{"id":53112,"date":"2018-10-12T12:00:20","date_gmt":"2018-10-12T10:00:20","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=53112"},"modified":"2018-11-23T18:18:28","modified_gmt":"2018-11-23T16:18:28","slug":"tamat-ong-perugina","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/tamat-ong-perugina\/","title":{"rendered":"Tamat: la Ong perugina che “aiuta i migranti a casa loro” e non solo"},"content":{"rendered":"

A Perugia, in un anonimo palazzo di via Dalmazio Birago, c\u2019\u00e8 la sede di Tamat, una piccola Ong nata nel 1995 nel capoluogo umbro grazie alla passione di quattro giovani professionisti<\/a> (due agronomi, un economista e un sociologo) che hanno deciso di mettere insieme le loro competenze per coniugare aspirazioni professionali e personali con il desiderio di impegnarsi per un mondo con meno disuguaglianze e pi\u00f9 rispettoso dell\u2019ambiente.<\/span><\/p>\n

Cosa fa la Ong Tamat<\/h2>\n

Oggi Tamat collabora con organizzazioni e enti nazionali e internazionali in progetti per la sicurezza alimentare, agricoltura, turismo responsabile, imprenditorialit\u00e0 sociale, e sui temi della migrazioni in tutto il mondo. In Africa, America Latina e Balcani affianca le organizzazioni e le popolazioni locali nella realizzazione di programmi di sviluppo sostenibile in ambito sociale, culturale, ambientale e economico.<\/span><\/p>\n

In Italia e in Europa lavora con la societ\u00e0 civile, istituzioni e universit\u00e0 sui temi legati al perseguimento dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell\u2019 Agenda<\/span> 2030, approvata nel 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri dell\u2019Onu.<\/span><\/p>\n

Gli inizi in Bosnia<\/h2>\n

La presidente di Tamat \u00e8<\/span> Patrizia Spada<\/strong>, agronoma, che con il direttore generale, Piero Sunzini, \u00e8 uno dei quattro fondatori. \u201cEravamo appena usciti dall\u2019universit\u00e0 – racconta la presidente – con alle spalle solo qualche esperienza lavorati<\/span>va. C\u2019era un bando pubblico per progetti di cooperazione in Bosnia. Abbiamo guidato una delegazione di amministratori a Mostar\u201d.<\/span><\/p>\n

La guerra era finita da poco. Mancava anche l\u2019energia elettrica ed erano ancora ben visibili le rovine dei bombardamenti. Da quel viaggio sono nate micro-imprese nei settori dell\u2019agricoltura, dell\u2019artigianato e del turismo comunitario che hanno coinvolto, fianco a fianco, donne di tre diverse religioni. \u201cAbbiamo capito e contribuito a far capire – afferma – che la ricostruzione anche economica cominciava con lo sviluppo della dignit\u00e0 delle persone ritrovata con il lavoro. Oggi siamo in 12 a fare di Tamat, anche se piccola, una Ong con forti aspirazioni per vedere raggiunti i cambiamenti in cui crede. Lavoriamo facendo in modo che ogni persona, in ogni luogo, possa vivere di risorse\u00a0<\/span>e competenze proprie\u201d.<\/span><\/p>\n

Le possibilit\u00e0 di lavoro<\/h2>\n

Ed \u00e8 grazie a Tamat che anche tanti giovani hanno avuto la possibilit\u00e0 di fare esperienze formative, in Italia e all\u2019estero, con le quali hanno appreso un mestiere e ottenuto uno stipendio. C\u2019\u00e8 poi la rete di operatori locali che in tutto il mondo affiancano gli esperti Tamat per la realizzazione dei vari progetti. \u201cCerto – dice Patrizia Spada – oggi in Italia, e non solo, sui temi della migrazione il clima non \u00e8 favorevole. <\/span><\/p>\n

Ci sono modi diversi per \u2018aiutare i migranti a casa loro\u2019. Noi cerchiamo di farlo con progetti di autosviluppo nei Paesi dai quali fuggono. E anche favorendo il rientro volontario di chi invece \u00e8 fuggito. Per consentirgli di tornare in patria a testa alta, con dignit\u00e0, con progetti di lavoro per i quali li abbiamo formati,<\/span> accompagnati e sostenuti\u201d.<\/span><\/p>\n

Enzo Ferrini<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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