{"id":53434,"date":"2018-11-23T10:05:07","date_gmt":"2018-11-23T08:05:07","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=53434"},"modified":"2018-11-22T12:30:18","modified_gmt":"2018-11-22T10:30:18","slug":"sei-tu-re-giudei","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/sei-tu-re-giudei\/","title":{"rendered":"\u2018Sei tu il Re dei Giudei?\u2019"},"content":{"rendered":"

\u201cIl Signore regna, si riveste di maest\u00e0: si riveste il Signore, si cinge di forza\u201d. Con questo versetto il Salmista introduce l\u2019inno tutto incentrato sull\u2019esaltazione di uno degli aspetti che pi\u00f9 frequentemente nell\u2019AT descrivono il Signore, Dio d\u2019Israele: il suo essere \u2018re\u2019. <\/span><\/p>\n

Domenica 25 novembre \u00e8 infatti l\u2019ultima dell\u2019Anno liturgico e la Chiesa celebra la Solennit\u00e0 di Cristo Re dell\u2019Universo, Solennit\u00e0 istituita da Papa Pio XI nel 1925 ovvero in una fase della storia in cui, conclusa da poco la prima guerra mondiale<\/a> e vicino il pericolo delle conseguenze dei regimi dittatoriali, l\u2019immagine dell\u2019amore estremo di un Re crocifisso doveva provocare, placare le rivalit\u00e0 e debellare i progetti omicidi.<\/span><\/p>\n

Prima lettura<\/h2>\n

La prima<\/span> Lettura \u00e8 tratta – come la scorsa settimana<\/a> – dal libro del profeta Daniele<\/strong><\/em>, libro che si caratterizza per il suo stile apocalittico e \u2018visionario\u2019 che \u00e8 una strategia letteraria finalizzata a sostenere la fede di quei giudei sottoposti alle terribili prove inflitte dal re Antioco IV. <\/span><\/p>\n

Il capitolo 7, che in parte ascoltiamo, inizia la sezione delle \u2018quattro visioni\u2019 che Daniele riferisce interpretandole come una sorta di future tappe della storia d\u2019Israele che, nonostante il dominio che subir\u00e0 da parte di popolazioni straniere, vedr\u00e0 finalmente l\u2019avvento glorioso del \u201cFiglio d\u2019uomo\u201d che inaugurer\u00e0 un regno universale ed eterno. Il \u201cFiglio d\u2019uomo\u201d \u00e8 infatti presentato dalle sembianze umane ma dalle conseguenze che sono proprie della divinit\u00e0: \u201ctutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere \u00e8 un potere eterno, che non finir\u00e0 mai, e il suo regno non sar\u00e0 mai distrutto\u201d.<\/span><\/p>\n

Salmo<\/h2>\n

E il<\/span> Salmo che abbiamo gi\u00e0 citato e con cui rispondiamo alla prima Lettura \u2018completa\u2019 la maestosa lode marcando l\u2019attenzione sul carattere sempiterno del \u2018sovrano\u2019: \u201cstabile \u00e8 il tuo trono da sempre, dall\u2019eternit\u00e0 tu sei\u201d. Questo tono suggestivo ed escatologico continua anche nel resto della Liturgia della Parola.<\/span><\/p>\n

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LA PAROLA <\/span>della Domenica<\/p>\n

PRIMA LETTURA
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Dal Libro di Daniele 7,13-14<\/span><\/a><\/p>\n

SALMO RESPONSORIALE
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Salmo 92<\/span><\/a><\/p>\n

SECONDA LETTURA
\n<\/span>
Dall\u2019Apocalisse di Giovanni 1,5-8<\/span><\/a><\/p>\n

VANGELO
\n<\/span>
Dal Vangelo di Giovanni 18,33b-37<\/span><\/a><\/p>\n<\/blockquote>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n

Seconda lettura<\/h2>\n

Il breve brano del libro dell\u2019Apocalisse<\/strong><\/em> \u00e8 tratto dal primo capitolo, precisamente dall\u2019introduzione che l\u2019Autore fa indicando i destinatari del suo scritto: le sette Chiese dell\u2019Asia (parte dell\u2019attuale Turchia). \u2018Giovanni\u2019 scrive alle sette Chiese, da parte sua, da parte dei \u2018sette Spiriti\u2019 e da parte di Ges\u00f9 Cristo. Ges\u00f9 viene presentato come il \u2018fedele\u2019, cio\u00e8 colui che ha mantenuto l\u2019antica promessa, come il \u2018primogenito dei morti\u2019 in quanto \u00e8 risorto e dopo di Lui tutti risorgeranno in Lui e come \u2018sovrano dei re della terra\u2019. <\/span><\/p>\n

