{"id":53072,"date":"2018-10-05T14:00:50","date_gmt":"2018-10-05T12:00:50","guid":{"rendered":"http:\/\/www.lavoce.it\/?p=53072"},"modified":"2018-11-23T18:18:53","modified_gmt":"2018-11-23T16:18:53","slug":"gioco-azzardo-consumi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.lavoce.it\/gioco-azzardo-consumi\/","title":{"rendered":"Gioco d\u2019azzardo. Dal 2008 tutti i consumi sono calati, tranne quelli per il gioco"},"content":{"rendered":"

\u201cVincere facile, subito e spesso\u201d pu\u00f2 essere lo slogan di un vero e proprio \u201cprogetto industriale\u201d per fare soldi con il gioco d\u2019azzardo<\/a>. Soldi che escono dalle tasche di uomini e donne di tutte le et\u00e0, dagli anziani agli adolescenti, e vanno ad alimentare la filiera dell\u2019industria legale che lo gestisce con la benedizione dello Stato, nelle cui casse entra appena il 10 per cento di quel fiume di denaro inghiottito da slot machine e lotterie istantanee.<\/span><\/p>\n

Il progetto industriale del “vincere facile, subito e spesso”<\/h2>\n

Ai tempi del Totocalcio e della Lotteria di capodanno in tanti spendevano qualche biglietto da mille lire, e solo qualcuno vinceva milioni che potevano veramente cambiare la vita. Con il nuovo \u201cprogetto industriale\u201d del \u201cvincere facile, subito e spesso\u201d le vincite milionarie sono sempre poche, ma tutti possono vincere qualcosa<\/strong>. Solo che questi \u201ctutti\u201d sono sempre di pi\u00f9 e, incentivati dalle microvincite in tempo reale (non si deve aspettare l\u2019estrazione del biglietto fortunato o l\u2019esito della partita di calcio), giocano e rigiocano compulsivamente<\/strong>, spendendo pi\u00f9 di quanto hanno vinto.<\/span><\/p>\n

Non ci guadagna neanche lo Stato, per i costi sociali di persone e famiglie rovinate dal gioco<\/a>, e per le spese della sanit\u00e0 pubblica contro quella che \u00e8 una vera e propria malattia, il gioco d\u2019azzardo patologico, con numeri in costante crescita. Alla fine, dunque, a guadagnarci sono soprattutto la decina di \u201cconcessionari che gestiscono la rete telematica per il gioco lecito\u201d (la definizione \u00e8 nel sito dell\u2019Agenzia dogane<\/span> monopoli).<\/span><\/p>\n

Concessionari il cui \u201cprogetto industriale\u201d, permesso e supportato dallo Stato, amplia costantemente la platea dei giocatori. Aumenta infatti in modo costante e continuo il volume della spesa degli italiani – umbri compresi<\/strong> – per il cosiddetto \u201cgioco lecito\u201d.<\/span><\/p>\n

I dati dei consumi per il gioco<\/h2>\n

Nel 2000 si spendevano in Italia in lire l\u2019equivalente di 12 miliardi di euro. Nel 2017 si era arrivati a 102 miliardi e le previsioni per il 2018 – ha detto sabato scorso in un incontro con i giornalisti il prof.\u00a0<\/span>Maurizio Fiasco<\/strong>, sociologo, presidente dell\u2019Associazione per lo studio del gioco d\u2019azzardo e dei comportamenti a<\/span> rischio – sono di una ulteriore crescita del 3 o 4 per cento. Ci sono poi tanti altri miliardi che alimentano il gioco d\u2019azzardo illegale e quelli di giochi on-line che sfuggono alle statistiche ufficiali.<\/span><\/p>\n

Negli anni della crisi dopo il 2008<\/strong> tutti i consumi degli italiani sono calati, tranne i soldi spesi per il gioco. Una crisi economica che<\/span> forse ha anche favorito quella che il prof. Fiasco ha definito \u201cla ricerca di una gratificazione nella vincita, senza per\u00f2 mai arrivare alla soddisfazione. Come nell\u2019alcolismo\u201d.<\/span><\/p>\n

Una vera e propria malattia<\/h2>\n

Un meccanismo psicologico alimentato da quel \u201cprogetto industriale\u201d (lo ha definito cos\u00ec il prof. Fiasco) che sta funzionando bene, grazie anche a un\u2019operazione di marketing molto forte rivolta non solo ai \u201cconsumatori\u201d ma anche ai \u201cdecisori\u201d, cio\u00e8 politici e organi dello Stato. Tanto che ha spiegato – anche nelle norme che regolano il settore non compare mai la parola \u201cazzardo\u201d ma si parla di \u201cgiochi di abilit\u00e0 a distanza\u201d o di \u201capparecchi da intrattenimento\u201d.<\/span><\/p>\n

Una malattia<\/strong> come la dipendenza da alcol e droga.<\/strong> Cos\u00ec, in<\/span> 20 anni, sono nati in Italia 47 nuovi tipi di giochi \u201cleciti\u201d. Nell\u2019ultimo Salone della pubblica amministrazione svoltasi a Roma, la societ\u00e0 Lottomatica ha presentato un progetto per un gratta e vinci digitale. Dunque non solo tagliandi che si possono acquistare dal tabaccaio o dal giornalaio, ma direttamente sul telefonino. Tutto pi\u00f9 facile.<\/span><\/p>\n

Lo Stato ha disposto l\u2019anno scorso la riduzione del 30 per cento delle cosiddette \u201cmacchinette\u00a0<\/strong><\/span>mangiasoldi<\/strong>\u201d. Sono per\u00f2 rimaste quelle digitali, che permettono giocate pi\u00f9 veloci per cui alla fine il \u201cfatturato\u201d \u00e8 lo stesso. Sono state introdotte anche sale gioco \u201ccertificate\u201d. L\u2019ambiente lo ha descritto il prof. Fiasco: postazioni luminose nella penombra, musiche con frequenze studiate per incidere sul sistema nervoso, odori sensoriali. Per stordire, far perdere la cognizione del tempo e dello spazio.<\/span><\/p>\n

L’Umbria sta lavorando molto per la prevenzione contro l’azzardo: i dati forniti dalla referente regionale per il settore Angela Bravi sono disponibili sull’edizione digitale de La Voce<\/em><\/a>, basta registrarsi.<\/strong><\/p><\/blockquote>\n

Enzo Ferrini<\/strong><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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