{"id":54275,"date":"2019-04-03T18:17:13","date_gmt":"2019-04-03T16:17:13","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=54275"},"modified":"2019-04-03T18:59:57","modified_gmt":"2019-04-03T16:59:57","slug":"giobbedialogo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/giobbedialogo\/","title":{"rendered":"Giobbe e l’enigma della sofferenza. Il dialogo con il biblista Ignacio Carbajosa"},"content":{"rendered":"

Oltre 1.200 persone hanno visitato la mostra fotografica \u201cC\u2019\u00e8 qualcuno che ascolta il mio grido?\u00a0Giobbe e l\u2019enigma della sofferenza\u201d, organizzata dalla Consulta delle aggregazioni laicali della diocesi di Perugia, e che si \u00e8 conclusa domenica 31 marzo presso il Cerp – Centro espositivo della Rocca paolina. La chiave di lettura della mostra \u00e8 stata approfondita in un incontro con il curatore, prof. Ignacio Carbajosa<\/strong>, docente di Antico Testamento all\u2019Universit\u00e0 San Damaso di Madrid, del cui intervento presentiamo qui un resoconto del dialogo del relatore con il pubblico. Una sintesi del suo intervento l’abbiamo pubblicata nel numero di questa settimana de La Voce<\/em> (clicca qui per l’articolo nell’edizione digitale<\/a>).<\/p>\n

Le domande del pubblico e le risposte del\u00a0prof. Ignacio Carbajosa<\/h2>\n

L\u2019incontro di presentazione della mostra si \u00e8 arrichito di un dibattito tra il pubblico e il curatore prof. Ignacio Carbajosa, con domande frutto di un lavoro di approfondimento dei contenuti della mostra, che abbiamo raccolto e qui riproponiamo.<\/p>\n

Interviene Benedetta<\/strong>, di 17 anni: \u201cDi fronte al mio vacillare in tante circostanze quotidiane, anche piccole, mi sono chiesta: qual \u00e8 la fonte della certezza di Giobbe? Non \u00e8 possibile credere che dipenda dal fatto che, nel passato, egli aveva avuto tutto.\u201d<\/p>\n

La certezza di Giobbe – risponde Carbajosa<\/strong> – \u00e8 che Dio c\u2019\u00e8 e che \u00e8 un Dio vivente. Gli amici di Giobbe saranno rimproverati da Dio perch\u00e9 non si sono indirizzati a Lui come a un vivente: Dio per loro coincide con una teoria, che pertanto non pu\u00f2 n\u00e9 deve dare alcuna risposta. Da dove pu\u00f2 nascere una certezza cos\u00ec, che Dio c\u2019\u00e8 e che io ho bisogno di una risposta da Lui? Pensa alle certezze che hai acquistato nella tua vita. La pi\u00f9 salda \u00e8 che i tuoi genitori ti vogliono bene. La hai acquistata con il metodo della convivenza con loro, giorno dopo giorno, anno dopo anno, per 17 anni. E\u2019 una certezza che \u00e8 una conoscenza. Nella vita, sarai chiamata a fare questo percorso con con tante altre persone. Con Dio, il metodo \u00e8 lo stesso. Da duemila anni il Verbo si \u00e8 fatto carne, si \u00e8 sottomesso a questo percorso di conoscenza. Quando Giovanni e Andrea lo hanno incrociato per la prima volta, non sapevano che era il Figlio di Dio. La tua avventura umana \u00e8 conoscere Ges\u00f9 nell\u2019umanit\u00e0 che si chiama Chiesa, condividerne la vita. Come con la mamma, quando da bambino ero malato: c\u2019era il dolore, ma c\u2019era la mamma. C\u2019\u00e8 il dolore, ma Tu o Cristo mi sostieni nell\u2019essere, hai dato la vita per me; c\u2019\u00e8 il dolore, ma Tu ci sei. Lasciamo dunque la parola a Lui per vedere dove ci porta, che percorso ci fa fare.<\/p>\n

