{"id":5432,"date":"2006-10-06T00:00:00","date_gmt":"2006-10-06T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5432"},"modified":"2021-11-11T15:29:52","modified_gmt":"2021-11-11T13:29:52","slug":"la-carita-ci-spinge","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-carita-ci-spinge\/","title":{"rendered":"La carit\u00e0 ci spinge"},"content":{"rendered":"
‘La carit\u00e0 non \u00e8 un semplice strumento, n\u00e9 una nostra fantasia, ma \u00e8 l’applicazione dell’amore di Dio all’amore degli uomini e rappresenta il senso stesso della Chiesa. Ecco perch\u00e9 l’amore per il prossimo, oltre che non delegabile, \u00e8 un compito per ogni singolo cristiano e per ogni comunit\u00e0’. Ha esordito cos\u00ec, con parole chiare, il vescovo Giovanni aprendo il convegno ecclesiale diocesano ‘Date loro voi stessi da mangiare’, che si \u00e8 svolto nello scorso fine settimana a Sferracavallo. Gi\u00e0 il tema scelto per il convegno, definito ‘coraggioso’ da mons. Riccardo Fontana, ospite e relatore nella giornata di venerd\u00ec, segnala quello che \u00e8 stato il nodo centrale di questa terza assemblea che ha richiamato pi\u00f9 di 300 persone (e tra queste anche molti giovani), da tutte le Unit\u00e0 pastorali della diocesi, sacerdoti, religiosi, diaconi, operatori pastorali e tanti laici appartenenti ad aggregazioni laicali, oltre ai volontari delle Caritas parrocchiali. Ci\u00f2 a dimostrare come stia crescendo sensibilmente anche la partecipazione ad eventi di questo genere, che sono un momento di riflessione, di discernimento e di progettazione di un cammino pastorale che vuole essere comune e condiviso, nel segno reale della comunione che deve animare la vita di una Chiesa locale. La carit\u00e0 \u00e8 stata quindi il centro ed il vertice del convegno e delle relazioni che si sono svolte, nonch\u00e9 l’argomento degli 11 gruppi di lavoro che hanno, nei due giorni, analizzato l’incidenza della carit\u00e0 in diversi ambiti della vita ecclesiale, sociale e culturale. Sono molteplici e spesso del tutto nuove, infatti, le istanze ed i bisogni a cui anche la nostra Chiesa locale \u00e8 chiamata a rispondere, scontrandosi con diverse forme di povert\u00e0 materiale ed immateriale, molte del tutto nuove per la nostra esperienza. Conoscere ed analizzare le povert\u00e0 \u00e8 infatti fondamentale per poi saperle fronteggiare con strumenti, interventi ed iniziative adeguate ed \u00e8 il motivo che sta alla base della ricerca condotta dalla Caritas diocesana ed oggi pubblicata, il ‘Primo rapporto sulle povert\u00e0 nella diocesi di Orvieto-Todi’, presentato da Paolo Montesperelli nella giornata di sabato. Sono state messe in evidenza le peculiarit\u00e0 diocesane del fenomeno della povert\u00e0 rispetto al quadro umbro in generale, di cui parleremo in modo approfondito in uno dei prossimi numeri. Numerosi sono stati gli spunti di riflessione, soprattutto a livello di indicazioni pastorali, che sono venuti anche da don Salvatore Ferdinandi, della Caritas italiana, e da don Vito Strafaccia, sacerdote e direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, che ha raccontato in modo schietto e diretto quella che \u00e8 la dimensione comunitaria della carit\u00e0 che vive la sua parrocchia, come molte altre. Proprio questo ha teso a sottolineare anche mons. Giovanni Scanavino, in chiusura del convegno, che le nostre comunit\u00e0, tutte a dimensione d’uomo, in cui tutti si conoscono, possono favorire la sollecitudine per i fratelli in difficolt\u00e0, senza dimenticare mai che il senso vero dell’amore di Dio \u00e8, sia a livello di vita cristiana personale che comunitaria, il servizio al prossimo e la carit\u00e0, manifestazione concreta della comunione.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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