{"id":54005,"date":"2019-02-14T13:31:23","date_gmt":"2019-02-14T11:31:23","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=54005"},"modified":"2019-02-14T13:31:23","modified_gmt":"2019-02-14T11:31:23","slug":"cammini-francescani-dati","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/cammini-francescani-dati\/","title":{"rendered":"Cammini francescani umbri. I dati del 2018"},"content":{"rendered":"

Nel 2018 sono arrivate a piedi ad Assisi 3.950 persone, o meglio pellegrini che hanno chiesto di<\/span> essere registrati alla<\/span> Statio peregrinorum<\/em>, l\u2019ufficio del pellegrino del Sacro Convento di Assisi, che si occupa dell\u2019accoglienza spirituale dei pellegrini, del rilascio dei certificati ufficiali e della registrazione e<\/span> monitoraggio dei flussi in arrivo. Il dato \u00e8 emerso alla presentazione dei dati relativi alle presenze registrate sui Cammini francescani umbri nel 2018: 15.000 sulle circa 22.000 persone che hanno percorso i Cammini in Umbria.<\/span><\/p>\n

Assisi come Santiago de Compostela<\/h2>\n

\u201cCon la<\/span> Statio peregrinorum – ha spiegato il custode del Sacro Convento di Assisi, padre<\/span> Mauro Gambetti<\/strong> \u2013 ci stiamo allenando sempre di pi\u00f9 a vivere questa forma di ospitalit\u00e0 e di accoglienza, ma anche di incontro, con le persone che sono in cammino\u201d alla<\/span> ricerca \u201cdelle radici della propria esperienza umana che sembra oggi smarrita\u201d.<\/span><\/p>\n

Mons.<\/span> Paolo Giulietti<\/strong>, arcivescovo eletto di Lucca e promotore della \u201cVia di Francesco\u201d (cammino che unisce La Verna a Rieti e ha il suo cuore in Assisi) e autore della guida omonima<\/span> pubblicata dalle edizioni San Paolo (2013), ha sottolineato come la m\u00e8ta del pellegrinaggio esteriore sia il punto di arrivo di un pellegrinaggio interiore che necessita di essere osservato. \u201cAssisi – ha detto – , sulla scorta di quanto avviene a Santiago de Compostela, \u00e8 l\u2019unica meta di pellegrinaggio italiana a contare i suoi pellegrini, e pubblicare i dati.<\/span><\/p>\n

Ma, al di l\u00e0 dell\u2019aspetto statistico, ad Assisi, grazie al servizio dei frati del Sacro Convento e dei volontari, c\u2019\u00e8 un\u2019accoglienza veramente attenta alle singole persone. L\u2019uomo – ha aggiunto ha bisogno di luoghi in cui ritrovare se stesso e di aprirsi a un senso ulteriore della propria vita, per cui questi cammini, queste mete, Assisi come Compostela, se conservano il legame con i loro significati pi\u00f9 profondi non potranno che crescere\u201d.<\/span><\/p>\n

Lo sviluppo della Via di Francesco<\/h2>\n

Importante, dunque, il lavoro che le istituzioni civili e religiose devono fare insieme per lo sviluppo della Via di Francesco, frutto della collaborazione tra Regione dell\u2019Umbria, Conferenza episcopale umbra, province francescane dell\u2019Umbria e consorzio \u201cUmbria & Francesco\u2019s Ways\u201d, realt\u00e0 imprenditoriale dedicata in esclusiva alla Via (vedi il sito dedicato<\/span> www.viadifrancesco.it<\/a> e, per l\u2019Umbria,<\/span> www.umbriafrancescosways.eu<\/a>).<\/p>\n

\u201cLe istituzioni civili – ha detto ancora mons.\u00a0<\/span>Giulietti – devono puntare allo sviluppo, all\u2019informazione, all\u2019infrastrutturazione del cammino, ai servizi. Quelle religiose devono custodire l\u2019anima della Via, devono fare in modo che non si<\/span> perda questa caratteristica di silenzio, di profondit\u00e0, di contatto umano, di apertura e di povert\u00e0\u201d.<\/span><\/p>\n

Cristina Giulianelli<\/strong> di Sviluppumbria ha spiegato come l\u2019ente abbia curato la parte progettuale della Via di Francesco. \u201cIl ruolo di Sviluppumbria \u2013 ha detto \u2013 \u00e8 stato di aggregazione delle realt\u00e0 che sono intervenute nella sua creazione, ma anche in accelerazione dello sviluppo sull\u2019esperienza turistica dei Cammini\u201d.<\/span><\/p>\n

\u201cIl Cammino \u2013 ha detto da parte sua il direttore della sala stampa del Sacro Convento, padre<\/span> Enzo Fortunato<\/strong> – non ama le porte chiuse, i luoghi recintati, ma vuole dare ossigeno e fare incontrare l\u2019altro. In un certo senso \u00e8 anche la risposta, che oggi alcuni desiderano, alle tante chiusure del nostro Paese\u201d.<\/span><\/p>\n

I dati dei pellegrinaggi<\/h2>\n

Risulta che il Cammino di Francesco \u00e8 percorso in maggioranza da uomini (52,15%), come ha riportato fra\u2019<\/span>Jorge Fernandez illustrando i dati statistici.<\/span><\/p>\n

La maggior parte dei pellegrini ha dai 30 ai 60 anni (49,95%), a seguire gli ultrasessantenni (32,25%), mentre gli under 30 sono il 17%. Anche per chi cammina in gruppo (il 60%) \u201cl\u2019esperienza \u00e8 comunque personale\u201d ha sottolineato fra\u2019 Fernandez. <\/span><\/p>\n

La maggioranza dei pellegrini sono italiani, ma la Via di Francesco \u00e8 conosciuta in tutto il mondo: le provenienze geografiche includono 50 nazioni e oltre 1.000 citt\u00e0 dei cinque Continenti. \u201cColoro che dichiarano le motivazioni per cui intraprendono il cammino dicono che lo fanno per motivi religiosi o religiosi-culturali \u2013 ha concluso il religioso. – Molti partono da La Verna, altri da Firenze, e un buon gruppo parte da Assisi, alcuni da Citt\u00e0 di Castello. E tanti arrivano ad Assisi quale meta che sostiene il cammino\u201d.<\/span><\/p>\n

A. P.<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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