{"id":53217,"date":"2018-10-26T10:00:41","date_gmt":"2018-10-26T08:00:41","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=53217"},"modified":"2018-10-25T19:45:03","modified_gmt":"2018-10-25T17:45:03","slug":"abbi-pieta-di-me","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/abbi-pieta-di-me\/","title":{"rendered":"\u201cAbbi piet\u00e0 di me\u201d"},"content":{"rendered":"

Un vero e proprio invito alla gioia ci propone la liturgia della Parola di questa XXX domenica del TO in cui primeggia l\u2019azione risanatrice del Signore che rinnova le condizioni di vita restituendo la libert\u00e0 a chi l\u2019ha perduta e la salute fisica e morale a chi \u00e8 incappato nel male.<\/span><\/p>\n

Prima lettura<\/h2>\n

Su questa linea \u00e8 gi\u00e0 la prima lettura tratta dal libro del profeta Geremia<\/em><\/strong> che annuncia il ritorno del popolo d\u2019Israele dall\u2019esilio babilonese. In soli tre versetti ben cinque volte c\u2019\u00e8 l\u2019alternarsi dei verbi \u2018ricondurre\u2019 \/ \u2018riportare\u2019 come a voler assicurare l\u2019azione risolutrice del Signore.<\/span><\/p>\n

Salmo<\/h2>\n

Cos\u00ec il Salmo responsoriale, che \u00e8 un Salmo \u2018ascensionale\u2019 (proprio di chi sale \/ ritorna a Gerusalemme) ricorda l\u2019evento del ritorno nella Citt\u00e0 santa. Con le parole \u201cQuando il Signore ristabil\u00ec le sorti di Sion ci sembrava di sognare\u201d, il salmista esprime a nome del popolo la gioia incontenibile che quasi non sembra vera per aver ottenuto la libert\u00e0 dai nemici e il rinnovato possesso dell\u2019amata terra.<\/span><\/p>\n

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LA PAROLA <\/span>della Domenica<\/strong><\/p>\n

PRIMA LETTURA
\n<\/span>Dal Libro di Geremia 31,7-9<\/span><\/a><\/p>\n

SALMO RESPONSORIALE
\n<\/span>
Salmo 125<\/span><\/a><\/p>\n

SECONDA LETTURA
\n<\/span>
Dalla Lettera agli ebrei 5,1-6<\/span><\/a><\/p>\n

VANGELO
\n<\/span>
Dal Vangelo di Marco 10,46-52<\/span><\/a><\/p>\n<\/blockquote>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n<\/div>\n

Seconda lettura<\/h2>\n

Il brano della Lettera agli Ebrei<\/strong><\/em> sembra cambiare messaggio, ma in realt\u00e0 ci addita la figura di Colui che viene donato per il ristabilimento dei rapporti tra l\u2019umanit\u00e0 e il Padre. In continuit\u00e0 con quanto ascoltato la scorsa settimana, la Lettera<\/em> propone un parallelismo tra il sacerdozio alla maniera dell\u2019Antico Testamento e il sacerdozio di Cristo. Secondo l\u2019AT il sacerdote viene scelto tra gli uomini \u201cper offrire doni e sacrifici per i peccati\u201d. <\/span><\/p>\n

Ma proprio perch\u00e9 uomo deve egli stesso prima di tutto offrire sacrifici per se stesso e solo allora pu\u00f2 far s\u00ec che la sua offerta per l\u2019espiazione dei peccati altrui venga gradita. E tuttavia, il ruolo \u00e8 cos\u00ec importante che non viene attribuito da se stesso, ma<\/span> alla maniera di come Dio ha fatto con Aronne chiamandolo ad essere sacerdote, e da lui tutta la sua discendenza ha ereditato il dono del sacerdozio. <\/span><\/p>\n

Cos\u00ec Cristo. Non si \u00e8 attribuito nessun titolo, ma il Padre lo ha confermato con le parole \u201cTu sei mio figlio, oggi ti ho generato\u201d. A questo punto il Testo rimanda ad una figura precedente a quella di Aronne. Cristo non \u00e8 infatti della trib\u00f9 di Levi (trib\u00f9 dalla quale proveniva Aronne), e la somiglianza non \u00e8 quindi con il sacerdozio aronita, ma con quello di Melchisedek (<\/span>Sal<\/em> 110) il sacerdote che incontr\u00f2 Abramo e che non ha nessuna \u2018origine\u2019. <\/span><\/p>\n

Quindi, da una parte la Lettera d\u00e0 molta importanza al culto e ai ruoli giudaici, dall\u2019altra esalta la superiorit\u00e0 del sacerdozio di Cristo.<\/span><\/p>\n

