{"id":53796,"date":"2019-01-14T20:44:25","date_gmt":"2019-01-14T18:44:25","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=53796"},"modified":"2021-04-22T13:42:39","modified_gmt":"2021-04-22T11:42:39","slug":"card-bassetti-cattolici-sfide","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/card-bassetti-cattolici-sfide\/","title":{"rendered":"Card. Bassetti: \u201cNoi cattolici non disertiamo le sfide impegnative\u201d"},"content":{"rendered":"

\u201cVorrei arrivare all\u2019Assemblea di maggio con un progetto condiviso, cos\u00ec che si possa dire: la Chiesa italiana non si lamenta, ma si prepara a fare di pi\u00f9 e meglio\u201d. \u00c8 la proposta lanciata dal card. Gualtiero Bassetti<\/strong>, arcivescovo di Perugia-Citt\u00e0 della Pieve e presidente della Cei, nell\u2019introduzione al Consiglio episcopale permanente, dedicata tra l\u2019altro ad alcuni temi politici del momento.<\/p>\n

\u201cVorrei che sapessimo mostrare al Paese che noi cattolici non disertiamo le sfide impegnative di questo nostro tempo, convinti come siamo che possono essere affrontate e superate\u201d,\u00a0l\u2019auspicio del cardinale, che dice un \u201cgrazie\u201d agli abitanti di Torre di Melissa<\/strong>, la piccola cittadina calabrese che ha saputo esprimere una \u201csolidariet\u00e0 corale\u201d verso quella cinquantina di migranti in balia delle onde, esempio di accoglienza in controtendenza rispetto al dibattito attuale sulle migrazioni.<\/p>\n

\u201cSui poveri non ci \u00e8 dato di dividerci, n\u00e9 di agire per approssimazione\u201d, il monito di Bassetti: \u201cLa stessa posizione geografica del nostro Paese e, ancor pi\u00f9, la nostra storia e la nostra cultura, ci affidano una responsabilit\u00e0 nel Mediterraneo come in Europa\u201d.<\/p>\n

Il secondo ringraziamento del presidente della Cei \u00e8 riservato\u00a0\u201ca quanti \u2013 non da ultimo le testate giornalistiche \u2013 si sono adoperati per evitare il raddoppio della tassazione sugli enti che svolgono attivit\u00e0 non profit\u201d.<\/p>\n

\u201cIl mondo del Terzo settore riveste nella societ\u00e0 italiana un ruolo determinante\u201d,\u00a0<\/strong>sottolinea il presidente della Cei a proposito dell\u2019Ires: \u201cPi\u00f9 di ieri c\u2019\u00e8 bisogno di questa societ\u00e0 civile organizzata, c\u2019\u00e8 bisogno dei corpi intermedi, di quella sussidiariet\u00e0 che risponde alle povert\u00e0 e ai bisogni con la forza dell\u2019esperienza e della creativit\u00e0, della professionalit\u00e0 e delle buone relazioni\u201d.<\/p>\n

\u201cGovernare il Paese significa servirlo e curarlo come se lo si dovesse riconsegnare in ogni momento\u201d,\u00a0l\u2019appello finale, a 100 anni dall\u2019appello di don Sturzo. \u201cAi liberi e forti di oggi \u2013 l\u2019attualizzazione di Bassetti \u2013 dico: lavorate insieme per l\u2019unit\u00e0 del Paese, fate rete, condividete esperienza e innovazione\u201d. \u201cCome Chiesa assicuro che faremo la nostra parte con pazienza e coraggio, senza cercare interessi di bottega, per meritarci fino in fondo la considerazione e la stima del nostro popolo\u201d, garantisce il presidente della Cei.<\/p>\n

\u201cPortiamo nel cuore le fatiche e le speranze della nostra gente<\/strong>, delle nostre Chiese e dei nostri territori, coinvolti come siamo dalla loro domanda di vita: domanda che ci interpella in prima persona, rispetto alla quale avvertiamo la responsabilit\u00e0 di non far mancare il contributo sostanziale di quell\u2019esperienza cristiana che passa dall\u2019annuncio credente e dalla testimonianza credibile del Vangelo\u201d. Comincia con questo sguardo di condivisione l\u2019introduzione del card. Bassetti al primo Consiglio episcopale permanente del 2019.<\/p>\n

