accoglienza straordinaria<\/strong>: tutti i giovani sono accolti nelle famiglie e questo vuol dire che non dormiranno in situazioni posticce o di emergenza e soprattutto le case che li accolgono sono fatte di famiglie giovani piene di un grande spirito di ospitalit\u00e0. I panamensi sono un popolo mite e sereno: sorridono sempre. Sembra sempre che sappiano di essere non all\u2019altezza delle situazioni (effettivamente un incontro internazionale di questa portata \u00e8 per loro un azzardo pi\u00f9 che una sfida), ma non per questo si arrendono. Anzi, si mettono di impegno e provano a superare qualunque ostacolo.<\/span><\/p>\nSempre con il sorriso sulle labbra.<\/strong> Li guardo e un po\u2019 li invidio: non avremmo bisogno anche noi, in Italia, di ritrovare in ogni luogo e qualunque cosa facciamo, un po\u2019 di serenit\u00e0 nell\u2019affrontare il nostro lavoro, i nostri impegni, le nostre relazioni? Pensavo che loro ci guardano con ammirazione, perch\u00e9 veniamo da ci\u00f2 che considerano l\u2019origine e il cuore della fede: il Mediterraneo (su cui affaccia la Terra Santa), Roma (la tomba di Pietro e la Sede del Papa). Ma anche noi finiamo per ammirare loro: per quella freschezza, quell\u2019entusiasmo, quella disponibilit\u00e0 nell\u2019accogliere la fede, nel cercare di sentirsi coinvolti e di manifestarla.<\/span><\/p>\nQuesta notte \u00e8 arrivata una telefonata alle tre: due ragazze urlavano al telefono perch\u00e9 c\u2019erano degli insetti nella stanza. Va bene: non siamo abituati agli scarafaggi sotto al letto. Ma veniva gi\u00f9 il mondo e pretendevano di uscire di casa e che gli trovassimo una nuova sistemazione. Ovviamente serviva solo un po\u2019 di calma: avevano bisogno di essere rassicurate. Questa mattina la questione appariva molto pi\u00f9 piccola. Per\u00f2 un pensiero l\u2019ho fatto: a grandi competenze tecnologiche, questi ragazzi stanno contrapponendo grandi fragilit\u00e0. <\/span><\/p>\nLa vita reale<\/strong> (s\u00ec, questa volta scrivo proprio \u201creale\u201d) diventa una montagna da scalare appena si presenta un gradino da superare. \u00c8 interessante portare i ragazzi dall\u2019altra parte del mondo, perch\u00e9 lo sguardo sulla natura, sulla cultura, le tradizioni e le abitudini di altri uomini aprono loro orizzonti diversi e sorprendenti. Pensavo che \u2013 di per s\u00e9 – non ci sarebbe bisogno di portarli dall\u2019altra parte del mondo: basterebbe aiutarli ad aprire gli occhi ogni giorno, ad alzare gli occhi dallo smartphone. Se solo anche noi, come loro, non avessimo gli occhi incollati a un piccolo schermo.<\/span><\/p>\nIn questi giorni stiamo vedendo la bellezza della disponibilit\u00e0<\/strong>. Di fronte a un problema non si scoraggiano e non si lasciano prendere dall\u2019ansia: sorridono e si mettono a risolvere la questione.<\/span><\/p>\nQuesto sento proprio che a noi italiani manca, l\u2019abbiamo perso per strada. Cent\u2019anni fa siamo venuti dall\u2019altra parte del mondo a risolvere un problema a cui nessuno aveva saputo trovare una soluzione: il dislivello degli oceani. Abbiamo portato qui le chiuse di Leonardo. Cent\u2019anni dopo hanno usato la stessa tecnologia per il raddoppio del canale e sono venuti in Italia a chiedere di costruire le paratie. Perch\u00e9 siamo cos\u00ec scoraggiati nell\u2019affrontare la vita quotidiana a casa nostra?<\/span><\/p>\nPerch\u00e9 non crediamo pi\u00f9 di potercela fare?<\/strong> Penso alla societ\u00e0, alla politica e ovviamente anche alla Chiesa che (Vangelo nel cuore) avrebbe pi\u00f9 di una ragione per continuare a seminare speranza con sempre maggiore efficacia.<\/span><\/p>\n*<\/span> responsabile della Pastorale giovanile Cei<\/em><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"di Michele Falabretti* A Panam\u00e0, capitale dello stato panamense, il clima \u00e8 caldo: quello meteo, ovviamente, ma anche quello della gente che arriva e che accoglie. 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