{"id":54138,"date":"2019-03-06T17:01:55","date_gmt":"2019-03-06T15:01:55","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=54138"},"modified":"2021-11-11T16:26:57","modified_gmt":"2021-11-11T14:26:57","slug":"mondo-senza-giornali","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/mondo-senza-giornali\/","title":{"rendered":"In un mondo senza giornali…"},"content":{"rendered":"

Immaginate di svegliarvi domani e scoprire che non esistono pi\u00f9 giornalisti n\u00e9 giornali, tv, radio o siti web che fanno informazione. Insomma nessuno che si prenda la briga di verificare i fatti prima di raccontarli, di vagliare i racconti delle persone che hanno visto o sentito dire, o che abbia il coraggio di raccontare quei fatti che si vorrebbe nascondere, o che smascheri quelle bugie che si vorrebbe far bere a tutti, o pi\u00f9 semplicemente che racconti la vita delle nostre comunit\u00e0. <\/span><\/p>\n

Scomparsi giornalisti e giornali (di carta, on line o via etere che siano) anche chi oggi si informa solo attraverso i social non troverebbe pi\u00f9 l\u2019informazione che comunque \u201cconsuma\u201d. Provate a immaginare. Forse chi non ha stima della categoria dei giornalisti pensa che sarebbe bello. Ma forse, dopo un po\u2019 proverebbe anch\u2019egli la strana sensazione di essere in un mondo che per un certo verso \u00e8 \u201cmuto\u201d e per altro verso \u00e8 preda di chi urla di pi\u00f9 perch\u00e9 pi\u00f9 forte.<\/span><\/p>\n

\u00c8 uno scenario da fantascienza, certo, ma la crisi che sta attraversando il settore dell\u2019informazione \u00e8 tale che anche le peggiori previsioni dovrebbero essere considerate per immaginare soluzioni che non solo difendano il ruolo dell\u2019informazione nei sistemi democratici ma le diano un nuovo slancio. Come? di proposte ce ne sono molte sul tavolo della politica, e non solo italiana, come molte sono le opzioni che gli editori stanno considerando. <\/span><\/p>\n

Occorre per\u00f2 che Governo, sindacati, imprenditori e societ\u00e0 civile, agiscano, cisascuno per il proprio ruolo, con la comune certezza che l\u2019informazione \u00e8 una \u201cmerce\u201d preziosa e vitale per la vita democratica di ogni democrazia. Nella nostra regione negli ultimi due anni abbiamo perso due quotidiani locali e una televisione e il 20 per cento dei giornalisti umbri con contratti di lavoro dipendente \u00e8 in disoccupazione o in cassa integrazione, senza dimenticare che in molte redazioni vige un contratto di solidariet\u00e0. <\/span><\/p>\n

E anche i giornali solo online faticano a far quadrare i conti. In questo scenario l\u2019Umbria potrebbe ritrovarsi in pochi anni senza informazione locale. Ipotesi fantascientifica? Lo spero. Per invertire la rotta i cittadini dovrebbero tornare a pagare per il lavoro dei giornalisti acquistando i giornali o pagando l\u2019accesso on line, e le istituzioni dovrebbero intervenire sulle regole. Per esempio con la direttiva sui diritti d\u2019autore approvata in Europa con il voto contrario del Governo italiano, che dovrebbe applicarla in Italia.<\/span><\/p>\n

Con la Direttiva quello che i grandi del web e dei social guadagnano attraverso l\u2019uso dell\u2019informazione prodotta da altri (dalle notizie riprese sui siti alla condivisione sui social) dovr\u00e0 tornare a vantaggio di chi ha lavorato per produrla.<\/span><\/p>\n

Semplice questione di giustizia.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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