{"id":5466,"date":"2006-10-27T00:00:00","date_gmt":"2006-10-27T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5466"},"modified":"2006-10-27T00:00:00","modified_gmt":"2006-10-27T00:00:00","slug":"identita-senza-veli","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/identita-senza-veli\/","title":{"rendered":"Identit\u00e0 senza veli"},"content":{"rendered":"
‘Nel quadro generale dei grandi fenomeni migratori, \u00e8 forte la presenza islamica in Europa e ormai anche in Italia’ – ha detto tra l’altro il cardinale Ruini chiudendo il Convegno ecclesiale di Verona. E sono ormai quotidiane, anche se spesso enfatizzate, discussioni e polemiche legate ad alcuni aspetti di questa presenza e dell’identit\u00e0 islamica, anche in Italia, da ultimo a proposito dell’obbligo del velo. Senza enfatizzare n\u00e9 questo n\u00e9 altri episodi che si succedono con cadenza sempre pi\u00f9 ravvicinata, \u00e8 certo che qui in Italia, oggi, la presenza islamica e i suoi risvolti sul sistema della comunicazione rappresentano soprattutto una sfida da accogliere in positivo, come occasione privilegiata per ripensare e rilanciare quel complesso di valori e di principi ‘identitari’ nel senso positivo, aperto e fondativo del termine. Nel momento in cui necessariamente si apre al confronto e all’accoglienza, la nostra comunit\u00e0 nazionale – in concreto, tutte le comunit\u00e0 locali – si misura prima di tutto con se stessa, con la sua storia, con la sua solidit\u00e0, con la sua vita. Questo dato, pure elementare, qualche anno fa non sembrava per nulla presente: eravamo ancora legati ai vecchi canoni della ‘secolarizzazione’ o di una ‘laicit\u00e0’ a senso unico, schemi che oggi si dimostrano non pi\u00f9 utili, nel concreto delle situazioni. Oggi la premessa e la condizione per un dialogo aperto e positivo, un incontro che permetta da un lato l’accoglienza, dall’altro l’armonia e il buon ordine, sollecita a un nuovo atteggiamento. Nella realt\u00e0 della vita \u00e8 sempre pi\u00f9 richiesto un limpido riferimento ai principi, e dunque una positiva, aperta riconsiderazione dell’eredit\u00e0 e dell’identit\u00e0 cristiana, come costitutivo elemento e, dunque, positivo contributo allo sviluppo dell’identit\u00e0 civica, dell’identit\u00e0 nazionale, in un quadro mondiale ricco di sfide. Il passaggio \u00e8 delicato, in quanto non manca l’impressione che questa necessaria e strutturale riscoperta dell’identit\u00e0 e del creativo riferimento ai principi e valori cristiani come autenticamente umani, corrisponda a forme di ‘restaurazione’. \u00c8 vero proprio il contrario, come dimostra il magistero del Papa, il suo instancabile, mite, amorevole prodigarsi per la verit\u00e0 e l’amore, e dunque per il dialogo e per la pace. E da ultimo il suo appello per l’Iraq, oggi uno dei paradigmi di una strumentalizzazione della religione, e di una pace possibile eppure cos\u00ec lontana. Esemplare diventa cos\u00ec la sua recentissima ‘supplica all’Onnipotente affinch\u00e9 doni la fede e il coraggio necessari ai responsabili religiosi e ai leader politici, locali e del mondo intero, per sostenere quel popolo sulla strada della ricostruzione della Patria, nella ricerca di equilibri condivisi, nel rispetto reciproco, nella consapevolezza che la molteplicit\u00e0 delle sue componenti \u00e8 parte integrante della sua ricchezza’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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