{"id":53808,"date":"2019-01-18T10:00:30","date_gmt":"2019-01-18T08:00:30","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=53808"},"modified":"2019-01-17T12:59:40","modified_gmt":"2019-01-17T10:59:40","slug":"nozze-cana","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/nozze-cana\/","title":{"rendered":"Le nozze di Cana"},"content":{"rendered":"

\u201cIl tuo Dio gioir\u00e0 per te\u201d: sono le parole che ascoltiamo la seconda domenica<\/a> del Tempo ordinario, parole con cui il profeta Isaia<\/em><\/strong> (I Lettura) descrive il motivo festoso delle nozze tra il Signore e la comunit\u00e0 di Gerusalemme.<\/span><\/p>\n

Prima lettura<\/h2>\n

Il profeta \u00e8 nel punto di accogliere la manifestazione del Signore ed \u00e8 paragonato alla sentinella che attende l\u2019aurora ed \u00e8 fedele al suo \u2018turno\u2019 vigilando per vedere il sorgere della prima stella. E il chiarore mattutino allude all\u2019arrivo del tempo della giustizia e dello splendore di Gerusalemme, citt\u00e0 che sar\u00e0 un faro per le \u201cgenti\u201d e per i \u201cre\u201d. Questo tempo inaugurer\u00e0 il \u201cnome nuovo\u201d che verr\u00e0 dato a Gerusalemme, nome che non avr\u00e0 pi\u00f9 niente a che fare con quelli sterili del tempo dell\u2019esilio (abbandonata, desolata), ma sar\u00e0 caratterizzato dal linguaggio nuziale: \u201cmia gioia\u201d, \u201csposata\u201d. <\/span><\/p>\n

Inoltre in questo brano \u00e8 contenuta una novit\u00e0: in altri testi profetici, si parla di una nuzialit\u00e0 tradita e poi riconciliata (Osea), invece qui lo Sposo \u00e8 un giovane che si sposa per la prima volta con una vergine (<\/span>betulah<\/em>) e, con discreta audacia, facendo allusione al rapporto d\u2019amore, l\u2019Autore presenta la verit\u00e0 di un\u2019alleanza \u2018unica\u2019 caratterizzata dalla gioia \u201cdello sposo per la sposa\u201d.<\/span><\/p>\n

Salmo<\/h2>\n

A questo messaggio cos\u00ec alto la Liturgia ci propone di rispondere con il<\/span> Salmo 96<\/em><\/strong>, Salmo che rientra nel gruppo di quelli propri della Liturgia sinagogale sabbatica. Si tratta di una lode cosmica il cui \u201ccanto nuovo\u201d si eleva a Dio da \u201ctutta la terra\u201d ed il coinvolgimento dei credenti \u00e8 tale – e anche insolito – che gli stessi desiderano comunicare le opere del Signore agli altri popoli. Se<\/span> infatti generalmente la volont\u00e0 di raggiungere tutte le genti \u00e8 frutto dell\u2019iniziativa divina, qui \u00e8 la comunit\u00e0 israelita a prendere le mosse per \u2018evangelizzare\u2019 tutti (\u201ca tutte le nazioni dite i suoi prodigi\u201d).<\/span><\/p>\n

\n

LA PAROLA <\/span>della Domenica<\/strong><\/p>\n

PRIMA LETTURA
\n<\/span>
Dal Libro del profeta Isaia 62,1-5<\/span><\/a><\/p>\n

SALMO RESPONSORIALE
\n<\/span>
Salmo 95<\/span><\/a><\/p>\n

SECONDA LETTURA
\n<\/span>
I Lettera di Paolo Corinzi<\/span><\/a> 12,4-11<\/span><\/a><\/p>\n

VANGELO
\n<\/span>
Dal vangelo di Giovanni 2,1-11<\/span><\/a><\/p>\n<\/blockquote>\n

 <\/p>\n

Seconda lettura<\/h2>\n

Di un\u2019evangelizzazione regolata, ben distribuita ed efficace \u00e8 San Paolo a parlarne nella<\/span> I Lettera ai Corinzi<\/strong><\/em>.\u00a0L\u2019apostolo scrive agli abitanti di Corinto, una comunit\u00e0 che abbondava dei doni della grazia, ma proprio per questa abbondanza c\u2019era necessit\u00e0 di fare chiarezza, per non lasciarsi prendere dalla suggestivit\u00e0 e soprattutto per organizzare le manifestazioni \u2018carismatiche\u2019 in modo tale che fossero servite per l\u2019edificazione vicendevole. <\/span><\/p>\n