Vangelo<\/h2>\n

La pagina del Vangelo ci conduce a scoprire il messaggio salvifico e beneficante di Cristo. Si tratta dell\u2019ultimo episodio che l\u2019evangelista Marco riporta prima dell\u2019entrata di Ges\u00f9 a Gerusalemme: la guarigione del cieco di Gerico. Il luogo \u00e8 appunto Gerico, che riteniamo Ges\u00f9 abbia percorso solo di passaggio. \u00c8 proprio nel mentre sta partendo che avviene l\u2019incontro con Bartimeo. <\/span><\/p>\n

Anche se cieco, non pu\u00f2 non accorgersi del passaggio di Ges\u00f9 che \u00e8 \u201cinsieme ai suoi discepoli e a molta folla\u201d e il seguito del racconto fa prender coscienza del fatto che a Gerico, e quindi anche da parte del cieco, era rinomata l\u2019attivit\u00e0<\/span> risanatrice di Ges\u00f9.<\/span> Bartimeo si esprime nei riguardi di Ges\u00f9 con un\u2019esclamazione che \u00e8 sia un riconoscimento politico-messianico (figlio di David) che una richiesta di misericordia (abbi piet\u00e0 di me). <\/span><\/p>\n

Per il tempo di Ges\u00f9 era audace o quasi rischioso esprimersi cos\u00ec. La gente rimprovera il cieco ordinandogli di tacere non perch\u00e9 dava fastidio, ma perch\u00e9 con il titolo \u201cfiglio di Davide\u201d, riconoscendo ufficialmente il ruolo messianico, poteva incorrere in diatribe politico- teologiche. Ma la fede di Bartimeo prevale sul \u2018buon senso\u2019 dei presenti e grida ancora pi\u00f9 forte \u201cfiglio di Davide, abbi piet\u00e0 di me!\u201d. <\/span><\/p>\n

Questo grido segna la svolta di Bartimeo che, invitato da Ges\u00f9 ad andare da Lui, getta via il mantello, balza in piedi e raggiunge Ges\u00f9. Come ai discepoli Giacomo e Giovanni, anche qui Ges\u00f9 manifesta al cieco totale disponibilit\u00e0 (\u201cche cosa vuoi che io faccia per te?\u201d) e, nonostante sappia di cosa abbia bisogno Bartimeo, lascia che sia lui a fare la richiesta. Ora Bartimeo interpella Ges\u00f9 con un titolo che \u00e8 lo stesso con cui la Maddalena si rivolger\u00e0 a Ges\u00f9 risorto (<\/span> Gv 20,16), \u201cRabbun\u00ec\u201d (Maestro mio), dimostrando cos\u00ec di aver fatto un vero e proprio percorso interiore che lo ha condotto ad avere fede in Ges\u00f9 ancor prima di essere guarito perch\u00e9 ha abbandonato il mantello, la sua \u2018sicurezza\u2019. <\/span><\/p>\n

Il miracolo avviene infatti attraverso le sole parole di Ges\u00f9 che dona la guarigione grazie alla fede dimostrata dall\u2019ex cieco a cui Ges\u00f9 dice quanto gi\u00e0 pronunciato all\u2019emorroissa \u201cva\u2019, la tua fede ti ha salvato\u201d. Come il popolo ebreo ha assistito al ristabilirsi della condizione di libert\u00e0 e va a Gerusalemme, cos\u00ec l\u2019ex cieco ha riottenuto la libert\u00e0 (\u201cche io veda di nuovo!\u201d) e segue Ges\u00f9 che sta recandosi a Gerusalemme. <\/span><\/p>\n

La lontananza da Gerusalemme non consentiva al popolo esiliato l\u2019espletamento dei riti religiosi e la condizione di cecit\u00e0 di Bartimeo implicava l\u2019esclusione dalla liturgia (<\/span> Lv 21,18) ed uno status di \u2018impurit\u00e0\u2019. L\u2019esilio e la cecit\u00e0 sono state tuttavia occasioni per \u2018conoscere\u2019 il Signore e maturare la fede in<\/span> Lui.<\/span><\/p>\n

Anche all\u2019uomo di oggi il Signore vuole dare l\u2019opportunit\u00e0 di \u201cristabilirsi\u201d come essere umano e cristiano, ma come ha fatto Bartimeo deve accorgersi del passaggio di Cristo, lasciare le \u201csicurezze\u201d e<\/span> mettersi alla sua sequela.<\/span><\/p>\n

Giuseppina Bruscolotti<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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