Di fronte a \u201cventi che disperdono, provocando in molti confusione e smarrimento, ripiegamento e chiusura, dobbiamo impegnarci a lavorare meglio\u201d, il primo appello ai cattolici: \u201cSe la confusione \u00e8 grande, non dobbiamo essere noi ad aumentarla; se ci sentiamo provocati o criticati, dobbiamo cercare di capirne le ragioni; se siamo ignorati, dobbiamo tornare a bussare con rispetto e convinzione; se veniamo tirati per la giacca, dobbiamo riflettere prima di acconsentire e fare\u201d.<\/p>\n

No, allora, allo scoraggiamento e alla sfiducia, a quella forma di male che, travestito da indifferenza, \u201csi impadronisce delle paure per trasformarle in rabbia\u201d: \u201cTemo l\u2019astuzia che si serve dell\u2019ignoranza. Temo la vanit\u00e0 che avvelena gli arrivisti. Temo l\u2019orizzonte angusto dei luoghi comuni, delle risposte frettolose, dei richiami gridati\u201d. \u201cLa relazione cristiana non \u00e8 un galateo o una lezione di buone maniere\u201d: bisogna \u201cpensare meglio e agire con discernimento e concretezza\u201d, come ci esorta a fare il Papa.<\/p>\n

\u201cQuando il popolo \u00e8 confuso, il modo migliore per rispondere al nostro dovere non \u00e8 quello di proporre facili rassicurazioni,\u00a0lasciando capire che poi tutto s\u2019aggiusta o che, comunque, altri sono quelli che devono pensarci\u201d. Ai cattolici, il presidente della Cei chiede di confrontarsi con franchezza e \u201cassumere con determinazione le scelte necessarie, cos\u00ec da essere non solo pi\u00f9 efficienti, ma soprattutto pi\u00f9 chiari e uniti\u201d, senza limitarsi alle critiche. L\u2019improvvisazione o il pressappochismo non fanno parte del patrimonio del cattolicesimo politico, la tesi del cardinale:<\/p>\n

\u201cNon possiamo limitarci a rincorrere l\u2019attualit\u00e0 con comunicati e interviste; non possiamo perdere la capacit\u00e0 di costruire autonomamente la nostra agenda, aperti a ci\u00f2 che accade \u2013 a partire dalle emergenze che bussano ogni giorno alla porta \u2013 ma fedeli a un nostro programma pastorale, che \u00e8 poi il Vangelo di nostro Signore, incarnato in questo tempo\u201d.<\/p>\n

\u201cLe nostre decisioni \u2013 spiega \u2013 devono seguire un metodo<\/strong>, supportato da un\u2019idea forte e da continue verifiche, da un luogo di elaborazione culturale che non sia semplicemente una vetrina per proporre se stessi. Ci serve metodo anche per utilizzare al meglio le risorse materiali e finanziarie che i cittadini e i fedeli mettono a disposizione della Chiesa; ci serve metodo per interagire con le Istituzioni, in modo distinto e collaborativo; ci serve metodo per guardare avanti con fiducia e impegno\u201d.<\/p>\n

Dare pi\u00f9 voce alle Conferenze episcopali regionali, una delle proposte:<\/strong> non per \u201cgrandi riforme\u201d, ma per renderle maggiormente protagoniste e \u201cmaturare quell\u2019arte del governo che rende tutti responsabili e gratifica chi compie al meglio il proprio dovere\u201d. \u201cRipartiamo da questo stile sinodale<\/strong>, viviamolo sul campo, tra la gente, per consigliare, sostenere, consolare\u201d, l\u2019esortazione indirizzata ai vescovi: \u201cSar\u00e0, allora, pi\u00f9 facile distinguere le buone idee dalle cattive, adottare i provvedimenti pi\u00f9 incisivi, scegliere i collaboratori pi\u00f9 validi\u201d.<\/p>\n

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M.Michela Nicolais<\/strong><\/p>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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