Quasi 4 rifugiati su 5 hanno vissuto da rifugiati almeno per cinque anni. Un rifugiato su 5 \u00e8 rimasto in tale condizione per almeno 20 anni.\u00a0 \u201cSono cifre molto preoccupanti \u2013 ha detto Luigi Maria Vignali<\/strong>, del Ministero degli affari esteri -. Confermano una difficolt\u00e0 maggiore ad accoglierli e a proteggerli\u201d.<\/p>\n Vignali ha ricordato che l\u2019Italia ha realizzato 700 evacuazioni umanitarie dalla Libia in un anno e mezzo e reinsediato 2.500 rifugiati negli ultimi anni. \u201cI corridoi umanitari \u2013 ha detto \u2013 sono una eccellenza italiana, un partenariato tra societ\u00e0 civile e istituzioni che ha successo. E\u2019 ora il momento di pensare a corridoi umanitari europei\u201d.<\/p>\n \u201cI corridoi umanitari non possono essere l\u2019unico strumento legale per entrare in Italia in modo legale e sicuro \u2013 ha obiettato durante la conferenza stampa\u00a0Caterina Boca<\/strong>, dell\u2019ufficio politiche migratorie e protezione internazionale di Caritas italiana -. Il governo italiano deve individuare\u00a0politiche di governance per le persone che chiedono protezione e assistenza e avviare un processo che consenta di favorire gli ingressi in maniera legale.<\/p>\n Le organizzazioni e gli enti del terzo settore non possono essere caricate, a proprie spese, di responsabilit\u00e0 che devono essere una prerogativa governativa. Il governo deve fare la sua parte, nel rispetto delle direttive internazionali e della Convenzione di Ginevra\u201d.<\/p>\n Boca ha ricordato che dal settembre 2015 ad oggi (quando Papa Francesco lanci\u00f2 l\u2019appello ad accogliere i profughi a parrocchie e comunit\u00e0), sono state portate in Italia 500 persone con i corridoi umanitari, principalmente dall\u2019Etiopia. Si tratta di eritrei, somali, sud sudanesi in fuga da persecuzioni e conflitti, che vivevano da anni in campi profughi in condizioni di grande vulnerabilit\u00e0.<\/p>\n Durante l\u2019incontro Caritas italiana ha distribuito a tutti i presenti le coperte termiche usate per proteggere i migranti tratti in salvo, oggetto simbolico della campagna #IoAccolgo<\/a>, lanciata la scorsa settimana avanti da 46 organizzazioni della societ\u00e0 civile \u201cper raccontare i tanti presidi sanitari, sociali, di legalit\u00e0 che gi\u00e0 esistono, nonostante il fenomeno sia raccontato in maniera ostile\u201d.<\/p>\n L\u2019invito \u00e8 a stendere sul proprio balcone una coperta termica. Domani e nei prossimi giorni, per la Giornata mondiale del rifugiato, sono previste in tutta Italia moltissime iniziative artistiche, culturali e gastronomiche, tra cui le giornate \u201cPorte aperte\u201d<\/a> dei centri di accoglienza, per favorire l\u2019incontro tra i rifugiati e le comunit\u00e0. Info: www.unhcr.it\/withrefugees<\/a><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" \u00c8 di nuovo record di persone in fuga nel mondo: sono state 70,8 milioni nel 2018, con un aumento di 2,3 milioni di persone rispetto all\u2019anno precedente, il dato pi\u00f9 alto degli ultimi 70 anni, pressoch\u00e9 raddoppiato rispetto a vent\u2019anni fa. 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