{"id":5428,"date":"2006-10-06T00:00:00","date_gmt":"2006-10-06T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5428"},"modified":"2015-09-30T12:16:25","modified_gmt":"2015-09-30T10:16:25","slug":"la-tentazione-di-dividere","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/la-tentazione-di-dividere\/","title":{"rendered":"La tentazione di dividere"},"content":{"rendered":"
Il testo evangelico che oggi la Chiesa pone alla nostra attenzione \u00e8 composto da un dittico, che in qualche modo ha una sua unit\u00e0, anche se in esso sono ben distinguibili due situazioni diverse, con persone diverse che compiono azioni diverse. Il primo quadro tocca la questione del divorzio (vv. 2-12); il secondo quadro invece riguarda Ges\u00f9 e i bambini (vv. 13-16). Il luogo dove si svolgono le azioni e il tempo in cui esse sono realizzate conferisce omogeneit\u00e0 a tutta la scena: siamo “nel territorio della Giudea, oltre il Giordano” (Mc<\/em> 10,1), le azioni si susseguono e il contesto prossimo \u00e8 anch’esso unitario, quello di Ges\u00f9 che insegna alle folle, “come era solito fare”. A chiudere il dittico la nota marciana del v. 17 che indica uno spostamento di luogo di Ges\u00f9 (“mentre usciva per mettersi in viaggio”). Ma le azioni che si compiono nella pericope del lezionario odierno forse hanno qualcos’altro in comune, oltre che il contesto, il luogo, e il tempo.<\/p>\n Divorzio e separazione. Nel primo quadro, il tono della controversia di Ges\u00f9 con i farisei riceve una forte impronta dalla motivazione che li spinge ad avvicinarsi al Messia: per metterlo alla prova. Se la prova principale che Ges\u00f9 deve vivere \u00e8 quella della separazione dal Padre (cfr. “Se tu sei Figlio”; Mt<\/em> 4,3), qui i farisei sono i rappresentanti di coloro che voglio “separare-dividere” anche altro: la coppia. Il concetto di “separazione”, emerge per quattro volte col verbo apol\u00e8o<\/em> (tradotto nel nostro brano con “ripudiare”, ma che in realt\u00e0 copre una costellazione di significati pi\u00f9 ampia, quali “separare”, “sciogliere”, “mandare via”, “partire”‘), e al v. 9, con il verbo chor\u00e8zo<\/em>, “dividere”. La risposta di Ges\u00f9 \u00e8 coerente con la sua vita. Se egli rimane legato al Padre per compiere il progetto che Egli ha per il Figlio, anche l’uomo e la donna possono rimanere uniti, vivendo il progetto per il quale sono stati pensati in principio. Insomma, la tentazione degli uomini \u00e8 quella di “dividere”, mentre il progetto di Dio \u00e8 quello di “unire”.<\/p>\n La posta in gioco \u00e8 alta, e viene a toccare la sfera pi\u00f9 significativa dei rapporti sociali, quella che riguarda l’incontro tra l’uomo e la donna. Ad essi, secondo il piano originario di Dio, viene attribuita una fiducia nella loro capacit\u00e0 di stare insieme che \u00e8 incondizionata, che non pu\u00f2 essere revocata, e che nemmeno la durezza del cuore umano (sklerokard\u00e8a<\/em>, Mc<\/em> 10,5) pu\u00f2 pi\u00f9 minare. Non a caso, infatti, quando nella Bibbia si vuole parlare dell’amore eterno di Dio per l’uomo viene usata l’immagine del matrimonio (cfr., fra tutti i testi, Ef<\/em> 5,31-32, che riprende la citazione veterotestamentaria presente anche nel nostro brano); anche Ges\u00f9 si ricollegher\u00e0 a questa figura per parlare di s\u00e9 come del Messia-Sposo.<\/p>\n “Ges\u00f9 in questo modo supera – senza annullarla – la legislazione sul divorzio prevista nella Legge, in particolare in quei precetti che lo permettevano a determinate condizioni. Ecco che allora, proprio nel caso del divorzio, si vede come il passaggio dall’uno all’altro Testamento comporta delle rotture. Queste non sopprimono la continuit\u00e0, ma la presuppongono su ci\u00f2 che \u00e8 essenziale. Riguardano comunque interi settori della Legge: istituzioni, come il sacerdozio levitico e il tempio di Gerusalemme; forme di culto, come l’immolazione di animali; pratiche religiose e rituali, come la circoncisione, le regole sul puro e l’impuro, le prescrizioni alimentari; leggi imperfette, come quella sul divorzio; interpretazioni legali restrittive, riguardanti ad esempio il sabato.<\/p>\n \u00c8 chiaro che, da un certo punto di vista – quello del giudaismo – si tratta di elementi di grande importanza che vengono meno. Ma \u00e8 altrettanto evidente che il radicale spostamento di accento realizzato nel Nuovo Testamento era avviato gi\u00e0 nell’Antico Testamento e ne costituisce pertanto una lettura potenziale legittima” (Pontificia commissione biblica, Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana<\/em>, 64). Il Messia chiede, rispetto a quanto chiedeva Mos\u00e8, una scelta ancora pi\u00f9 radicale di quella prevista dalla sua legislazione, una decisione esigente e irrevocabile che pu\u00f2 essere compresa solo se si ritorna a motivazioni forti, come quelle date nel libro della Genesi, e che riguardano la relazione originaria tra uomo e donna.<\/p>\n Nel secondo brano non compaiono pi\u00f9 i farisei a fare polemica, ma questa volta tocca ai discepoli la funzione di “separare”. Essi, secondo le parole di Ges\u00f9, “impediscono” ai bambini di andare da Ges\u00f9. Ma Ges\u00f9, indignandosi, chiede che si lasci che i bambini vadano da lui. Andare da Ges\u00f9 \u00e8 il desiderio di tanti uomini e di tante donne del Vangelo, che vogliono vederlo, parlargli, toccarlo. Tanti gesti che come unico denominatore hanno quello del desiderio della comunicazione con il Messia. Ed egli ricambia sempre: lasciandosi vedere, ascoltando le parole che gli vengono dette, lasciandosi anche toccare, come scritto in questa breve pericope, dove vengono utilizzati due verbi che i Vangeli usano unicamente per descrivere Ges\u00f9 con i bambini, quando li prende fra le braccia e li benedice (Mc<\/em> 10,16). Con le sue parole, Ges\u00f9 stupisce e provoca ancora oggi. Per capire la Legge di Dio e metterla in pratica, anche quella sul matrimonio, bisogner\u00e0 tornare ad essere bambini e fidarsi della Sua parola.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il testo evangelico che oggi la Chiesa pone alla nostra attenzione \u00e8 composto da un dittico, che in qualche modo ha una sua unit\u00e0, anche se in esso sono ben distinguibili due situazioni diverse, con persone diverse che compiono azioni diverse. 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