{"id":5430,"date":"2006-10-06T00:00:00","date_gmt":"2006-10-05T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5430"},"modified":"2015-07-13T17:03:17","modified_gmt":"2015-07-13T15:03:17","slug":"sinodo-i-suoi-limiti-la-sua-funzione","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/sinodo-i-suoi-limiti-la-sua-funzione\/","title":{"rendered":"Sinodo: i suoi limiti, la sua funzione"},"content":{"rendered":"
Dopo il solenne annuncio di inizio del Sinodo diocesano, in cattedrale, nel mese di ottobre saranno definiti calendario e strumento di lavoro, numero e coordinatori dei gruppi di lavoro e quanto altro necessario per lo svolgimento dell’assise. La prima assemblea sinodale si terr\u00e0 in novembre. Ne parliamo con mons Gualtiero Sigismondi, vicario generale della diocesi e Segretario generale del Sinodo. Don Sigismondi, a che punto siamo? ‘Stiamo per partire. In questo momento cos\u00ec impegnativo dobbiamo evitare due pericoli, quello di esagerare l’importanza del Sinodo e quello di relativizzarne il significato. Ognuno di questi due atteggiamenti non risponde alla verit\u00e0 dell’iniziativa che il Vescovo ha voluto prendere a conclusione, a sigillo, della visita pastorale’.Esagerare l’importanza. Un esempio? ‘Pensare che il Sinodo sia una rivoluzione copernicana. Il Sinodo deve rispondere a questa domanda: in questo momento cos\u00ec delicato quali sono le scelte pastorali che \u00e8 necessario compiere per camminare verso la prospettiva della nuova evangelizzazione? Ci sono dei tagli da fare, delle scelte da compiere. Il Vescovo queste scelte le vuole fare dopo aver ascoltato l’assemblea sinodale. A lui spetta la responsabilit\u00e0 dell’ultima parola, per\u00f2 la penultima la vuole sentire dall’assemblea sinodale’. I sinodali saranno quindi invitati a discutere su come essere Chiesa, anche di organizzazione, e poi anche di contenuti? ‘Direi che prima dovranno affrontare i contenuti. Il Sinodo \u00e8 una grande scuola di ecclesiologia, \u00e8 il luogo in cui i sinodali avranno l’occasione di fare Chiesa, di rimettere a fuoco quello che il Concilio ha detto sulla Chiesa, traducendo in esperienza vissuta quello che si chiama ‘discernimento comunitario’. Quindi prima ancora delle scelte da fare, i sinodali saranno invitati e aiutati a scoprire pi\u00f9 da vicino il mistero e il volto della Chiesa. Dentro questa consapevolezza rinnovata poi sar\u00e0 pi\u00f9 facile individuare la strada che conduce ad esplorare la frontiera della nuova evangelizzazione’. Cosa si aspetta il vescovo dal Sinodo? ‘Si aspetta soprattutto che questa nostra Chiesa riscopra la bellezza dell’essere mistero di comunione. La parola stessa, Sinodo, ci insegna che la Chiesa \u00e8 chiamata a ‘camminare insieme’: l’accento poggia su questo ‘insieme’. L’amore di Cristo ci spinge a camminare insieme. Questo \u00e8 il motivo di fondo che accompagna il cammino sinodale. Noi potremo anche fare delle scelte pastorali nuove, ma non saranno profetiche se manca il sigillo di garanzia della comunione’. ‘ Che \u00e8 anche forza della testimonianza”Con una battuta potremmo dire che dobbiamo evitare che la nostra arcidiocesi sia un arcipelago! Si tratta di una battuta un po’ forte, che esprime la preoccupazione che vi siano tante realt\u00e0 belle, tante membra che per\u00f2 non fanno corpo. Questa \u00e8 la sofferenza pi\u00f9 grande’. \u00c8 un problema di relazioni umane, perch\u00e9 la Chiesa \u00e8 fatta di uomini, o di comprensione di questo ‘mistero’ che \u00e8 la Chiesa? ‘Purtroppo \u00e8 un problema di comprensione della Chiesa. \u00c8 chiaro che le relazioni umane acuiscono questo problema. Una parrocchia non si d\u00e0 senza diocesi, un movimento non si d\u00e0 senza il suo inserimento in parrocchia. Fino a quando noi non cominciamo a mettere a fuoco questi dati elementari e non li traduciamo in scelte concrete, rischiamo di fare tante iniziative prive di iniziativa perch\u00e9 manca l’iniziativa dello Spirito, che dimora l\u00e0 dove c’\u00e8 il gusto, la gioia dell’insieme’. La triste vicenda di don Stefano Ciacca sta in qualche modo influendo anche sul Sinodo? ‘Aprendo la messa della Madonna delle Grazie ho citato un’espressione dell’apostolo Paolo: ‘Se un membro soffre tutte le membra soffrono insieme’. Quell’insieme nel soffrire \u00e8 stata gi\u00e0 in qualche modo una prova sinodale. Prova nel senso di sofferenza ma anche nel senso di compattezza, di unit\u00e0 che abbiamo sperimentato. Il Signore non converte il male in bene, ma ricava il bene dal male’. Tornando alla finalit\u00e0 del Sinodo”Due cose il sinodo dovr\u00e0 realizzare a partire da quella fondamentale del fare Chiesa: riscoprire l’essenziale nel lavoro pastorale e compiere scelte pastorali profetiche. Siamo in una situazione d’emergenza, ma non \u00e8 l’emergenza che deve farci aguzzare l’ingegno. \u00c8 la profezia che deve stimolare la nostra ricerca delle soluzioni. E tutto ci\u00f2 tenendo presente che la profezia non vuol dire inventare cose nuove ma saper coniugare, come dice il Vangelo, nova et vetera. Siamo inseriti in un solco, che \u00e8 la tradizione della Chiesa, che va in avanti, verso Cristo’. Ci vuole molta franchezza per poter trovare il nuovo, occorre avere il coraggio di dire cose che normalmente non si dicono, per quieto vivere, in un confronto franco e schietto che non diventi una bagarre. ‘Il confronto schietto nasce se sappiamo che cosa \u00e8 la Chiesa, perch\u00e9 ognuno sa qual \u00e8 il suo posto. Mi piace ripetere, con una battuta, che il Sinodo non potr\u00e0 essere un’assemblea parlamentare’. Cosa vuol dire che non sar\u00e0 assemblea parlamentare? ‘Che non sar\u00e0 il criterio della maggioranza che porter\u00e0 a fare delle scelte. Il criterio \u00e8 la convergenza, che significa che tutti devono avere l’audacia di esprimere la propria posizione, mantenendo una certa diffidenza nei confronti del proprio giudizio, sapendo che l’ultima parola spetta al Vescovo che ha la grande responsabilit\u00e0 di fare sintesi, che non \u00e8 la somma dei pareri. Perch\u00e9 non funzionano i Consigli pastorali? Perch\u00e9 non abbiamo messo a fuoco la categoria del discernimento comunitario. Il Vescovo non \u00e8 un sovrano assoluto che vincola la Chiesa a chiss\u00e0 quali decisioni. \u00c8 colui che \u00e8 in prima linea nel farsi vincolare dalla Parola di Dio’. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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