{"id":5420,"date":"2006-10-06T00:00:00","date_gmt":"2006-10-06T00:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=5420"},"modified":"2006-10-06T00:00:00","modified_gmt":"2006-10-06T00:00:00","slug":"lagenda-della-vita","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/lagenda-della-vita\/","title":{"rendered":"L’agenda della vita"},"content":{"rendered":"

C’\u00e8 un’abitudine, un po’ malevola, che serpeggia negli ambienti ecclesiali: quella che invita a leggere i documenti dei vescovi iniziando dalla fine. \u00c8 nelle ultime pagine – si dice – che trovano collocazione le cose pi\u00f9 concrete e interessanti. A voler applicare lo stesso criterio alla traccia di preparazione del Convegno di Verona bisogna andare anche oltre: all’allegato finale, che contiene la chiave di lettura dei temi posti all’attenzione della Chiesa italiana. ‘Spesso riconosciamo – vi si legge – che i luoghi della vita quotidiana sembrano usciti dall’agenda pastorale’. \u00c8 anche per questo che i cristiani trovano difficolt\u00e0 a collegare fede e vita. Il ricentrarsi dell”agenda’ ecclesiale sulle grandi aree dell’esistenza \u00e8 proprio quello che il lavoro preparatorio nelle diocesi ha inteso fare, e che continuer\u00e0 nelle giornate di Verona. Non c’\u00e8 altra via per dare forma storica alla testimonianza cristiana. La scelta di mettere al centro le questioni del vissuto – gli affetti, il lavoro e la festa, la fragilit\u00e0 dell’esperienza umana, l’educazione e la comunicazione, la cittadinanza – si \u00e8 rivelata felice: \u00e8 soprattutto su questi ambiti che si soffermano i contributi inviati al Convegno, con ricchezza di prospettive e di proposte. All’analfabetismo affettivo di oggi, ad esempio, si risponde rendendo le parrocchie sempre pi\u00f9 accoglienti, luogo di rapporti fraterni e ‘case dell’amicizia’: le relazioni tra le persone, quando sono ‘buone’, sono luogo di formazione e anche di evangelizzazione. Ugualmente fondamentale, nella vita personale e sociale, \u00e8 l’esperienza del lavoro e della festa, sottoposte oggi a dinamiche che sembrano opporli in un conflitto insanabile. Anche la comunit\u00e0 cristiana – denunciano i contributi delle diocesi al convegno – rivela spesso una scarsa attenzione alle trasformazioni del lavoro e dei tempi di vita della gente. Salvaguardare la domenica, poi, \u00e8 una questione decisiva: non tanto per difendere la religiosit\u00e0, quanto la stessa qualit\u00e0 umana dell’esistenza. Altrettanto urgente appare la riproposta della dottrina sociale cristiana, in tutti i suoi aspetti. Anche l’esperienza della fragilit\u00e0 necessita oggi di essere evangelizzata. Dalla contemplazione del mistero della croce nasce il duplice impegno della Chiesa circa le molteplici fragilit\u00e0: condivisione e profezia. Entrambe aprono il cuore delle persone alla speranza, che non siano il dolore e la morte ad avere l’ultima parola. Le iniziative ecclesiali in quest’ambito sono numerose; tra queste i contributi evidenziano il valore di annodare ‘reti di ordinaria prossimit\u00e0’ tra famiglie, comunit\u00e0, realt\u00e0 associative. Un uomo senza fondamenta \u00e8 quello che appare guardando all’oggi, dal punto di vista della trasmissione della fede e della cultura. Sembra crescere il disorientamento e la tentazione di chiudersi nel presente. I credenti non sono immuni da questi fenomeni – evidenzia la sintesi del cammino verso Verona: la trasmissione della fede pone la questione del testimone. E di un processo formativo permanente, capace di conciliare identit\u00e0 e dialogo. Infine, la cittadinanza. Un ambito che va dilatandosi, portando le persone a cerchi sempre pi\u00f9 estesi di appartenenza e responsabilit\u00e0. In questo campo, i nodi problematici derivano dall’individualismo, dall’eclissi della legalit\u00e0 e della partecipazione, da una concezione riduttiva della laicit\u00e0 della politica. \u00c8 un nuovo ‘alfabeto sociale’ ci\u00f2 di cui si sente il bisogno, e che deve vedere anche i credenti protagonisti, nell’attuale contesto pluralista, con il loro originale approccio allo sviluppo dell’uomo: di ogni uomo e di tutto l’uomo. <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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