{"id":54070,"date":"2019-02-22T14:08:29","date_gmt":"2019-02-22T12:08:29","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=54070"},"modified":"2019-02-22T11:30:45","modified_gmt":"2019-02-22T09:30:45","slug":"no-m5s-processo-salvini","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/no-m5s-processo-salvini\/","title":{"rendered":"POLITICA. Dopo il \u201cno\u201d del M5s sul processo a Matteo Salvini"},"content":{"rendered":"

di\u00a0Daris Giancarlini<\/strong><\/p>\n

Un tormentone: quello tra politica e giustizia in Italia, dai tempi di Mani pulite, sta diventando un incrocio continuo, ricorrente nel tempo e con modalit\u00e0 che, negli anni, tendono a non cambiare. A prescindere da chi si alterna al governo e all\u2019opposizione. E la presunta Terza Repubblica non \u00e8 poi cos\u00ec diversa dalle prime due, su questo aspetto. <\/span><\/p>\n

I cinquestelle, salvando Salvini<\/strong> dal processo per l\u2019ipotesi di reato per sequestro di persona relativo al caso Diciotti, hanno salvato loro stessi e la loro possibilit\u00e0 di rimanere alla guida del Paese. Confermando che il pi\u00f9 grosso collante tra forze diverse che si mettono insieme \u00e8 quello della gestione del potere. <\/span><\/p>\n

Ora bisogna verificare se il Movimento che, quando era all\u2019opposizione, si schierava senza infingimenti e senza riserve dalla parte dei magistrati, dal \u201cno\u201d al processo al ministro dell\u2019Interno e leader leghista potr\u00e0 subire un calo di consensi<\/strong>. Nel frattempo, ci\u00f2 che appare da fuori \u00e8 che all\u2019interno dei cinquestelle si sia approfondita la spaccatura tra anima \u2018giustizialista\u2019 e componente \u2018governista\u2019. <\/span><\/p>\n

Il fatto poi che la decisione su Salvini sia stata assunta dopo una consultazione online<\/strong>, piuttosto confusa nei modi, degli iscritti al Movimento (hanno votato in poco pi\u00f9 di 50 mila, e il 59 per cento ha detto \u2018no\u2019 al processo per il ministro leghista) \u00e8 un ulteriore segnale della difficolt\u00e0 della dirigenza, a partire proprio da Di Maio, di gestire il passaggio da movimento anti-sistema a partito di governo.<\/span><\/p>\n

Se uno si assume il ruolo di portavoce dei suoi elettori<\/strong>, lo deve fare sempre e ogni circostanza: se questo non avviene, qualcosa non funziona nel rapporto tra eletto ed elettore. E non \u00e8 certo lo stratagemma, semplicistico se non<\/span> furbesco, di traslare il momento decisionale alla Rete (la presunta democrazia diretta) a sollevare l\u2019eletto dalle sue responsabilit\u00e0 politiche. <\/span><\/p>\n

La realt\u00e0 \u00e8 che Di Maio, con i grillini (o ex grillini) in calo di consensi, si \u00e8 trovato nella posizione di chi, qualunque esito fosse emerso, ci avrebbe perso. Mentre, al contrario, Salvini avrebbe vinto comunque<\/strong> in consensi e in immagine, avendo lui stesso sottolineato, tempo fa, che non avrebbe avuto alcun problema a farsi processare. <\/span><\/p>\n

Ora Di Maio si dovrebbe chiedere se quegli elettori grillini che hanno detto \u2018no\u2019 al processo a Salvini continueranno a votare, nei prossimi appuntamenti elettorali, per i cinquestelle. Il quesito che aleggia su tutta la questione, e che riguarda la democrazia italiana\u00a0<\/span>in toto<\/em>, \u00e8 quello che fa riferimento al rapporto, ancora e di nuovo conflittuale, tra magistratura e politica<\/strong>. <\/span><\/p>\n

La quale continua a considerare le inchieste giudiziarie che riguardano ministri e parlamentari come un complotto organizzato contro chi, in quel momento, ha il consenso della maggioranza dei cittadini. Lo hanno fatto tutti, negli anni. Con le maggioranze che criticano i giudici e le opposizioni che li difendono<\/strong>. <\/span><\/p>\n

\u201cSe non avessi fatto politica, i miei genitori si sarebbero tranquillamente goduti la pensione\u201d ha commentato Matteo Renzi<\/strong>, ex premier ed ex leader Pd, sul fatto che il padre e la madre siano stati messi agli arresti domiciliari per un\u2019inchiesta su false fatturazioni. Aleggia, anche qui, la critica sul fatto che la magistratura faccia politica con le sue inchieste. Montesquieu non se lo ricorda nessuno; adesso va di moda (anche se molto impropriamente) Jean Jacques Rousseau.<\/span><\/p>\n

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