La regalit\u00e0 di Cristo si distingue infatti perch\u00e9 \u00e8 caratterizzata dalla suggestivit\u00e0 dell\u2019entrata gloriosa sulla scena della storia (\u201ccon le nubi\u201d), per essere il principio (\u201cAlfa\u201d) e il fine (\u201cOmega\u201d) della vita degli uomini.<\/span><\/p>\n

Vangelo<\/h2>\n

Anche il<\/span> Vangelo ci parla della regalit\u00e0 di Ges\u00f9<\/strong>, ma di una regalit\u00e0 non corrispondente a quella che in \u2018apparenza\u2019 \u00e8 il motivo della condanna a morte di Ges\u00f9 (INRI). Il contesto \u00e8 quello in cui Ges\u00f9, essendo stato condotto dai giudei a Pilato, viene interrogato da quest\u2019ultimo. \u201cSei tu il re dei Giudei?\u201d.<\/span><\/p>\n

\u201cRe dei Giudei\u201d ha pi\u00f9 una connotazione politica che messianica. Se fosse stata messianica sarebbe dovuta essere \u201cRe d\u2019Israele\u201d. Ci\u00f2 per dire che la domanda con questa precisa dicitura doveva accertare il rischio o meno di essere detronizzato da quanti, come gli zeloti rivoluzionari, cospiravano contro le autorit\u00e0 pagane. Ges\u00f9, servendosi dello stesso metodo gi\u00e0 usato con gli scribi e i farisei, risponde con una controdomanda: \u201cDici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?\u201d. <\/span><\/p>\n

A questo punto Pilato prende consapevolezza che quest\u2019Uomo non costituisce pericolo per lui quanto piuttosto \u00e8 motivo di divisione all\u2019interno dei giudei (\u201cLa tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me\u201d). Poi Ges\u00f9 risponde a Pilato in merito alla Sua regalit\u00e0 descrivendola come una regalit\u00e0 che, seppur si eserciti sull\u2019umanit\u00e0, tuttavia \u201cnon \u00e8 di questo mondo\u201d<\/strong> e, confermando quanto gi\u00e0 compreso dal Governatore, fa presente che se fosse stata \u201cdi questo mondo\u201d, i suoi sudditi avrebbero combattuto perch\u00e9 non venisse consegnato ai romani.<\/span><\/p>\n

La conversazione si evolve perch\u00e9 Pilato sembra riconoscere a Ges\u00f9 il titolo di \u2018re\u2019 o comunque vuole capirci di pi\u00f9 (\u201cDunque tu sei re?<\/strong>\u201d), ma Ges\u00f9 precisa subito senza equivoci che il suo essere re \u00e8 finalizzato a \u201cdare testimonianza alla verit\u00e0\u201d ad esercitare cio\u00e8 il suo \u2018potere\u2019 a favore di \u201cchiunque \u00e8 dalla verit\u00e0\u201d e lo \u00e8 perch\u00e9 \u201cascolta\u201d la sua \u201cvoce\u201d. Queste ultime espressioni sono state oggetto di grande riflessione. <\/span><\/p>\n

Tenendo conto del significato che la parola \u2018testimonianza\u2019 ha nella lingua greca, qui si riferisce all\u2019atto supremo della \u2018verit\u00e0\u2019 che di l\u00ec a poco si sveler\u00e0: l\u2019amore inchiodato sul trono che \u00e8 la croce. Circa il verbo \u2018ascoltare\u2019 (<\/span>akouo<\/em>)\u00a0ricordiamo che l\u2019altro episodio in cui Giovanni<\/strong> lo utilizza \u00e8 per indicare le pecore che ascoltano, seguono e appartengono al Pastore. Allora si evidenziano due condizioni: essere dalla parte della verit\u00e0 ed ascoltare. <\/span><\/p>\n

Pilato comprende la verit\u00e0 (\u201cnon trovo nessuna colpa in quest\u2019uomo\u201d), ma non \u2018ascolta\u2019 la voce di Ges\u00f9. I giudei \u2018ascoltano\u2019, ma non riconoscono la testimonianza di Ges\u00f9 (\u201ci capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me\u201d). Se il credente di oggi fosse interpellato da Pilato, si dimostrerebbe come un \u2018suddito\u2019 che in virt\u00f9 dell\u2019ascolto della Parola di Ges\u00f9, saprebbe riconosce la \u2018verit\u00e0\u2019 nelle circostanze della vita difendendola fino al martirio?<\/span><\/p>\n

Giuseppina Bruscolotti<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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