Il nostro brano \u00e8 relativo al passaggio in cui Paolo, ribadita l\u2019unica origine dei carismi che \u00e8 lo Spirito santo, distingue i doni chiamandoli rispettivamente \u201ccarismi\u201d, \u201cministeri\u201d e \u201cattivit\u00e0\u201d (letteralmente \u2018capacit\u00e0 operative\u2019). L\u2019intento di Paolo \u00e8 quello di chiarire che i doni ricevuti non possono essere motivo di vanto o di divisioni, di gelosie o di ambizioni, quanto piuttosto devono spronare alla docilit\u00e0 nei riguardi dello Spirito per la unanime tensione al bene e all\u2019amore vicendevole.<\/span><\/p>\n

Vangelo<\/h2>\n

Nella pagina del<\/span> Vangelo di Giovanni<\/strong><\/em>, una delle pi\u00f9 belle, ritroviamo il tema della festa nuziale. La circostanza \u00e8 quella delle \u2018nozze di Cana\u2019 ove sono presenti Sua Madre e i discepoli. La celebrazione delle nozze al tempo di Ges\u00f9 comprendeva due fasi: quella dell\u2019atto matrimoniale (<\/span>ketubah<\/em>) che veniva scritto in casa della sposa e che, secondo la consuetudine ebraica, ufficializzava l\u2019unione, e quella della celebrazione vera e propria del matrimonio (<\/span>nyssu\u2019in<\/em>) con conseguente festa che poteva durare tra i tre e i sette giorni. <\/span><\/p>\n

\u00c8 in questa seconda fase che si svolge il primo dei \u2018segni\u2019 operato da Ges\u00f9. Il luogo \u00e8 Cana, un modesto paese della Galilea a circa 13 km da Nazareth. La lettura attenta ci fa prendere consapevolezza che qui il personaggio pi\u00f9 importante \u00e8 Maria. \u00c8 scritto infatti che \u201cvi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c\u2019era la madre di Ges\u00f9\u201d. Poi, circa Ges\u00f9 \u00e8 scritto \u201cfu invitato alle nozze anche (<\/span>kai<\/em>, con funzione di \u2018anche\u2019) Ges\u00f9 con i suoi discepoli\u201d. In seguito chi prende la parola per prima \u00e8 proprio Maria: \u201cNon hanno pi\u00f9 vino\u201d. <\/span><\/p>\n

Sembra strano che nessuno si accorga del vino che sia venuto a mancare, ma cos\u00ec \u00e8, e Maria fa presente questa mancanza. Ges\u00f9 risponde alla provocazione rivolgendosi a Sua Madre con il titolo di \u2018donna\u2019 superando cos\u00ec quello che \u00e8 il legame strettamente familiare. Poche, ma chiare parole: \u201cQualsiasi cosa vi dica, fatela\u201d. E Ges\u00f9: \u201cRiempite d\u2019acqua le anfore\u201d. <\/span><\/p>\n

I servitori devono riempire delle<\/span> idrias<\/em>: con questo termine greco si indicano dei recipienti che, essendo di pietra, erano considerati idonei perch\u00e9 non rendevano impuro il contenuto e quindi venivano utilizzati per metterci l\u2019acqua della purificazione rituale. Quindi l\u2019acqua che viene trasformata in vino era acqua destinata ai riti purificatori. Le conseguenze sono che il maestro di tavola, ignaro della \u2018trasformazione\u2019, elogia gli sposi per la conservazione eccezionale del \u201cvino buono\u201d, e che i discepoli \u201ccredettero<\/span> in lui\u201d.<\/span><\/p>\n

L\u2019acqua purificatrice \u00e8 sempre elemento di iniziazione ad una nuova vita, ma il vino? Perch\u00e9 proprio il vino \u2018segna\u2019 l\u2019inizio della \u201cmanifestazione\u201d di Ges\u00f9? Scegliamo sempre il metodo della contestualizzazione e pensiamo ai tanti significati positivi cui \u00e8 metafora il vino nell\u2019AT, nonch\u00e9 all\u2019esegesi rabbinica che definisce il monte Sinai la \u2018cantina della torah\u2019 (<\/span>Targum Cantico<\/em> 2,4). Sul Sinai il Signore si \u00e8 manifestato attraverso la consegna della Torah, ora a Cana -nel bel mezzo dei festeggiamenti nuziali – si manifesta definitivamente nel \u2018segno\u2019 di Ges\u00f9. Ma per il compimento del \u2018segno\u2019 \u00e8 stata necessaria l\u2019azione mediatrice<\/span> di Maria.<\/span><\/p>\n

Giuseppina Bruscolotti<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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