\u201cGiobbe \u00e8 l\u2019apice della ragione – dice Cecilia<\/strong>, medico – ma penso a tanti miei malati: \u00e8 disperante non avere qualcuno a cui chiedere conto del proprio dolore, qualcuno da prendere a pugni, con cui protestare\u201d.\u00a0E Claudia<\/strong>, medico anche lei: \u201cUna paziente in fin di vita mi ha chiesto: Perch\u00e9? Che senso ha la morte? Non sapevo cosa rispondere, ed ecco che mi ha detto: Ma tu ritorni luned\u00ec? Io ti aspetto, torna qui. Voleva un perch\u00e9, e voleva me. Avere delle domande basta per sperare in una possibilit\u00e0 di salvezza?\u201d.\u00a0E Giuseppe<\/strong>: \u201cViviamo in una societ\u00e0 ancora cristiana, ma stiamo perdendo la percezione della concretezza di Dio. Giobbe ha la percezione concreta di un Tu con cui dialogare. E noi che cosa ci stiamo perdendo, e perch\u00e9?\u201d. Interviene poi Mariangela<\/strong>, che racconta come il percorso sul libro di Giobbe la abbia accompagnata nell\u2019affronto di una circostanza impegnativa. Davanti a Ges\u00f9 che, come Dio con Giobbe, invita i discepoli al passaggio tra positum<\/em> e datum<\/em>, le si \u00e8 aperta una possibilit\u00e0: \u201cC\u2019\u00e8 in ballo la mia certezza del rapporto con il Padre. Vorrei questo sguardo nuovo sulla realt\u00e0, per il quale la malattia \u00e8 un valore aggiunto all\u2019esistenza\u201d.<\/p>\n

In questo mondo in cui crollano le evidenze, – ha ribattuto il prof. Carbajosa<\/strong>, – vediamo tutto il dramma della mancanza di senso. Senza una proposta di significato, come \u00e8 possibile affrontare la malattia? La parola \u2018Dio\u2019 \u00e8 diventata astratta. \u2018Bicchiere,\u2019 \u2018orologio,\u2019 sono concrete: \u2018Dio\u2019 resta astratto. Che strada percorrere allora? Posso rispondere solo raccontando di me. Sono nato in una famiglia cristiana, ma a casa mia Dio non era un fattore della realt\u00e0. Un bambino sa benissimo che cosa \u00e8 concreto in casa sua. Sono diventato un razionalista.
\nA 16 anni, davanti al mistero della vita, al mio cuore che batteva, alle cose che mi accadevano, \u00e8 sorta in me in modo drammatico la domanda religiosa. Ma per me, nutrito di positivismo, la realt\u00e0 era solo quello che si vede e si tocca. Per questo mi piace molto il punto in cui, nel Vangelo, ai discepoli che gli stanno raccontando i loro problemi Ges\u00f9 ribatte: Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete; n\u00e9 per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale pi\u00f9 del cibo e il corpo pi\u00f9 del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, e Dio li nutre\u2026 Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone vestiva come uno di loro\u2026 Non cercate perci\u00f2 che cosa mangerete e berrete, e non state con l’animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta. Ges\u00f9 non ha risposto alle preoccupazioni, ha aggiunto invece un fattore che noi spesso lasciamo fuori: sin da stamattina, da quando ci siamo alzati, non siamo soli, c\u2019\u00e8 Uno che ci fa e che ci sostiene nell\u2019essere. Riconoscere il Dio vivente, riconoscere che tu non ti fai da te: questo ti permette di entrare nei problemi in modo del tutto diverso.<\/p>\n

Da ultimo, interviene Marta<\/strong>: \u201cDi fronte alla vita che ci pone contraddizioni, che vuol dire essere amici, trattarci come Dio ha trattato Giobbe?\u201d.<\/p>\n

Alla vigilia del mio sacerdozio – risponde Carbajosa<\/strong> – andai a parlare con un prete che, dopo aver ascoltato a lungo e con pazienza tutti i miei problemi , mi disse: Ti concedo tutto, ma devi fare i conti con questo: tu in questo istante non ti fai da te. Per me quell\u2019uomo \u00e8 stato ci\u00f2 che Dio \u00e8 stato per Giobbe. Avrebbe potuto rispondermi \u201cSu, coraggio\u2026\u201d E invece ebbe la grazia di identificare il problema ultimo, che non era un problema di coraggio ma di fede, di conoscenza. Mi ha sfidato su questo! Un giorno, parlando con un gruppo di studenti di Madrid, ho chiesto loro: ma nelle vostre conversazioni di amici, di cosa parlate? La compagnia della Chiesa vi fa compiere un cammino di conoscenza? Pensiamo all\u2019ultimo disastro aereo: mi immagino a bordo dell\u2019aereo che comincia a precipitare. Sono l\u00ec da solo, in quel momento la compagnia della Chiesa non c\u2019\u00e8. La vita della Chiesa mi ha fatto compiere nel tempo un percorso di conoscenza, in modo che sto l\u00ec nel mio sedile, precipito e sono davanti al Mistero che mi sostiene, pi\u00f9 presente a me di me stesso? Siamo amici fino a questo punto, radicali come Dio con Giobbe, come Ges\u00f9 con i discepoli? Altrimenti, quando arriveremo ai momenti pi\u00f9 duri, ci accorgeremo che gli amici sono stati inutili.<\/p>\n

(a cura di Alessandra Di Pilla)<\/strong><\/em><\/p>\n

(Il video dell’incontro a questo link<\/a>)<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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