{"id":53834,"date":"2019-01-22T10:00:18","date_gmt":"2019-01-22T08:00:18","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=53834"},"modified":"2019-01-17T18:11:52","modified_gmt":"2019-01-17T16:11:52","slug":"quarantacinque-55","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/quarantacinque-55\/","title":{"rendered":"Quarantacinque, cio\u00e8 55 – 10"},"content":{"rendered":"
Il parto della mia autobiografia (<\/span>Non per loro, ma con loro<\/em>) si rivela laborioso pi\u00f9 del previsto. E io continuo ad anticiparne qualche frammento, mentre un\u2019\u00e9quipe di ginecologi sta monitorando tempi e modi dell\u2019evento.<\/span><\/p>\n Nel 1974, dopo tre anni di vita a Fabriano, condivisa con uno bel gruppo di disabili fisici nella comunit\u00e0 \u201cLa Buona Novella\u201d, il primo manipolo di incoscienti si trafer\u00ec con me a Gubbio per dare vita<\/span> alla Comunit\u00e0 di San Girolamo (poi \u201cCentro lavoro cultura\u201d, infine Comunit\u00e0 di Capodarco dell\u2019Umbria). <\/span><\/p>\n Ci siamo accampati alla bell\u2019e meglio tra le rovine del fatiscente ex convento. Sul monte Ansciano: dei 5 monti presenti sullo stemma di Gubbio, \u00e8 il primo per chi guarda – sulla destra del monte centrale, l\u2019Ingino, il monte di sant\u2019Ubaldo. Quasi subito da Siena una non meglio identificata assistente sociale (sig.ra Benci?) ci contatt\u00f2: \u201cQui in ospedale abbiamo un bambino di dieci anni, tetraparetico e disartrico, ma in buona salute. <\/span><\/p>\n Noi possiamo offrirgli solo la pura<\/span> sopravvivenza. Voi lo accogliereste nella vostra nascente comunit\u00e0?\u201d. Gi\u00e0. Sua madre l\u2019ha depositato in ospedale sei anni fa, quando aveva quattro anni, ed \u00e8 scomparsa. \u201cHa bisogno solo di una famiglia. Lo accogliereste nella vostra comunit\u00e0, che nasce – ci dicono – come una famiglia?\u201d. <\/span><\/p>\n S\u00ec, certo! Andammo a trovarlo. Quinto piano dell\u2019ospedale, gli incurabili. Si chiamava Franco M., oggi si chiama Franco Fanucci. In carrozzina. Sorridente in un reparto nel quale non c\u2019era proprio nulla che autorizzasse un sorriso. Ma quando mi vide, mi chiam\u00f2 \u201cbabbo\u201d, e io andai in tilt. Erano gli anni dell\u2019ideologia a briglia sciolta,<\/span> che accreditavano i salti logici pi\u00f9 spettacolari. \u201cMi ha chiamato \u2018babbo\u2019.\u00a0<\/span>Hai capito:<\/span> babbo!<\/p>\n Vuoi mettere? A noi preti ci chiamano \u2018padre\u2019. Vuoi mettere la diversa portanza ideale fra babbo e padre. Vuoi mettere?\u201d. Andammo a Siena in otto, a prelevarlo con un Ford Transit che cantava di gioia.<\/span><\/p>\n \u201cBabbo\u201d. Certo che ti prendiamo con noi! Dieci anni: sarai la mascotte della nostra nascente comunit\u00e0. Poi scoprimmo che \u201cbabbo\u201d era l\u2019unica parola che Franco conosceva. Ma stavolta il salto logico, invece di spezzarmi le<\/span> ossa, mi aveva procurato uno degli eventi pi\u00f9 intensi della mia vita. <\/span><\/p>\n Perch\u00e9 quando raccontai l\u2019accaduto a Giorgio Battistacci, giudice del Tribunale perugino per i minori, lui mi chiese, al termine di una risata che sembrava non voler finire pi\u00f9: \u201cPerch\u00e9 non lo adotti?\u201d. Detto, fatto. Al mezzo chilo di carte necessarie per l\u2019adozione ci pens\u00f2 lui.<\/span><\/p>\n Quarantacinque anni or sono.\u00a0<\/span>Oggi Franco ha 55 anni e<\/span> ab illo tempore<\/em> dorme nel letto accanto al mio, dorme di brutto. Il problema \u00e8 quello di convincerlo a spegnere la tv.<\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il parto della mia autobiografia (Non per loro, ma con loro) si rivela laborioso pi\u00f9 del previsto. E io continuo ad anticiparne qualche frammento, mentre un\u2019\u00e9quipe di ginecologi sta monitorando tempi e modi dell\u2019evento. 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